Nemmeno il prossimo anno la dotazione finanziaria che lo stato assegna alle scuole e che è stata progressivamente ridotta contribuirà a innalzare la qualità del programma annuale, preventivo del 2011. Che proprio in questi giorni i dirigenti dovrebbero scrivere per permettere alla Giunta esecutiva di proporlo entro il 31 ottobre prossimo al Consiglio di circolo o d’istituto, con una relazione del dirigente stesso e il parere di regolarità contabile dei revisori (art. 2, terzo comma, del regolamento di contabilità approvato con decreto interministeriale 1° febbraio 2001, n. 44).
Come ogni anno inizia infatti anche per le scuole una mini sessione di bilancio, nel corso della quale il Consiglio deve pervenire a una decisione: o di approvazione del bilancio nel termine ordinario, 15 dicembre, o di rinvio eccezionale della sua approvazione ad una data successiva, comunque non oltre il 14 febbraio, pena il commissariamento (art. 8 del regolamento di contabilità). Ma se c’è una scadenza che tutti lasciano passare fin da quando il regolamento di contabilità l’ha posta è proprio quella del 31 ottobre. In quasi tutte le istituzioni scolastiche, infatti, si preferisce attendere la comunicazione da parte del ministero dell’istruzione della dotazione finanziaria spettante, presentando il bilancio anche dopo il termine ordinario della sua approvazione del 15 dicembre, com’è accaduto l’anno scorso. In realtà ogni istituzione scolastica è in grado di rispettare le scadenze stabilite dal regolamento di contabilità, potendo già ora calcolare la propria dotazione finanziaria. Il decreto ministeriale 1° marzo 2007, n. 21, infatti, definisce in via permanente i parametri di calcolo, attribuendo determinate quote alla tipologia della scuola, a ciascuna unità di personale, a ciascun alunno, a ciascuna sede aggiuntiva (vedere tabella). Moltiplicando le quote per i numeri effettivi di ciascun istituto, si ottiene la dotazione, che le scuole possono ripartire come meglio credono tra le varie attività d’istituto. Essendo assorbita quasi interamente dalle spese per le supplenze (soprattutto nelle scuole del primo ciclo) e per il funzionamento minimo di scuole e uffici, essa concorre quindi se non in minima parte all’attuazione delle attività e delle iniziative previste dal piano dell’offerta formativa. Quanto al fondo per l’arricchimento e ampliamento dell’offerta formativa (legge 440 del 1997), solo in questi giorni le commissioni di Camera e Senato hanno espresso il prescritto parere sulla direttiva ministeriale che lo ripartisce i fondi del 2010 tra le varie finalità. Poiché le scuole non ne hanno evidentemente potuto tenere conto nella redazione del preventivo di quest’anno, potranno iscrivere le relative poste, quando perverrà la relativa comunicazione, in quello del 2011. Una cosa è certa, l’arricchimento dell’offerta formativa potrà contare su metà delle risorse di dieci anni fa, di tanto è stato ridotto lo stanziamento. E sui contributi delle famiglie, degli enti locali, della Comunità europea, dove e quando erogati. Anche per determinare il fondo d’istituto le scuole possono autonomamente calcolare lo stanziamento per finanziare le varie funzioni e attività svolte dal personale. I parametri di calcolo sono contenuti nell’accordo ministero dell’istruzione – sindacati del 18 maggio scorso. A bilancio si potranno iscrivere, poi, negli importi definitivamente previsti per quest’anno, le poste per i contratti di collaborazione con personale ex lsu, i cosiddetti contratti storici per le pulizie, decurtati quest’anno del 25 per cento rispetto al 2009, nonché, quando perverranno le relative comunicazioni, quelli da trasferire ai comuni per rimborsare i costi relativi alla fruizione gratuita della mensa da parte del personale che ne ha diritto. Tutte partite di giro che non innalzano la qualità del programma.
da ItaliaOggi