Mese: Settembre 2010

I ricercatori: "abbandonati in un Paese che non capisce il nostro valore", di Adriana Comaschi

Coordina il gruppo di lavoro dell’Alma Mater che, in collaborazione con il Politecnico di Milano, pochi giorni fa ha conquistato le pagine della prestigiosa rivista Nature con una scoperta eccezionale: la prima “fotografia” del meccanismo molecolare alla base della vista umana. Non è un precario: eppure come i ricercatori precari patisce un senso di abbandono crescente, tanto che «la tentazione di andare all’estero è sempre più forte». Succede così che anche Marco Garavelli, 41 anni, ricercatore confermato all’istituto Ciamician dell’ateneo bolognese, si schieri nel fronte dei docenti “agitati”: che per tutta la prossima settimana alle lezioni sostituirà incontri in facoltà per spiegare le ragioni della protesta che ha “paralizzato” l’ateneo. Dal 5 ottobre poi l’incognita: rientrare in classe o continuare la mobilitazione? Loris Giorgini, rappresentante dei ricercatori nel Cda dell’Alma Mater, non si sbilancia: «Sono scelte personali, ma certo nessuno vuole spaccare l’ateneo, faremo quello che unisce di più». Intanto si sfrutterà al massimo la settimana di discussione decretata venerdì dal Senato accademico. Ognuno ha una storia da raccontare. Dentro e fuori l’ateneo: perché se …

"Il baratto sulla legalità", di Barbara Spinelli

È opinione diffusa che legalità e morale pubblica non siano, per gli italiani, imperativi essenziali. In parte perché la loro memoria sarebbe corta oltre che selettiva: i misfatti dei politici evaporano presto, l’esempio che viene dall’alto manca, e di rado le sentenze giudiziarie sfuggono al destino d’esser subito degradate a pareri, opinabili come ogni parere. Non solo: esponendo la «sua verità», ieri in un video, Fini ha denunciato la confusione tra affari piccoli come la casa di Monaco e affari ben più criminosi, condannando la stampa usata dai politici «come manganello» per liquidare l’avversario. L’esempio, lui vuole darlo: «Se dovesse emergere che mio cognato è proprietario, non esiterei a lasciare la Presidenza della Camera. Non per personali responsabilità, ma perché la mia etica pubblica me lo imporrebbe». È il venir meno di tale etica che crea nei cittadini cinico disorientamento. L’operazione Mani Pulite suscitò grandi speranze, ma anch’essa fu breve e, soprattutto, non aiutò a restaurare la cultura della legalità. Sfociò anzi in un’accentuazione della corruzione. Al punto che ci furono magistrati, come Gherardo Colombo, …

"La macchina da guerra che schiaccia il dissenso", di Eugenio Scalfari

Da un lato Gianfranco Fini e la famiglia Tulliani, dall´altro il comunicato di un ministro della Giustizia dell´isola caraibica di Santa Lucia, i giornali della famiglia di Silvio Berlusconi e lo stuolo di «aiutanti» che si sono prodigati per incastrare il presidente della Camera. La posta dello scontro è la distruzione politica dell´uno o dell´altro con le conseguenze che possono derivarne per tutto il paese. Esamineremo tra poco queste conseguenze, ma prima dobbiamo mettere a fuoco il video con il quale Fini si è ieri sottoposto al giudizio dell´opinione pubblica nazionale e internazionale. A tale proposito e a titolo di premessa anticipo una riflessione: la risposta di Fini è comunque tardiva, poteva e doveva arrivare molto prima, subito dopo le notizie pubblicate dal “Giornale” di Feltri. Il presidente della Camera disse allora con una pubblica dichiarazione (e l´ha ribadito nel video di ieri) che nulla aveva mai saputo fino a quel momento della vicenda concernente l´abitazione di Montecarlo a suo tempo venduta ad equo prezzo (secondo le valutazioni di allora) da Alleanza nazionale che ne …

