La deputata Pd: “Riprendere il cammino che, nella passata legislatura, aveva portato alla Carta dei Valori voluta da Giuliano Amato che sanciva l’uguaglianza tra uomo e donna”.
«Il brutale assassinio di Begm Shnez e il grave ferimento della figlia ci lascia tutti sgomenti. In questo momento il nostro pensiero va a Nosheen, che combatte tra la vita e la morte in un letto d’Ospedale, e alla vita spezzata di sua madre, uccisa da una violenza brutale che non ha, e non avrà mai, nessun tipo di giustificazione. Prima che culturale o religiosa questa è violenza sulle donne, che trova la sua causa nel mancato riconoscimento, da parte dell’assassino, dei diritti inalienabile della donna alla libertà e a decidere in autonomia.
Episodi così tragici ci ripropongono ancora una volta il tema difficile di come realizzare l’integrazione culturale e sociale con alcuni componenti delle comunità pakistane, fortemente legati alla mentalità patriarcale. È noto che le radici di questa mentalità hanno origine dal sistema delle caste chiuse e da un mondo rurale in cui far sposare la figlia al primo cugino significa preservare la proprietà delle terre ma si tratta di modelli inaccettabili perché si oppongono ai principi dell’autodeterminazione e della libertà della donna, su cui non si può transigere e che sono il frutto di un lungo cammino di emancipazione, che non intendiamo abbandonare e che vogliamo condividere anche con le donne immigrate, di prima e seconda generazione.
Dobbiamo perciò entrare in contatto con questi gruppi e se saremo al fianco delle donne riusciremo a fermare questi delitti e a costruire insieme un cambiamento culturale. Dobbiamo riprendere il cammino che, nella passata legislatura, aveva portato alla Carta dei Valori voluta da Giuliano Amato che sanciva l’uguaglianza tra uomo e donna. In questi ultimi anni ci si è fermati al tema, pur importante, della sicurezza, ma a scapito dell’integrazione, unica strada possibile per evitare in futuro sopraffazioni simili.
Se invece saremo ostili gli uni con gli altri, produrremmo solo conflitto e a rimetterci, come sempre, saranno i più deboli, donne e bambini. A Nosheen e ai suoi fratelli minori va la piena solidarietà delle donne modenesi che non si tireranno indietro e sosterranno con forza e determinazione un percorso di integrazione e di libertà che le donne non comunitarie nelle nostre realtà vogliono compiere».