Dichiarazione di Giovanni Bachelet Responsabile Pd Forum Scuola
L’approvazione definitiva del collegato sul lavoro rappresenta una pagina nera per la scuola italiana. La maggioranza di destra, con un colpo di mano (un mini-emendamento ad una legge omnibus senza alcun nesso con i nuovi regolamenti della secondaria discussi negli stessi mesi), riporta per la seconda volta a 15 anni l’obbligo scolastico che il centrosinistra, in linea con la maggioranza dei paesi europei, aveva faticosamente innalzato a 16 anni.
Questo becero bipolarismo scolastico promuove un apprendistato selvaggio che mina alla base la possibilità del recupero della dispersione. Un simile apprendistato non ha nulla a che fare con le esperienze positive di apprendistato del nord Europa e anche del nostro Alto Adige, che sono invece guidate e accompagnate dalla scuola e dagli enti locali.
L’apprendistato fai-da-te dell’emendamento pirata del centrodestra serve solo a mascherare nelle statistiche europee la Waterloo sul fronte scuola- lavoro-dispersione di questo governo e a tagliare ancora le spese del Ministero, riducendo la popolazione scolastica del secondo anno delle superiori a suon di bocciature dei più poveri e ignoranti, come ai tempi di don Milani. Mentre crollano le iscrizioni degli Istituti Professionali di Stato grazie ai nuovi epocali regolamenti, la Gelmini, incurante del Consiglio di Stato, mantiene i tagli anche nelle classi successive alla prima superiore nei tecnici e nei professionali. Intanto fa pervenire ai dirigenti scolastici informali incoraggiamenti a bocciare e far fuggire gli studenti peggiori dopo il primo anno delle superiori, con l’equivoca prospettiva di un apprendistato che invece non è operativo né potrà esserlo prima della definizione di appositi accordi fra lo Stato e le singole Regioni.
Il Pd, nei documenti approvati dall’assemblea di Varese, ha stabilito che “la scorciatoia dell’apprendistato per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione non può essere una soluzione, soprattutto in questo momento di crisi per il lavoro e in quanto, salvo lodevoli ma rarissime eccezioni, esso in Italia difetta di adeguate strategie formative”. Secondo le linee approvate dall’assemblea di Varese, il Partito Democratico si impegna, quando andrà al governo, a ristabilire senza equivoci l’obbligo d’istruzione a 16 anni, rivedendo (radicalmente, se necessario) in modo unitario l’insieme costituito dalle attuali medie e il primo biennio delle superiori, dove, nel passaggio cruciale dalla preadolescenza all’adolescenza, si concentrano dispersione scolastica e mancato orientamento, tanto al lavoro quanto allo studio successivo. Il Partito Democratico si impegna, quando andrà al governo, a un obbligo di istruzione fortemente ancorato al conseguimento di competenze generali e alle politiche dell’orientamento, in una scuola rinnovata sul piano metodologico e didattico e aperta ad esperienze di alternanza con il mondo del lavoro, nelle quali sia però garantita equità e qualità dell’azione formativa, affinché questa pagina nera sia rapidamente dimenticata.
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