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"Obiettivo Nord, ecco le carte del Pd", di Mariantonietta Colimberti

I Democratici si scaldano per la campagna elettorale sfidando il Carroccio sul suo terreno
A Varese, nel profondo nord, dove la festa del 2 giugno viene celebrata senza inno di Mameli e la Lega è stimata al 35 per cento nei sondaggi online del quotidiano locale, l’8 e il 9 ottobre prossimi sbarcherà il Pd con la sua Assemblea nazionale. È il secondo appuntamento nell’ambito del percorso avviato con la prima assemblea programmatica tenutasi a Roma il 21 e 22 maggio di quest’anno. Un percorso attraverso i temi cruciali per un paese, il nostro, da due anni alle prese con la crisi economica e da mesi paralizzato dai conflitti politici che stanno dilaniando governo e maggioranza.
Il percorso avviato dal Partito democratico si concluderà nella primavera 2011. L’obiettivo è quello di delineare un progetto riformista complessivo che parli a tutto il paese, pur nella diversità dei problemi specifici delle differenti aree geografiche.
Andare al nord a parlare di contenuti significa innanzitutto affrontare la questione fiscale e le difficoltà dei ceti produttivi. Che il governo Berlusconi ha soltanto blandito con promesse non mantenute di riduzione delle tasse, mentre l’agognato federalismo segna il passo.
Sul fisco il Pd arriverà con una proposta molto forte messa a punto da un gruppo di lavoro guidato dal responsabile economico Stefano Fassina, sintetizzabile nello slogan “Fisco 20-20-20”. Una vera e propria riscrittura del patto fiscale, rivolta a produttori, lavoratori, professionisti e imprese.
L’aliquota del 20 per cento è l’aliquota di riferimento per la tassazione dei redditi da lavoro, di impresa e da capitale/ rendita, con l’esclusione dei titoli di stato.
La parte più innovativa della bozza in via di definizione, che parla anche di Irpef e di famiglie, è quella relativa alla tassazione dei lavoratori autonomi, dei professionisti e delle imprese. La scelta di fondo è quella di premiare chi rischia e reinveste nell’attività.
Innanzitutto, si prevede la graduale eliminazione dell’Irap sul costo del lavoro.
La misura shock è però un’altra: in una fase in cui l’accesso al credito è sempre più difficile, chi patrimonializza l’impresa o la sua attività avrà azzerata l’Irpef o l’Ires sulla parte di capitale reinvestita.
Inoltre, la parte prevalente del reddito d’impresa o di lavoro autonomo o professionale viene tassata come il reddito da capitale, cioè con imposta sostitutiva del 20 per cento. È prevista anche una forte semplificazione della selva di agevolazioni attualmente in vigore.
Una riforma come quella delineata nella bozza Fassina ha bisogno, evidentemente, di gradualità. E infatti l’ipotesi è quella di una realizzazione per moduli. Caposaldo della proposta e della sua attuazione è la riallocazione del carico fiscale, che vale quasi tre punti percentuali di pil: «Da chi paga a chi non paga; dai redditi da lavoro e impresa ai redditi da capitale e alla rendita; da attività e consumi inquinanti ad attività e consumi verdi». Inevitabile che la lotta all’evasione e all’elusione fiscale sia «condizione necessaria » per realizzare le proposte.
«Non possiamo avere – si legge nella bozza – livelli di imposizione anglosassoni e livelli di evasione sudamericani».
A Varese-Malpensa Fiere si parlerà anche di autonomie locali e federalismo, di infrastrutture, di scuola, di sanità, di agricoltura e di immigrazione.
È da questi temi concreti e (soprattutto alcuni) anche molto scottanti che il Pd proverà a ristabilire il suo dialogo col nord. Vincere la scommessa non sarà facile, perché essa contiene anche un profilo culturale e di etica pubblica, ma presentarsi con proposte credibili e concrete può essere un buon inizio.

da Europa Quotidiano 01.10.10

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