Le regioni settentrionali non sono esclusivo appannaggio della Lega, il partito di Bersani si muove.
Si comincia da Adro. Il paesino bresciano di seimila anime può diventare il luogo dove ha inizio la campagna di riconquista del Nord lanciata dal Partito democratico. Qui infatti la Lega ha passato il segno, arrogandosi il diritto di entrare in una scuola pubblica con i propri simboli. L’istituto “Gianfranco Miglio” è infatti tappezzato in ogni dove con il verde “Sole delle Alpi”, dall’ingresso al tetto, passando per banchi e panchine. Con il sindaco del Carroccio, Oscar Lancini, che rivendica con orgoglio una scelta stilistica quanto meno di parte.
Ad Adro, appunto, il Pd locale ha organizzato per sabato un presidio dalle 9 alle 12, assieme al popolo viola, all’Idv e altre associazioni, ma soprattutto assieme a tanti cittadini che non hanno tessere di partito in tasca. Un modo per difendere quel che rimane della scuola e della laicità delle istituzioni, a cui guardano con un certo interesse anche i finiani lombardi, che nei giorni scorsi hanno bollato come inaccettabile una scuola a marchio leghista.
La protesta democratica tuttavia non si esaurisce con la manifestazione di dopodomani ma continua anche a livello istituzionale, a Roma come in Lombardia. Un gruppo di senatori dem lombardi ha già presentato un’interrogazione urgente ai ministri Gelmini e Maroni, in cui si chiede «se non ritengano di dover fermare un pericoloso precedente che autorizzerebbe di fatto tutti i comuni, a seconda delle diverse maggioranze che li amministrano, a esporre simboli di partito o identitari nelle scuole o in altri edifici pubblici». Dello stesso tenore, poi, la lettera indirizzata al presidente Giorgio Napolitano dal consigliere regionale Gian Antonio Girelli, che confida in un intervento del Quirinale a difesa delle istituzioni e della libertà di tutti i cittadini. Senza dimenticare la provocazione lanciata dal gruppo democratico della provincia di Bergamo: «Allora mettiamo il Sole delle Alpi su tutti gli edifici pubblici».
Il profluvio di iniziative rivela quanto sia importante per il Pd contrastare la Lega prima di tutto sul piano culturale. «Ben vengano queste iniziative, perché dobbiamo cominciare a metterla in difficoltà con i nostri valori, che sono uguali ad Adro come a Napoli», spiega Daniele Marantelli, deputato democratico di Varese. «Ma questa è solo una parte della strategia necessaria a riconquistare dei territori che ci vedono soccombere elettoralmente dal 1995. Bisogna anche sottolineare tutte le incongruenze e le contraddizioni di un partito che vuole essere di governo a Roma e di lotta sul territorio.
Un partito che non è riuscito a mantenere le promesse fatte ai propri elettori: il federalismo attuale è solo aria fritta, i comuni sono stati messi in ginocchio da Tremonti, le opere per l’Expo non partono, le piccole imprese non ce la fanno ad andare avanti, si sono persi 100mila posti di lavoro solo in Lombardia». Tutte cose di cui si discuterà all’assemblea nazionale dem che si svolgerà l’8 e il 9 ottobre proprio a Varese. Una scelta da un forte valore simbolico, come conferma Marantelli: «In politica i simboli sono importanti, come dimostra la vicenda del Corano bruciato. Quindi quella di Varese è un’occasione che non va sprecata per far capire che la Lega si può battere, non è invincibile. Nella mia Varese, ad esempio, ha preso quattro punti percentuali meno del Pd».
da Europa Quotidiano 16.09.10
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