Mese: Settembre 2010

Serve salario minimo garantito

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ai microfoni del Tg1, ha lanciato la proposta di introdurre “un salario minimo garantito per legge per tutti coloro che non hanno un contratto nazionale di lavoro”. Bersani parlava da Taranto, dove ha concluso la Festa tematica del PD dedicata al lavoro ribadendo che “non si puo’ continuare a governare con le chiacchiere perché la tensione nel Paese è molto alta. Noi per crescere abbiamo bisogno di creare nuovo lavoro. Ma non mi aspetto più niente da Berlusconi, parole ne avrà tante ma fatti non ne abbiamo visti e tanto meno potremo vederli più in là”. “Io – ha aggiunto Bersani – a Torino ho cercato di indicare elementi per un progetto di lavoro perché dobbiamo metter dentro qualche regola nuova”. Già, perché chiudendo la festa democratica nazionale, il 12 settembre scorso, Bersani ha dedicato diversi passaggi del suo discorso al tema del lavoro, come questo: Un’ora di lavoro stabile non può costare meno di un’ora di lavoro precario. Parlare di lavoro vuol dire parlare anche di regole …

"Cavaliere, ci dica se la legge è uguale per tutti", di Giuseppe D'Avanzo

Dunque, martedì prossimo Silvio Berlusconi è atteso in Parlamento per un discorso che i suoi desiderano sia addirittura memorabile. Che cosa si intende per “memorabile”? Quando e come le parole di un uomo di Stato diventano storiche? Vediamo. Si sa che il premier, nel suo intervento, illustrerà i cinque punti programmatici (giustizia, Mezzogiorno, fisco, federalismo e sicurezza) per rilanciare la corsa di un governo a corto di fiato. Berlusconi chiederà ai suoi alleati ostili (Fini) o delusi (Lega) di sottoscrivere intorno alle cinque questioni un “patto” per concludere la legislatura con un decoroso rispetto delle urgenze del Paese e degli impegni elettorali. L´iniziativa può avere due esiti. Il primo, miserello. Berlusconi si accontenta di una risicata maggioranza che certifichi la sopravvivenza del suo governo e – insieme – la morte di ogni autarchia della sua leadership, costretta in una condizione di minorità politica a mendicare – di volta in volta – il consenso di Bossi, l´approvazione di Tremonti, la non belligeranza di Fini e il benestare finanche del governatore siciliano Raffaele Lombardo, di Storace, dei …

"L'Europa e il contagio della paura", di Enzo Bettiza

Il risultato del voto svedese assume un significato che fa della Svezia il campione dei profondi mutamenti che, da qualche anno, stanno sconvolgendo il panorama politico dell’Europa nordica un tempo immune da tempeste, nevrosi e paure endemicamente diffuse nelle regioni meridionali e orientali del Vecchio Continente. Il significato storico ed emblematico di quanto è emerso dalle urne scandinave va ben al di là di un semplice regolamento o spostamento di conti elettorali da sinistra e destra. Gli svedesi, assuefatti da quasi un secolo a vivere in un clima di welfare blindato, abbiente, pressoché infinito, hanno determinato col loro voto una sorta d’eutanasia rivoluzionaria: hanno staccato la presa dell’ossigeno al già indebolito partito socialdemocratico, infliggendogli, per la prima volta in ottant’anni, un catastrofico calo di oltre il 4 per cento. Sempre per la prima volta una coalizione moderata di centrodestra, guidata con accortezza dal premier Fredrik Reinfeldt ed elevata alla notevole percentuale del 49,1 (un passo dalla maggioranza assoluta), è riuscita non solo a portare a termine il mandato governativo, ma potrà e dovrà impegnarsi sia …

Veltroni non convince Franceschini "Che amarezza il documento di Walter", di Matteo Tonelli

