"Senza libertà di insegnare non c'è scuola", di Michele Ainis
Oggi cade la Giornata mondiale dell’insegnante, istituita dall’Unesco nel 1994. Una buona occasione per riflettere sul destino della scuola, tanto più alla vigilia del federalismo scolastico, annunciato dalla Bozza di Accordo fra governo, regioni e enti locali del 29 luglio scorso. Ma sta di fatto che i mali della scuola sono gli stessi della società italiana. Uno su tutti: l’eccesso di diritto. E infatti consultando la banca dati del Parlamento s’incrociano 112 provvedimenti legislativi in materia d’istruzione, con una media di 8 nuove leggi l’anno. Questo fiume normativo non scorre senza conseguenze sul nostro vissuto collettivo: genera un effetto di disorientamento, se non di smarrimento, che ha preso alla gola la comunità scolastica al pari di tutta la comunità italiana. Siamo talmente immersi nell’ansia di governare l’ultima riforma, che non sappiamo più nemmeno cosa abbiamo riformato. E allora, prima d’interrogarci sul federalismo prossimo venturo, è bene partire dalle categorie fondamentali, per mettere un po’ d’ordine, per aggrapparci a qualche punto saldo. O il federalismo scolastico saprà valorizzare i fondamenti della nostra convivenza, oppure sarà come …