«Nilde Iotti, una grande politica ma sempre donna e libera»
di Giorgio Napolitanotutti gli articoli dell’autore
Con sincera e convinta adesione alla vostra iniziativa desidero contribuire, sia pure in termini essenziali, al ricordo della personalità di Nilde Iotti e della sua opera: ricordo che intendete trasformare in fonte di conoscenza, riflessione e ispirazione soprattutto, credo di intendere, per le nuove generazioni, specialmente di donne, che si avvicinino al mondo della politica e delle istituzioni.
Ho avuto modo di ripercorrere ampiamente in alcune occasioni quel tratto lungo e altamente impegnativo della vita e dell’attività di Nilde Iotti, che fu costituito dalla sua partecipazione più che cinquantennale alle legislature del Parlamento repubblicano. E prima ancora ella partecipò alla esperienza unica e impareggiabile dell’Assemblea Costituente.
Ma oggi, nel momento in cui sta per prendere forma la Fondazione a lei intitolata, vorrei dedicare qualche parola più in particolare alla sua persona e al mio personale rapporto con lei. La incontrai per la prima volta nel 1949, ancora giovanissima, in occasione di una sua vacanza pasquale con l’uomo cui si era legata di intensa passione e autentico affetto, Palmiro Togliatti, allora leader indiscusso di un grande partito, prima di governo e poi di opposizione, e personalità tra le maggiori della nuova politica italiana, dopo la caduta del fascismo e il ristabilimento delle libertà democratiche. In quei giorni di privata vicinanza, e in quelli che più a lungo di nuovo trascorsi con lei e col suo compagno nell’autunno del 1950, ebbi modo di scoprire le sue qualità umane, l’autenticità del suo tratto e del suo modo di atteggiarsi, e, tra l’altro, la straordinaria intensità del calore materno che manifestava verso la piccola Marisa, divenuta appunto, nel 1950, sua figlia adottiva. Ricordo, e posso dire, che era una donna radiosa.
E luminosa restò la sua personalità anche dopo avere attraversato momenti difficili e dolorosi sul piano personale e avere conosciuto – quando aveva appena 44 anni – la perdita del compagno e il destino della solitudine. Naturalmente, l’intensificarsi e il crescere qualitativamente del suo impegno politico e istituzionale la resero più matura e più «grave», ma mai ella smarrì la carica umana che aveva da giovane, quale mi fu possibile cogliere nei primi tempi della nostra amicizia.
Si ricordi dunque, nella ricchezza e complessità delle tante espressioni del suo impegno pubblico la «madre della nostra Repubblica», come voi l’avete definita, la combattente della Resistenza di colpo proiettata nella grande stagione dell’Assemblea Costituente, la parlamentare sempre più qualificata, la deputata europea, la straordinaria Presidente della Camera dei Deputati – prima Presidente donna, e Presidente più longevo, nella storia del Parlamento italiano – ma si ricordi nello stesso tempo Nilde Iotti donna come le altre.
In fondo, per le ragazze che oggi sentano nascere nel proprio animo il senso della politica e la voglia di fare politica – e mi auguro che siano molte e sempre di più, perché l’Italia ne ha drammaticamente bisogno – è bene che l’immagine della politica, e della donna in politica, anche una volta assurta ai più alti livelli di responsabilità e di autorità, non appaia in alcun modo paludata né chiusa in quel ruolo, coprendo i suoi tratti umani più intimi e profondi. La politica, anche per chi vi si dedichi a pieno tempo, anche per chi possa farne – come un tempo si diceva e accadeva – una «scelta di vita»; non può mai diventare un’ossessione totalizzante né imprigionare la persona in una corazza.
Ecco, ho visto così nei decenni – al di là delle affinità politiche e delle comuni battaglie che ci hanno legato, e attraverso i rapporti affettuosi che poi abbracciarono anche mia moglie Clio e il mio più giovane figlio Giulio – Nilde Iotti, grande figura politica dell’Italia repubblicana, grande punto di riferimento per gli ideali e per le conquiste delle donne, sempre persona, sempre donna, umanamente libera e ricca.
L’Unità 06.10.10
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Nel suo nome una Fondazione
«Il governo delle donne», inteso nella sua accezione più ampia, sarà il filo conduttore dell’impegno della Fondazione Nilde Iotti che, sede a Roma, comincerà ad operare all’inizio del prossimo anno. Almeno questo è l’obbiettivo dettato dall’entusiasmo per un’iniziativa che intende, nel nome di una donna che ha segnato la storia della repubblica, dar voce a tutte le donne.
Per ora si è ancora nella fase organizzativa ed è al lavoro un Comitato che sta affrontando il difficile compito di reperire i fondi necessari a finanziare il progetto che ha cominciato i primi passi, un anno fa, nel decimo anniversario della morte di Nilde Iotti, da un’idea di Livia Turco che ha cominciato a lavorare per il migliore dei risultati con Marisa Malagoli Togliatti, la figlia, con le amiche della Iotti a Reggio Emilia, con gli amministratori locali, Comune, Provincia, Regione della terra che vide nascere una delle donne simbolo della storia del nostro Paese.
L’impegno della ormai prossima Fondazione Iotti sarà quindi dedicato alle donne. All’elaborazione della loro storia nel nostro Paese, in particolare dagli anni che segnarono l’inizio della Repubblica a venire in avanti, fino a questi nostri difficili giorni segnati da una crisi senza precedenti che le donne stanno pagando più di altri e stanno contribuendo a superare, con uno sguardo complessivo alle vicende dell’Italia unita che compie 150 anni.
Sarà un lavoro destinato principalmente alle donne delle nuove generazioni cui si sono rese disponibili a lavorare e a portare avanti donne che la storia di questi anni l’hanno vissuta in prima persona. Sarà un lavoro a tutto campo sui temi della convivenza e delle diversità, sulla formazione, sulla bioetica, sulla formazione delle donne, sulla battaglia perché il merito e le capacità vengano riconosciuti, sull’Europa unita al cui progetto Iotti partecipò da «costruttrice».
L’Unità 06.10.10