Il capogruppo democratico alla Camera a Repubblica Tv. “Il testo l’ho letto sui giornali, io lavoro per rafforzare Bersani e resto fedele al patto con i nostri elettori”. “Pronti a votare la mozione sulla Rai dei finiani”. “Leader? Decideranno le primarie”. “Bisogna chiudere con l’era Berlusconi, poi si decidera che fare”. “E’ stata una vicenda dolorosa sia dal punto di vista politico che da quello personale. E qui mi fermo..”. Dice di non volerne parlare Dario Franceschini della mossa di Walter Veltroni. Ma in realtà ne ha una gran voglia. Lui, che dopo le dimissioni del segretario prese il suo posto, lui che vede la minoranza che capeggia spaccata in due dalla conta veltroniana, quel documento con le 75 firme in calce non l’ha digerito 1. Dannoso, inutile, intempestivo. Ennesimo segnale di “un virus autodistruttivo 2” l’aveva definto a caldo. E oggi, davanti alle telecamere di Repubblica Tv, resta su quelle posizioni: “Non c’era bisogno di questa cosa adesso, non nego il dibattito perché non siamo un partito identitario, ma se è vero che c’è …

Università, Pd: mancata convocazione Cnsu è lesione diritto studenti Ghizzoni: Gelmini non chiuda porta in faccia a studenti

“La mancata operatività dell’organismo di rappresentanza degli studenti universitari (il Cnsu) rappresenta una grave lesione dei loro diritti. Il ministro Gelmini dovrebbe intervenire immediatamente anche perché, in questa delicata fase, non garantire la funzionalità dell’organo di rappresentanza dei protagonisti del mondo universitario vuol chiudere la porta in faccia ai loro contributi”. Così la capogruppo in commissione cultura della Camera, Manuela Ghizzoni che rende noto di aver presentato una interrogazione parlamentare al ministro per l’Istruzione, Mariastella Gelmini per sollecitare l’immediata convocazione del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) visto che, a tre mesi dal decreto ministeriale che ha dato ufficialità alla sua nuova composizione, il nuovo organo non è stato ancora convocato.

"Dopo i tagli, riforme vere?", di Gian Carlo Sacchi

La diminuzione di risorse per il sistema scolastico è generalizzata; le cifre più evidenti sono in termini di posti di lavoro, ma ci sono tante altre fonti di finanziamento, dirette e indirette, che vengono progressivamente limitate. E’ necessario considerare che a partire dal 1997 con la legge n. 440 (reinvestimento dei risparmi sulla qualificazione dell’offerta formativa) e 59 (autonomia), le competenze sul sistema scolastico sono state decentrate alle scuole autonome ed agli enti territoriali, mentre le risorse sono rimaste centralizzate. Oggi pertanto le Regioni programmano l’offerta, ma lo Stato fornisce il personale; le istituzioni scolastiche sviluppano una più ampia contrattazione con il territorio, ma è sempre lo Stato che detiene i cordoni della borsa. Il disinvestimento riguarda: – Gli organici: siamo al secondo anno di un piano triennale, anche se le cifre vengono spalmate su una diversificata gamma di situazioni, per cui i risultati sono molto eterogenei. Ed è per questo che il Governo fa lo slalom cercando di far credere che non ci siano riduzioni: vedi il tempo pieno, che di fatto diminuisce, ma …

Il "caos calmo" di Colosio, di Pippo Frisone

Nel giro di due settimane il direttore regionale Colosio è costretto a intervenire sulle nomine di supplenza con due comunicati stampa. Il primo con l’inizio del nuovo anno scolastico, molto rassicurante, prometteva tutti gli insegnanti in cattedra con l’inizio delle lezioni, mentre solo qualche giorno prima aveva azzardato la data del 31 agosto. Il 13 settembre manda una lettera di saluto a tutti i dirigenti scolastici per esaltare le magnifiche sorti delle “riforme epocali” volute dalla Gelmini. Non un accenno critico ma nemmeno di riflessione sulle difficoltà in cui le scuole sono costrette ad operare dopo i tagli agli organici e ai finanziamenti imposti dal Governo. Silenzio, assordante! Il secondo comunicato del 17 settembre per smentire le notizie false e tendenziose apparse sulla stampa cittadina in merito all’assegnazione degli incarichi nelle scuole lombarde ed in particolare a Milano. Si ammettono ritardi ma la colpa è dei provveditorati del sud. Gli alunni disabili sono aumentati in Lombardia perché le Asl non adottano gli stessi criteri nelle certificazioni. Se un migliaio di posti restano ancora vacanti la …