Giorno: 21 Settembre 2010

Napolitano: «Roma è l’unica capitale dello Stato unitario», di Marcella Ciarnelli

E’ una difesa convinta e consapevole del ruolo di Roma «capitale indiscussa» quella che il presidente della Repubblica pronuncia nell’aula Giulio Cesare in Campidoglio nel giorno storico in cui ricorrono i 140 anni dalla Breccia di Porta Pia, quel 20 settembre 1870 in cui Roma si ricongiunse all’Italia divenuta unita e indipendente. Ma è anche quello in cui Giorgio Napolitano è diventato ufficialmente cittadino della Capitale dopo tanti anni vissuti in questa città, «un riconoscimento che generosamente mi ha portato a far parte di una grande galleria di personalità». Pubblico e privato si mescolano nel discorso del presidente che però non rinuncia all’occasione per lanciare un chiaro monito a chi si crogiola in impossibili sogni separatisti. E’ lontano più che mai da qui il pensiero leghista. «E’ mio doveroso impegno ed assillo che non vengano ombre da nessuna parte sul patrimonio vitale ed indivisibile dell’unità nazionale, di cui è parte integrante il ruolo di Roma capitale. Un ruolo che non può essere negato, contestato o sfilacciato nella prospettiva che si è aperta e sta prendendo …

"L’ultimo Berlusconi, un re dei balcani Pdl", di Francesco Lo Sardo

Si sfrangia il Pdl, dal Nord al Sud: ultima, la rottura di Micciché. Così, senza dichiararlo, si torna all’antico, al 1994. Al nord quello che di fatto è un Polo delle libertà “PdlLega” a trazione Bossi-Tremonti, al sud il “polino” del buongoverno di Micciché che muove in queste ore i suoi primi passi, sorretto dall’invisibile ma salda mano dal lungimirante papà Marcello Dell’Utri. Intorno, un pulviscolo di oltre 14 partitini, dai socialisti alle destre di Storace, Mussolini, Santanché, al Pri di Nucara – l’ultimo è quello di Mannino e Cuffaro, che porta a quota cinque il numero di scissioni dell’Udc fomentate da Berlusconi e capeggiate da Rotondi, Giovanardi, Baccini, Pionati. Il Pdl è ridotto a una scatola vuota affidata ai triumviri Verdini, Bondi e La Russa: sedici anni dopo la discesa in campo del Cavaliere, il partito di maggioranza relativa si sta disintegrando e assume sempre più, giorno dopo giorno, le inconfondibili fattezze della Forza Italia degli albori: un’entità inafferrabile, l’ombra di un partito, un mero logo elettorale da collegare alla materialità del corpo di …

Serve salario minimo garantito

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ai microfoni del Tg1, ha lanciato la proposta di introdurre “un salario minimo garantito per legge per tutti coloro che non hanno un contratto nazionale di lavoro”. Bersani parlava da Taranto, dove ha concluso la Festa tematica del PD dedicata al lavoro ribadendo che “non si puo’ continuare a governare con le chiacchiere perché la tensione nel Paese è molto alta. Noi per crescere abbiamo bisogno di creare nuovo lavoro. Ma non mi aspetto più niente da Berlusconi, parole ne avrà tante ma fatti non ne abbiamo visti e tanto meno potremo vederli più in là”. “Io – ha aggiunto Bersani – a Torino ho cercato di indicare elementi per un progetto di lavoro perché dobbiamo metter dentro qualche regola nuova”. Già, perché chiudendo la festa democratica nazionale, il 12 settembre scorso, Bersani ha dedicato diversi passaggi del suo discorso al tema del lavoro, come questo: Un’ora di lavoro stabile non può costare meno di un’ora di lavoro precario. Parlare di lavoro vuol dire parlare anche di regole …

"Cavaliere, ci dica se la legge è uguale per tutti", di Giuseppe D'Avanzo

Dunque, martedì prossimo Silvio Berlusconi è atteso in Parlamento per un discorso che i suoi desiderano sia addirittura memorabile. Che cosa si intende per “memorabile”? Quando e come le parole di un uomo di Stato diventano storiche? Vediamo. Si sa che il premier, nel suo intervento, illustrerà i cinque punti programmatici (giustizia, Mezzogiorno, fisco, federalismo e sicurezza) per rilanciare la corsa di un governo a corto di fiato. Berlusconi chiederà ai suoi alleati ostili (Fini) o delusi (Lega) di sottoscrivere intorno alle cinque questioni un “patto” per concludere la legislatura con un decoroso rispetto delle urgenze del Paese e degli impegni elettorali. L´iniziativa può avere due esiti. Il primo, miserello. Berlusconi si accontenta di una risicata maggioranza che certifichi la sopravvivenza del suo governo e – insieme – la morte di ogni autarchia della sua leadership, costretta in una condizione di minorità politica a mendicare – di volta in volta – il consenso di Bossi, l´approvazione di Tremonti, la non belligeranza di Fini e il benestare finanche del governatore siciliano Raffaele Lombardo, di Storace, dei …

"L'Europa e il contagio della paura", di Enzo Bettiza

Il risultato del voto svedese assume un significato che fa della Svezia il campione dei profondi mutamenti che, da qualche anno, stanno sconvolgendo il panorama politico dell’Europa nordica un tempo immune da tempeste, nevrosi e paure endemicamente diffuse nelle regioni meridionali e orientali del Vecchio Continente. Il significato storico ed emblematico di quanto è emerso dalle urne scandinave va ben al di là di un semplice regolamento o spostamento di conti elettorali da sinistra e destra. Gli svedesi, assuefatti da quasi un secolo a vivere in un clima di welfare blindato, abbiente, pressoché infinito, hanno determinato col loro voto una sorta d’eutanasia rivoluzionaria: hanno staccato la presa dell’ossigeno al già indebolito partito socialdemocratico, infliggendogli, per la prima volta in ottant’anni, un catastrofico calo di oltre il 4 per cento. Sempre per la prima volta una coalizione moderata di centrodestra, guidata con accortezza dal premier Fredrik Reinfeldt ed elevata alla notevole percentuale del 49,1 (un passo dalla maggioranza assoluta), è riuscita non solo a portare a termine il mandato governativo, ma potrà e dovrà impegnarsi sia …