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Urla al Nord ma “magna” a Roma

Mentre per l’ennesima volta offende Roma e i romani dandogli dei porci, 800.000 euro dalla Capitale arrivano nell’inesistente Padania per la scuola privata della moglie. Puglisi: “Bossi non disdegna quei fondi mentre tagliano i soldi alla scuola pubblica”. Franceschini: “Il Pd presenterà mozione di sfiducia individuale”.
Siamo alle solite. Nella massima difficoltà si contrattacca alzando la posta e disorientando l’attenzione pubblica. La Lega sa bene che il governo è al capolinea e per bocca del suo leader decide di alzare la polvere per nascondere il fallimento più evidente degli ultimi 15 anni. Durante l’ennesimo comizio di Lazzate a base di celodurismo e di cacciamoli tutti a pedate, Bossi parlando di Roma e dell’eventualità che nella capitale si possa disputare una Gran Premio di Formula1 si è lasciato andare con questo sproloquio: “i romani se lo possono dimenticare, Monza non si tocca e a Roma possono correre con le bighe. Basta con Senatus PopulusQue Romanus, il Senato e il popolo romano, io dico sono porci questi romani”. Applausi scontati della gente ignorante per le dichiarazioni di un ignorante. nel senso che si ignora la storia…
Non siamo in un film dell’orrore ma nella normalità della strategia leghista che continua nel mostrarsi pura nei week end tra i propri elettori, sputando nel piatto dove mangia durante tutti i giorni feriali. Per questo il Pd presenterà una mozione di sfiducia individuale, come ha reso noto Dario Franceschini, presidente dei deputati Pd: “Le parole del ministro Bossi su Roma e i romani definiti “porci” hanno superato ogni soglia di tollerabilità e anche nelle reazioni non si può continuare a catalogarle nella categoria delle parole sfuggite o di cattivo gusto ma bisogna recuperare la capacità di reagire nelle sedi istituzionali proprie quando un ministro della Repubblica offende lo Stato, le istituzioni e il ruolo stesso che ricopre pro-tempore. Ne abbiamo parlato con Bersani e Anna Finocchiaro questo pomeriggio e domani mattina proporrò alla presidenza del gruppo di presentare una mozione di sfiducia individuale al ministro Bossi. In questo modo l’aula e ogni singolo parlamentare di maggioranza e di opposizione dovranno pronunciarsi individualmente con l’appello nominale sulla conciliabilità delle parole di Bossi e il suo ruolo di ministro”.

A parte il fatto che senza Roma e senza i ladroni che tanto denuncia Bossi politicamente non esisterebbe siamo all’apoteosi della falsità e del populismo. Bossi ha la memoria corta quando si dimentica che i soldi che finanziano la Lega e l’inesistente Padania arrivano proprio da Roma. Vuole il decentramento dei ministeri? Chissà quale per primo? Di sicuro quello dell’Economia visto che è molto recente il finanziamento di 800.000 euro per gli anni 2009/2010 della scuola Bosina di Varese. Una scuola molto fortunata la cosiddetta Libera Scuola dei Popoli Padani: nata dodici anni fa grazie all’intuizione della signora Manuela Marrone, maestra elementare e….moglie di Umberto Bossi! La signora Bossi è ovviamente ancora socia della cooperativa che gestisce la scuola e che si pone l’obiettivo di dare un’impronta di “cultura locale, alle radici e al territorio”. Una scuola per giovani leghisti, nata dalla moglie di Bossi e finanziata dai soldi di Roma ladrona. Tutto torna.

Ma non solo. Il presidente della scuola è Dario Galli, ex senatore leghista che si occupa di pedagogia del territorio. Sicuramente sarà in grado di gestire molto bene gli 800mila euro destinati all’ampliamento e alla ristrutturazione di un edificio molto recente!

“Mentre Bossi parla a vanvera contro Roma, non disdegna affatto gli 800mila euro che arrivano da Roma per la scuola privata della moglie”. Questo il primo commento di Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd. “Davvero paradossale che si finanzino scuole private perché legate alla Lega mentre si assistono a continui tagli di risorse dai fondi della scuola di tutti”.

