Dove vanno i soldi pubblici? In questa Italia governata dal duo Berlusconi- Tremonti prendono sempre la stessa direzione: dai poveri verso i ricchi. Con l’arrivo della crisi i soldi del sud sono andati al nord. E non solo. Le risorse destinate ai più poveri sono finite nelle tasche della classe media o addirittura dei ricchi. STUDIO Da uno studio effettuato dallo Spi Cgil che elabora i dati della Commissione di indagine sull’esclusione sociale emergono numeri disarmanti. Sui circa 4,6 miliardi di euro destinati attraverso varie misure alle famiglie meno abbienti, solo un terzo è andato a quelle che ne avevano davvero bisogno. La metà è finito nei bilanci delle famiglie ricche e del ceto benestante. «la politica sociale di questo governo ha tolto ai poveri per dare ai ricchi – dichiara Carla Cantone, segretario generale Spi Cgil – La via maestra per redistribuire la ricchezza resta quella fiscale. Lotta all’evasione e tassazione delle rendite più elevate per reperire le risorse necessarie a contrastare la povertà e aumentare il reddito di lavoro e pensioni». Le voci prese in esame dallo studio sono: social card, bonus famiglia, bonus elettrico e abolizione Ici sulla prima casa. Dei due miliardi di euro spesi per l’abolizione dell’ici, solo 23 milioni sono finiti ai cosiddetti «poveri assoluti», e 132 milioni a quelli «relativi », mentre ben 725 milioni (il 36% del totale) sono andati a vantaggio dei ricchi. Ma il grosso è andato alla classe media, con 855 milioni (pari al 43% del totale). Le famiglie medie e ricche sono state avvantaggiate anche dal bonus famiglia, la misura studiata nella manovra 2008 per aiutare i nuclei in difficoltà. Una quota del 25% del miliardo e 900 milioni destinato al bonus è finito nelle famiglie che di difficoltà non ne hanno proprio. Addirittura persino la social card, anche se per una quota minima (il 2%) è stata dirottata verso le famiglie benestanti, così come il 5% dei 282 milioni di euro spesi per il bonus elettrico. La Commissione prende in esame anche il rapporto tra bisogni e risorse stanziate. Servirebbero 4 miliardi di euro all’anno per sconfiggere la povertà assoluta: sarebbe stato utile mantenere l’ici prima casa, che, come detto, viene pagata dal ceto medio-alto. Il governo finora ha investito 182 milioni di euro (escluso il bonus famiglie che era una tantum), il5%di quanto sarebbe necessario. Ancora molti meno del presvisto risultano i beneficiari della social card. Si è lontani da quel milione e 300mila persone indicato dal governo, soprattutto per i criteri troppo stringenti che sono stati imposti. «L’effetto della carta sulla povertà assoluta è significativo, ma inferiore alle attese – scrive la commissione – L’8o% dei poveri assoluti non ottiene quel trasferimento ».
L’Unità 16.09.10