La scuola pubblica, cuore della democrazia, è sotto attacco. Alle elementari, senza compresenza, si penalizza la qualità dell’apprendimento e lo star bene a scuola. Alle medie non esistono più laboratori espressivi, corsi di italiano per stranieri, interventi di recupero per favorire l’integrazione. Alle superiori, senza alcuna motivazione didattica, sono state eliminate ore di lezione: come se così si imparasse di più. La Costituzione parla di scuola laica e gratuita, ma i genitori devono sborsare contributi anche di 150-200 euro. Magari in scuole che vantano nei confronti del Ministero crediti dai 100 ai 200mila euro. La legge parla di un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità. Gelmini garantisce loro solo alcune ore a settimana. La legislazione sulla sicurezza prevede 25 alunni per aula. Gelmini parla di un minimodi 27e un massimo di 35. Senza spiegare, in caso di incendio o terremoto, di incidenti, di morte di uno studente chi ne è responsabile. Con l’inizio del nuovo anno scolastico è nato anche nella nostra regione un movimento di amministratori e docenti, politici e genitori di studenti impegnati a salvare la scuola pubblica. Ma perchè nessuno chiede ancora le dimissioni di Gelmini o propone un referendum – come avvenuto sull’acqua pubblica – anche sulla scuola pubblica?
L’Unità 26.09.10