"Un referendum per la scuola pubblica", di Giuseppe Caliceti

La scuola pubblica, cuore della democrazia, è sotto attacco. Alle elementari, senza compresenza, si penalizza la qualità dell’apprendimento e lo star bene a scuola. Alle medie non esistono più laboratori espressivi, corsi di italiano per stranieri, interventi di recupero per favorire l’integrazione. Alle superiori, senza alcuna motivazione didattica, sono state eliminate ore di lezione: come se così si imparasse di più. La Costituzione parla di scuola laica e gratuita, ma i genitori devono sborsare contributi anche di 150-200 euro. Magari in scuole che vantano nei confronti del Ministero crediti dai 100 ai 200mila euro. La legge parla di un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità. Gelmini garantisce loro solo alcune ore a settimana. La legislazione sulla sicurezza prevede 25 alunni per aula. Gelmini parla di un minimodi 27e un massimo di 35. Senza spiegare, in caso di incendio o terremoto, di incidenti, di morte di uno studente chi ne è responsabile. Con l’inizio del nuovo anno scolastico è nato anche nella nostra regione un movimento di amministratori e docenti, politici e genitori di …

"Il futuro perduto di giovani e imprese", di Giuseppe Turani

Anche l´Italia ha la sua generazione perduta. Solo che non vanno a Parigi a scrivere grandi romanzi (come Henry Miller o Scott Fitzgerald), ma più modestamente vanno al bar a giocare a biliardo o a passeggiare ai giardinetti (quando non si fanno di coca). Si tratta del 7-8 per cento (la quantificazione esatta spetta ai sociologi) di giovani che oggi hanno meno di 35 anni. Con le prospettive di crescita dell´economia italiana, questi ragazzi, che non hanno un lavoro, hanno la quasi certezza di non trovare mai un lavoro, né adesso né fra dieci anni o venti anni. Sotto di loro c´è quella che alcuni chiamano la generazione «né-né» (un po´ meno di un milione) che non fa assolutamente niente, per scelta: non studia e non lavora. Ma torniamo alla generazione perduta. Che rappresenta uno spreco totale e un problema sociale di cui l´Italia dovrebbe un po´ vergognarsi. In gran parte si tratta di giovani (anche del Nord) che hanno studiato, che sanno qualche lingua e che avrebbero voglia di fare qualcosa e che potrebbero …

"Guardiamo al futuro. Crediamo nella scuola", di Pier Luigi Bersani

Cari ragazzi e ragazze, insegnanti e lavoratori della scuola, genitori ed educatori, noi sappiamo che, nonostante i tagli drammatici del Governo, che sottraggono 8 miliardi di euro e compiono il più grande licenziamento di massa della nostra Repubblica, la scuola aprirà comunque le sue porte. Ce la farà per la straordinaria passione che gli insegnanti mettono nel loro lavoro di formazione dei cittadini di domani; ce la farà perché i dirigenti scolastici, grazie anche all’aiuto dei nostri amministratori, riusciranno a salvare il salvabile del tempo scuola richiesto dalle famiglie; ce la farà perché i pochi collaboratori scolastici rimasti faranno funzionare le scuole. Grazie a loro i bambini potranno riprendere i progetti educativi interrotti. Ma la cosiddetta ‘riforma epocale’ della scuola pubblica, approvata da Tremonti-Gelmini, assicurerà davvero la ‘qualità’ della scuola italiana? Aiuterà il nostro Paese a dimezzare il tasso di dispersione scolastica e a triplicare il numero di laureati come l’Europa ci chiede di fare entro il 2020? No, ne siamo certi. Aggraverà, al contrario, i cronici mali del nostro sistema scolastico. Aumenterà i divari …

"L´Italia, la transizione fallita e la mancanza di una destra normale", di Guido Crainz

Con la caduta del primo governo Prodi è venuto meno il progetto di una buona politica ed è prevalsa la partitocrazia dei partiti facendo riprendere le demagogie populiste. Sono senza veli i tratti portanti della politica berlusconiana, il suo porre al centro interessi personali e di azienda anche a costo di colpire le basi della democrazia e recare durissimi colpi all´informazione. In uno scenario sempre più degradato la crisi italiana appare ormai senza ritorno. “Metodo Boffo” come prassi quotidiana, dossier caraibici, protezione parlamentare a un esponente politico indagato per reati di camorra, sino a quel che sembra affiorare in Abruzzo: i rifiuti invadono di nuovo non solo Napoli ma l´intero paese. Ogni sguardo al sistema Italia ripropone tutti i nodi di una transizione drasticamente fallita, o mai iniziata. Illumina il riemergere, in forme modificate e aggravate, della crisi istituzionale ed etica che aveva portato al tracollo dei primi anni Novanta. Fu travolto allora il sistema dei partiti su cui si era basata per mezzo secolo la storia italiana, dopo meno di vent´anni è entrata in …