Per il presidente della Repubblica è necessario un cambiamento, da farsi col più ampio consenso: la politica deve riformare la scuola «sanando disparità e disuguaglianze». La qualità va elevata «motivando gli insegnanti». Per fare questo, avverte Napolitano, «bisogna investire». La pratica dell’indisponibilità alla didattica non obbligatoria si è riversata dall’università alla scuola. Elena Pistolesi, coordinatrice della rete 29 aprile per l’ateneo di Modena e Reggio Emilia, conferma che la protesta dei ricercatori contro la riforma Gelmini ha spinto il Senato accademico a rinviare l’inizio delle lezioni al 14 ottobre.
I docenti di ruolo e quelli precari nella scuola stanno invitando i loro colleghi di Modena e provincia a non accettare la didattica aggiuntiva (corsi di recupero, progetti e gite scolastiche) oltre le 18 ore stabilite dal loro contratto. I primi effetti si sono registrati a Vignola dove l’assemblea sindacale del liceo Allegretti ha deciso di non sostituire i docenti precari tagliati dalla riforma Gelmini. Solo negli istituti superiori modenesi sono state tagliate 225 cattedre e 150 lavoratori Ata, mentre i precari sono oltre mille. L’orientamento dei sindacati, incalzati dal coordinamento «Politeia» guidato da Ioannis Lioumis – docente di ruolo in matematica e fisica – e dal combattivo coordinamento dei docenti precari guidato da Fabiana Stefanoni – docente precaria di storia e filosofia che anche quest’anno ha ottenuto una cattedra sul filo di lana – è quello di estendere questa nuova pratica ai 30 istituti superiori della provincia modenese. Il soggetto connettivo di queste lotte è «Politeia», un coordinamento a cui aderiscono tutti i sindacati, docenti di ruolo e precari. Nel corso dell’ultimo anno «Politeia» ha condotto una battaglia contro il sovraffollamento delle classi presentando al Presidente della Repubblica Napolitano, alla corte costituzionale e alla camera una petizione firmata da 12 mila persone contro i tagli che hanno imposto la creazione di classi da 35 persone e non da 25 come impone la legge. «A differenza degli ultimi anni – afferma Fabiana Stefanoni – cresce una nuova consapevolezza tra i docenti, su di loro pesa il taglio agli stipendi e l’aumento dell’età pensionabile delle donne». Il primo segnale di questa inversione di tendenza è venuto dall’adesione degli insegnanti di tutte le sigle sindacali allo sciopero degli scrutini a giugno. La protesta autogestita dal coordinamento dei precari è partita dall’istituto tecnico Selmi, il più popoloso della provincia, e si è diffusa fino a Carpi e a Finale Emilia. Trentaquattrenne di Monzambano in provincia di Mantova, Fabiana ha letto la Recherche di Proust viaggiando tra Mantova e Milano dove ha frequentato la scuola di specializzazione che oggi le permette di insegnare. Da sei anni misura la sua vita con i 12 punti che l’insegnamento annuale aggiunge alla sua graduatoria, ma non ha mai rinunciato all’attività politica.
Il coordinamento precari ha ricevuto la solidarietà della Rsu-Fiom della Ferrari di Maranello. Solidarietà ricambiata venerdì scorso quando Fiom e Fim hanno indetto un picchetto notturno contro i «sabati comandati». «Insieme ai precari della scuola – afferma Elvis Fischetti, delegato Fiom, irpino di 35 anni, da 14 in Ferrari – facciamo parte di una generazione che lotta contro la precarietà che è riduzione dei costi in fabbrica e a scuola». Il 16 ottobre saranno entrambi alla manifestazione della Fiom a Roma per difendere la contrattazione collettiva e dare voce ad una generazione «indisponibile».
Il Manifesto 22.09.10