Il Pdl rischia di perdere il Piemonte ma il garbuglio giuridico è intricatissimo.
Ritrovatisi il Piemonte come asset forse senza contarci più di tanto, ora i Padani sentono di stare per perderlo. Perché, anche se non circolano cifre ufficiali sui riconteggi sulle liste delle regionali che il Tar ha dichiarato invalide (Consumatori e Al centro con Scanderebech), quelle ufficiose indicano un netto recupero da parte di Bresso, che ha perso per circa novemila voti di differenza e che li avrebbe ampiamente recuperati. La Lega agita lo spettro del sovvertimento della volontà popolare, ribadito da Bossi, mentre Bresso annusa il vento a favore. Ma dato il complicato intreccio di ricorsi, controricorsi e rinvii, quali sono a grandi linee gli esiti possibili? Proviamo a ricostruire la vicenda.
In questi giorni era attesa l’udienza con cui il Tar, chiuso il nuovo computo, decideva il da farsi. Ma i ritardi accumulati – nel novero manca ancora Torino – l’hanno fatta slittare di 25 giorni. Allo stesso tempo è slittata anche l’udienza (prevista per martedì) con cui il Consiglio di stato doveva decidere sui ricorsi presentati da Cota e da Bresso proprio sul merito di ciò che aveva stabilito a luglio il tribunale amministrativo, ovvero: 1) riconteggio dei voti di due delle tre liste incriminate perché ritenute non valide (per il Tar fa fede il voto al candidato e non alla lista); 2) necessità di un procedimento del giudice civile a seguito di querela per falso per poter decidere sulla validità della terza lista (Pensionati per Cota), quella numericamente più rilevante (ballano 26mila voti). Sul primo punto Cota controbatte che il voto dato alla singola lista vale automaticamente anche per il candidato, il centrosinistra che funziona in questo modo solo per le liste valide, quindi non per queste. Sul secondo Bresso è convinta che il Tar possa decidere sulla lista Pensionati anche senza un procedimento civile. Lo slittamento di entrambe le pronunce allunga i tempi e rischia di farle arrivare in simultanea. Con quali scenari? Il primo: il Consiglio di stato dà ragione al Tar su entrambe le questioni. In questo caso, stante il (ventilato) vantaggio di Bresso, il tribunale amministrativo può decidere per la sua riproclamazione automatica o per il ritorno al voto. Al momento sembra più probabile la riconferma. Procede anche il ricorso sulla lista Pensionati, ma seguendo i tempi biblici del processo civile. Il secondo: il Consiglio di stato dà torto al Tar su entrambi i punti. Cota rimane allora presidente della regione ma pende su di lui il ricorso relativo ai Pensionati, su cui il Tar può però decidere senza aspettare la giustizia civile e dunque più velocemente.
In questo caso il tribunale amministrativo può tornare a propendere per un nuovo riconteggio che, come ora, andrebbe tendenzialmente a vantaggio di Bresso (perché il voto disgiunto porta a indicare o la lista o il candidato). Cota avrebbe tempo, ma sarebbe di nuovo in bilico. Terzo: il Consiglio di stato dà ragione al Tar sul primo punto ma non sul secondo. Bresso ha presumibilmente in mano la riconferma (sempre che non si propenda per il ritorno al voto). Quarto: le due liste minori non sono invalide, quindi Cota rimane governatore ancora per un pò. Fino alla pronuncia del Tar sui Pensionati che arriva in tempi ragonevoli, senza far ricorso al procedimento civile.
Se questo è lo sfondo, al netto di altri ricorsi, al governatore del Piemonte conviene dimettersi per tempo e tornare al voto, agitando il capovolgimento delle regole della democrazia. Bresso sa di essere in vantaggio: «Se ci sarà una riproclamazione o una nuova elezione ce lo dirà il Tar». E in questo ultimo caso si rimette «al giudizio del Pd per una ricandidatura». Il quale non ha dubbi sull’esito della vicenda a favore dell’ex governatore, come nota il segretario regionale Gianfranco Morgando. Che sottolinea: «Credo che la soluzione migliore sarebbe quella di chiedere nuovamente ai piemontesi di esprimersi».
da www.europaquotidiano.it