“Oltre ad utilizzare risorse pubbliche per indottrinare i bambini – ha continuato la Puglisi – è ancora più grave che non siano stati ancora rimossi tutti i simboli padani dalla scuola di Adro. Per questo, sabato prossimo il Pd ha organizzato un incontro pubblico sotto la prefettura di Brescia per richiedere l’immediata rimozione di tutti quei simboli. Quando sosteniamo che lo stato della scuola in Italia è un chiaro segnale dell’emergenza democratica che stiamo vivendo, ci riferiamo proprio a questi fatti. Le regole istituzionali vanno rispettate da tutti. Soprattutto nella scuola”.

Gli stanziamenti che arrivano hanno un nome che è tutto un programma: il provvedimento della commissione bilancio si chiama legge mancia, “perché in quel modo senatori e deputati assegnano contributi e fondi a enti o amministrazioni che hanno particolarmente a cuore”.

Per chi volesse avere un po’ di informazioni sulla pedagogia e didattica della scuola Bosina è sconsigliato il sito ufficiale. Molto più esaustivo il portale delle Associazioni padane che mette in luce (oltre al nome padania ripetuto allo sfinimento in tutte le sue forme) che la “scuola Bosina si propone come obiettivo quello di coniugare l’insegnamento previsto dagli organismi competenti, con le esigenze del tessuto sosciale locale, di formatre futuri cittadini integrati nella realtà storica, culturale, economica e industriale che li circonda, pronti a confrontarsi con altri modelli sociali”. Di seguito sono ben evidenti gli articoli della Padania dove si legge che “sulla scuola soffia il vento del Nord”, che “il Nord è stanco di una scuola aliena e ingestibile”.

Una vera scuola privata di indottrinamento leghista pagata e sovvenzionata con soldi pubblici. E con quale faccia tosta si può ancora chiamare Roma la ladrona?

“Porci questi romani? La battuta è vecchia ma forse piace a Bossi perché ne trova quotidiana conferma nei romani che incontra più spesso, i colleghi di maggioranza e di governo. In realtà ci sarebbero pure politici e cittadini per bene, da Adro fino a Casal di Principe passando per Roma, ma l’onorevole Bossi, in ogni angolo d’Italia, riesce inspiegabilmente ad allearsi con quelli per male”. Lo dichiarato Giovanni Bachelet, deputato e presidente del Forum Politiche dell’istruzione. “Così, fra banchi di scuola marchiati col Sole delle Alpi e parolacce ai romani – ha proseguito Bachelet – tenta pateticamente di mascherare l’ennesimo insabbiamento del federalismo fiscale da parte del governo Berlusconi, con in testa il Ministro Gelmini che vuol tenersi il ministero dell’Istruzione a Roma così com’è”.

“Bossi faccia il ministro e non il comico” dichiara in una nota il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti. A chiedere il parere del sindaco Alemanno e della presidente della regione, Renata Polverini, è il commissario del Pd nel Lazio, Vannino Chiti: “Sono offese gravi, i due amministratori che ne pensano?”. A volere le scuse ai romani è anche l’ex sindaco ed ex segretario del PD, Walter Veltroni: “Bossi rispetti Roma e i Romani. Ha insultato milioni di persone. Ha insultato la capitale dello Stato e i suoi cittadini. E’ intollerabile che questi insulti vengano da un ministro della Repubblica. Il leader della Lega torna al linguaggio da trivio, segno che la crisi del centrodestra e del governo sta mordendo e lo spinge a dare il peggio di sé alla ricerca di consensi. E’ una offesa non solo a Roma e ai suoi cittadini ma è un comportamento inaccettabile da parte di un ministro della Repubblica. Bossi al posto di partecipare ai concorsi di Miss Padania dovrebbe ricordarsi di avere un ruolo istituzionale. E se non lo ricorda lui dovrebbe intervenire il presidente del consiglio per pretendere delle scuse”.

A.Dra

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