Se uno ha una buona legge, dovrebbe fare di tutto per applicarla. Con il testo unico per la salute e la sicurezza sul lavoro – il decreto legislativo 81 del 2008, con cui il governo Prodi modificò e perfezionò la legge 626 – invece, il governo Berlusconi sembra agire al contrario. Modifiche, attenuazioni, decreti attuativi che vengono di volta in volta rinviati. «Sono segnali: passo dopo passo stanno spostando sempre più indietro l’asticella, d’altra parte Tremonti ha detto che la 626non ce la possiamo permettere », spiega Paola Agnello, che per la Cgil ha seguito e continua a seguire l’intero iter legislativo. Il segnale è arrivato forte e chiaro quando il governo ha deciso di modificare l’articolo 66 del testo unico. Quello che alla voce «Lavori in ambienti sospetti di inquinamento» recita: «È vietato consentire l’accesso dei lavoratori…. in ambienti e recipienti ove sia possibile il rilascio di gas deleteri, senza che sia stata previamente accertata l’assenza di pericolo per la vita e l’integrità fisica dei lavoratori medesimi». Quindi non «senza previo risanamento dell’atmosfera mediante ventilazione o altri mezzi idonei ». E «quando possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera, i lavoratori devono essere legati con cintura di sicurezza, vigilati per tutta la durata del lavoro e, ove occorra, forniti di apparecchi di protezione». È la descrizione di ciò che doveva essere fatto per evitare la morte dei tre operai nel silos di Capua. E non è stato fatto. La regola. Ciò che è stato modificato dal governo Berlusconi sono le sanzioni. Ovvero il deterrente. Nella legge 626 era previsto l’arresto da tre a sei mesi oppure l’ammenda che andava da 1.549 a 4.131 euro. Il governo Prodi ha deciso di inasprirla, prevedendo nel testo unico l’arresto da 6 a 12 mesi o l’ammenda da 4mila a 16mila euro. Il governo Berlusconi ha fatto marcia indietro, varando il decreto correttivo 106 del 2009, che torna a prevedere un arresto da tre ai sei mesi e una ammenda molto più bassa, dai 2.500 ai 6.400 euro. Sanzioni ridotte e controlli attenuati. Capua sembrerebbe un caso limite. «Ci sono molti ispettori scrupolosi nel fare il loro lavoro», assicura Paola Agnello. E però sono pochissimi. Dipendono dalle Asl, il cui bilancio tende a concentrarsi su altre voci. E, da ultimo,nella manovra estiva c’è una norma che li costringe a spostarsi solo con le auto di servizio. Che sono ancora meno degli ispettori: «Piomberanno a sorpresa a bordo di un autobus?». L’anello più debole, ripetono i sindacati, sono le aziende che lavorano in appalto. «Uno strumento fondamentale è la responsabilità in solido tra l’azienda committente e la società che esegue l’appalto», spiega Paola Agnello: «Anche quella invece è stata attenuata». Segnali. Come il provvedimento sulla semplificazione ancora in discussione. Se verrà approvato abrogherà il registro degli infortuni in azienda. Mentre i datori di lavoro saranno tenuti a denunciare solo gli incidenti solo in presenza di una prognosi superiore ai 15 giorni e non ai3comeoggi. Le statistiche sicuramente crolleranno. Ma difficilmente la sicurezza ne risulterà agevolata.
L’Unita 21.09.10