La video-dichiarazione di Bersani: “È in corso un’operazione che prelude all’ipotesi del governo Berlusconi-Bossi-Cuffaro. E sono in corso altre manovre, già successe in passato e che si ripetono: se uno promette la rinomina o comunque uno stipendio è corruzione, roba da magistratura”.
“Berlusconi in Aula dovrà sottolineare la crisi politica una crisi non rimediabile, che può preludere solo a tentativi di aggiustamento sono poco credibili e il Paese non ha tempo per aspettare. Noi chiederemo al governo di prendere atto della situazione, di andarsene e di rimettersi alla decisione del Presidente della Repubblica e delle Camere”. Così il segretario Pd Pier Luigi Bersani in merito al prossimo intervento di Berlusconi alle Camere.
“È in corso – ha continuato Bersani – un’operazione che prelude all’ipotesi del governo Berlusconi-Bossi-Cuffaro. Ma poi sono in corso altre manovre, già successe in passato e che si ripetono: se uno promette la rinomina o comunque uno stipendio è corruzione, roba da magistratura”.
“Se uno promette una rinonima, e nel caso di mancata rinomina, uno stipendio, compie un atto illegale” dice ils egretario PD riferendosi allo stipendio da 10.000 euro che secondo la Repubblica sarebbe stato promesso ai transfughi.
Anche Filippo Penati, attacca: “Il solo sospetto che anche in quest’occasione il premier abbia fatto ricorso ad argomenti non propriamente politici mina alla base la credibilità del governo. Come può un governo su cui s’allunga un’ombra del genere suscitare nei cittadini la fiducia necessaria a fare le riforme che Berlusconi annuncerà domani?”.
Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati, chiede, intima uno stop al premier: “Venga in aula e si dimetta, ha fallito. Dai rifiuti nel napoletano, ai lavoratori dipendenti impoveriti, dalla rivolta delle imprese, ai vergognosi insulti di Bossi è ormai chiaro che questo governo ha fallito. Ma forse sopravviverà ancora qualche mese per assicurare l’impunità al premier con una losca compravendita di seggi o di contratti a progetto per parlamentari compiacenti”.
Roberto Della Seta attacca il voltafaccia di Massimo Calearo: “La politica italiana non gode di buona fama tra i cittadini, per ragioni in parte più che fondate. La scelta di Calearo di aderire al centrodestra, cioè alla parte per battere la quale l’avevano votato centinaia di migliaia di elettori veneti, ingrossa queste ragioni: il comportamento di Calearo, come di tutti quelli che eletti con uno schieramento passano a quello opposto, è eticamente vergognoso”.
Il senatore aggiunge: “La transumanza di Calearo, che nelle elezioni del 2008 era capolista del Pd in Veneto, è un monumento alla cattiva politica e un insulto al principio stesso della sovranità popolare. Non so se la sua scelta nasca da promesse di posti o di altro, certamente denota un vuoto totale di qualunque senso dell’etica pubblica”.
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