Giorno: 15 Settembre 2010

"Basta personalismi", di Marina Sereni

Lo dicevo quando era segretario Veltroni, poi quando a guidare il Pd è stato chiamato Franceschini e lo dico anche oggi con Bersani segretario: basta con i personalismi, basta con una dialettica fatta di formule e basta con le divisioni distruttive! Non ho votato per Bersani e credo che le idee che mi hanno portato a sostenere la candidatura di Franceschini nella fase congressuale possano ancora essere utili al Pd, a mantenere vivo il progetto di una grande forza progressista moderna e aperta. Vedo tutti i limiti del Pd che c’è e so che alcuni di essi sono anche frutto di qualche tentazione di ridurre l’ambizione e la portata innovativa del progetto del Pd. Ed è per questo motivo che ritengo sia giusto che Area democratica svolga il suo compito: quello di portare un contributo di idee, proposte, iniziativa dentro il Pd, senza unanimismi di facciata ma con uno spirito unitario e costruttivo. Ma non sono affatto d’accordo con chi pensa che si possa tenere un congresso permanentemente aperto, come se l’Italia reale non esistesse …

"Fiat, Federmeccanica e il braccio di ferro", di Nicola Cacace

Sulle ultime mosse di Fiat e Federmeccanica, protocollo Pomigliano e disdetta del contratto nazionale, c’è chi ha parlato di «riforme necessarie per rendere le imprese più competitive» (Marcegaglia) e chi «di attacco grave ed irresponsabile ai diritti sindacali» (Landini). Le innovazioni del modello Pomigliano sono, 18 turni settimanali, dalle 6 di lunedì alle 6 di domenica, raddoppio dello straordinario contrattuale, pause dimezzate. Innovazioni più vicine alla Cina che all’Europa, dove i 18 turni non sono generalizzati, e che non avvengono nemmeno in Polonia, dove i turni del sabato sono coperti dagli straordinari: eppure sono state accettate da tutti i sindacati, Fiom compresa. La rottura con la Fiom è avvenuta sulla parte finale del protocollo relativa alla “clausola di responsabilità” con forti limitazioni dei diritti sindacali. Rottura che non condivido perché, come ha detto Carniti, «l’accordo Pomigliano è un dictat impresentabile, madi fronte a un prendere o lasciare senza alternative, la Fiom doveva firmare anche per presa d’atto» (Repubblica, 23 giugno). Un sindacato non può stare a lungo senza fare accordi, così come un padronato lungimirante …

Scuola: continuano i disagi. Cronache dai territori

La rivolta dei precari «Troppi straordinari per i docenti di ruolo». Le ragioni dei docenti di ruolo: «Con il contratto bloccato e gli scatti di anzianità congelati, è inevitabile che qualcuno di noi accetti ore di straordinario». Le lamentele dei precari: «Così ci penalizzano. Non c’è spirito di categoria: nemmeno i nostri colleghi sono solidali con noi». La campagna della Flc Cgil: «Chiediamo ai professori assunti di non accettare ore aggiuntive». Scuola, è la guerra più triste, quella tra chi ha un posto sicuro e uno stipendio «non adeguato» e chi la cattedra non ce l’ha e rischia di rimanere a casa. «Ma il regolamento — sospira il provveditore, Giuliana Pupazzoni — è chiaro: chi vuole può decidere di lavorare con un orario più lungo». Gli assunti e i precari. E quella serie di «spezzoni» e «residui» che servono a completare il quadro orario di ogni scuola (dalle elementari alle superiori) su cui si consuma la polemica di questi giorni. Quattro ore di inglese, due di matematica nell’altra sezione, italiano in un’altra. Secondo il regolamento, …

"No del Pd allo scambio lodo-Mattarellum e riparte la corsa per salvare il Cavaliere", di Liana Millella

Non è neppure cominciata, perché era nelle intenzioni del Cavaliere, ma è già finita. La trattativa per ottenere dal Pd il voto favorevole sul lodo Alfano costituzionale in cambio del ritorno al Mattarellum frana sul niet senz´appello del segretario Pierluigi Bersani. Quando glielo chiedono reagisce inorridito («Mai sentita una cosa del genere, e se la sentissi la liquiderei subito»). