Giorno: 22 Settembre 2010

"Walter, conta anche il metodo", di Piero Fassino

Caro Walter, in uno dei molti tuoi interventi di questi ultimissimi giorni hai scritto: «Discutere non è dividersi, mai. Noi dobbiamo essere una grande macchina democratica». Giusto. Ma proprio per questo – e per l’esperienza di dirigente che hai – sai che, se si parte con il piede sbagliato, la macchina rischia di bloccarsi. Proporre un documento di riflessione non solo è legittimo, è utile. Ma se si vuole che venga recepito come tale, allora non è indifferente come lo si propone. Tu che, più di ogni altro, sei esperto di comunicazione sai che un messaggio viene recepito non solo per quel che dice, ma per come è proposto. Il metodo è sostanza. C’erano molti modi per proporre la tua riflessione. In vista della direzione di domani potevi renderla pubblica, come contributo a quella discussione. Oppure potevi proporre a tutta Area Democratica – di cui fai parte – di assumere quel documento. Se proprio era necessario avere il consenso dei parlamentari potevi far arrivare il documento a tutti i deputati e senatori – comunque si …

"Regolamento formazione iniziale degli insegnanti, un'occasione perduta", di Fabrizio Dacrema

Il nuovo regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti fornisce un’ulteriore conferma della vacuità politica del Ministro Gelmini. Questa è una della poche materie in cui il Ministro ha deciso senza essere sotto il comando dei tagli ordinati da Tremonti. Avrebbe quindi potuto fornire qualche prova dei sui proclamati intenti di modernizzazione della scuola. Invece tutti i nodi che si è trovata di fronte o li ha lasciati irrisolti o li ha sciolti in senso conservatore. Parliamo di una di quelle vicende – la formazione iniziale degli insegnanti – in cui la politica scolastica italiana ha accumulato enormi ritardi. Solo i decreti delegati del 1974 (conquistati con la minaccia di sciopero generale dei sindacati confederali) stabiliscono finalmente che per insegnare è necessaria una formazione specialistica e universitaria. Passano però altri 16 anni prima che il Ministro dell’Università Ruberti predisponga i percorsi e si deve aspettare il 1998 per trovare un Ministro dell’Istruzione – Berlinguer naturalmente – che metta in atto questa riforma. Prendono così avvio i corsi di laurea in scienze della formazione primaria e le …

"Berlusconi è in fibrillazione. Paura del voto su Cosentino", di Francesco Lo Sardo

«Le mie sono intercettazioni di conversazioni normali per uno che fa politica da trent’anni in una regione come la Campania. Non chiederò l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni né il sostegno a un vincolo di maggioranza. Questo dirò: mi rimetto alla volontà dell’aula. E se la camera dovesse votare sì all’uso delle intercettazioni io dormirò lo stesso, tranquillo e sereno». Così parlava ieri al calar della sera Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario all’economia di Tremonti ma soprattutto potentissimo ras campano del Pdl alla vigilia del voto di Montecitorio sull’utilizzo delle intercettazioni nelle inchieste a suo carico. Un voto segreto, ovvero una benedizione o una maledizione, ultima spes o fucilazione alle spalle, dipende dai casi della vita: quel voto segreto croce e delizia della vita parlamentare, fonte di salvezza o causa di immani catastrofi. Sarà per questo che ieri, per tutta la giornata, Silvio Berlusconi era in fibrillazione. Non già per la sorte di Cosentino, ma per i rischi di contraccolpi sul suo governo che trema non solo e non tanto per l’incognita del voto dei finiani, attraversati da …

Napolitano: «Occorre ridurre il debito, ma non si risparmia sull’Istruzione», di Marcella Ciarnelli

«Ho conosciuto molte persone che si sono pentite di non avere studiato abbastanza, nessuno che si sia pentito di avere studiato troppo. Non perdete l’opportunità che avete e, mi raccomando, quest’anno, proprio quest’anno mettetecela tutta ». Questo l’invito affettuoso rivolto dal presidente della Repubblica al termine del discorso con cui ha dato ufficialmente il via all’anno scolastico. Migliaia di ragazzini e docenti nel cortile del Quirinale, tanti altri in collegamento dalla Reggia di Venaria nei pressi di Torino e dal Palazzo Reale di Napoli. Un filo ideale di unità tra tre luoghi simbolo nell’anno in cui sono in pieno svolgimento le celebrazione del compleanno numero centocinquanta «dell’Italia unita in cui crediamo ». Certo il Paese è molto diverso da allora. Nel secolo e mezzo trascorso ci sono stati «enormi progressi».Ma se il «complicato sistema dell’istruzione italiana» non si trova certo più a misurarsi con l’analfabetismo «restano forti disparità territoriali» e «le differenze» tra Nord e Sud «non si sono annullate». Si starà «anche correndo più in fretta di altri ma non abbiamo raggiunto i paesi …

"La vittoria dell'asse Berlusconi-Geronzi", di Massimo Giannini

La battaglia contro Alessandro Profumo e la conquista di Unicredit è l´ultima, grande operazione del capitalismo di rito berlusconiano-geronziano. L´indecoroso «dimissionamento» dell´amministratore delegato e il clamoroso ribaltone al vertice della prima banca italiana non è solo la sconfitta di una certa idea del libero mercato, dove ognuno fa il suo mestiere: la politica detta le regole del sistema, i manager gestiscono le società creando valore per gli azionisti, e i soci incassano gli utili e i dividendi. In Italia non funziona così: nelle grandi casseforti dell´economia e della finanza, spesso blindate tra partecipazioni incestuose e relazioni pericolose, politici arrembanti e azionisti deferenti si alleano per far fuori i manager disobbedienti. Letta in questa chiave, la battaglia di Piazza Cordusio e la cacciata di Profumo lasciano sul campo due sicuri vincitori: Silvio Berlusconi e Cesare Geronzi. Il presidente del Consiglio ottiene una vittoria politica, in vista dell´appuntamento cruciale che, nella sua agenda, è fissato per il marzo 2011: le elezioni anticipate. Il presidente delle Generali strappa una vittoria finanziaria, in vista della mossa che, nella sua …

"L´aquila, l´ultimo custode della città distrutta", di Jenner Meletti

Il racconto parte dalla notte del 6 aprile 2009 e arriva fino ad oggi. Passando per le speculazioni degli affaristi, le new town, il rischio di diventare come Pompei. ll silenzio non mi fa paura. Mi fa paura la città che muore. In poche ore, dopo il sisma, 45 mila persone sono scomparse dalla città. Da oltre un anno sono l´unico abitante del centro storico». Raffaele Colapietra, anni 80, una vita passata a insegnare storia all´università di Salerno, è il simbolo di un´Aquila che dopo il terremoto ha difeso la propria identità e cercato un futuro. È anche il “testimone chiave” de Il disastro. L´Aquila dopo il terremoto: le scelte e le colpe, scritto da Francesco Erbani, edizioni Laterza. Questa almeno l´impressione, dopo la lettura delle 164 pagine. Il racconto parte da quella notte del 6 aprile 2009 e arriva ai giorni nostri. Ci sono la morte e il dolore, «la cricca» che ride, gli affari, le new town che sorgono e deturpano le campagne e le montagne, i vecchi che negli hotel della costa …

"Il pericolo del ritorno al passato", di Luigi La Spina

Ci sono motivi contingenti. Ci sono evidenti pretesti. Ci sono persino questioni caratteriali. Ma sarebbe davvero miope e provinciale non alzare lo sguardo sul preoccupante segnale che la cacciata di Alessandro Profumo manda alla comunità economica e politica internazionale. Un segnale che supera la sorte personale di un manager e sul quale, invece, va concentrata l’attenzione, perché svela, con il massimo clamore mediatico, il rischio di una involuzione del sistema finanziario nel nostro Paese. L’ex amministratore delegato di Unicredit ha pagato certamente anche una serie di errori che, negli ultimi anni, hanno offuscato, ma non possono far dimenticare, il fondamentale successo della sua carriera: essere riuscito a costruire, nei quindici anni del suo mandato in piazza Cordusio, la seconda banca europea, l’unico istituto di credito italiano con una vera, grande apertura sullo scenario del mondo. Una posizione brillante, ma anche scomoda, perché esposta più di altre banche ai contraccolpi della crisi internazionale. Ma una vocazione alla quale non si deve rinunciare, per non tornare a rinchiudersi nel vecchio orizzonte dei confini nazionali. Quello preferito dalla …