La Cgil deve uscire dall’angolo e «riconquistare il potere contrattuale», senza arroccarsi nella difesa dell’esistente. Parlando al direttivo che oggi avvierà le procedure per la sua successione, Guglielmo Epifani ha sottolineato – con chiaro riferimento alla Fiom che preme per lo sciopero generale –, che pur senza chiedere passi indietro a nessuno, occorre abbinare alla protesta la capacità propositiva: «Di fronte ad un attacco di queste proporzioni non sarà solo il conflitto a consentire la riconquista dei tavoli di confronto – ha detto –. Al conflitto bisogna unire capacità di proposta, la difesa del contratto nazionale è essenziale, ma passa per l’innovazione del contratto nazionale stesso».
Quindi tutta la Cgil sosterrà la giornata di mobilitazione della Fiom del 16 ottobre perché «non possiamo accettare che il sindacato più grande non sieda ai tavoli e non faccia gli accordi», ma al tempo stesso «bisogna trovare assieme le vie d’uscita da questa situazione». Per Epifani è «pretestuoso e falso dire che la Cgil non firma contratti», a questo proposito ha ricordato i «50 contratti nazionali firmati unitariamente e i 12mila accordi aziendali fatti in 2 anni, molti dei quali firmati solo dalla Fiom». Il problema, insomma, va circoscritto al contratto dei metalmeccanici e alla Fiat, «non bisogna generalizzare».
Contro la politica economica del governo la Cgil scenderà in piazza a Roma a fine novembre per «sollecitare una svolta» e denunciare «gli attacchi ai diritti lavoratori dei settori pubblici e privati», ma prima di questa data, il 29 settembre, aderirà alla giornata di mobilitazione promossa dal sindacato europeo. Ieri, in mattinata Epifani aveva espresso solidarietà ai tre operai della Fiat di Melfi licenziati dall’azienda e reintegrati dal giudice del lavoro, ancora in attesa di tornare in fabbrica, ricevuti nella sede della confederazione insieme al segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, e al vicesegretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Al termine delle consultazioni tra i 161 membri del direttivo promosse dal comitato dei saggi che sarà eletto oggi, Camusso con ogni probabilità è destinata a novembre a diventare il nuovo segretario generale della Cgil.
In risposta alla lettera inviata ai sindacati dalla presidente degli industriali, Emma Marcegaglia (si veda l’articolo a pagina 5), invitati ad un tavolo sulla crescita e le riforme, Epifani ha proposto due temi di discussione: il peso del fisco sul lavoro dipendente, la democrazia e la rappresentanza sindacale. Ed ha aggiunto un accenno polemico: «c’è bisogno che Confindustria decida perché non può confrontarsi con la Cgil e poi mettere all’angolo la Fiom». L’iniziativa del presidente di Confindustria è stata accolta positivamente dai segretari generali di Cisl e Uil: «Fa bene Marcegaglia – ha detto Raffaele Bonanni (Cisl) –. Il Paese progredisce se c’è sviluppo e questo ci sarà solo se c’è cooperazione tra le parti sociali». Luigi Angeletti (Uil) ha definito il tavolo «una buona idea, l’approccio è corretto, giusto per affrontare i problemi che abbiamo» e si è detto «pronto a discutere sulle regole per la rappresentanza» ricordando «abbiamo già fatto un accordo unitario diverso tempo fa, ma se qualcuno non è d’accordo ridiscutiamolo».
Tornando al direttivo della Cgil, Landini ha preso le distanze dall’attacco ad Epifani, lanciato il giorno precedente dal collega della Fiom Sergio Bellavita, («non è la Fiom a rischio isolamento semmai lo è la Cgil»), sostenendo che si tratta di una posizione personale, non parlava a nome della Fiom».
Il Sole 24 Ore 18.09.10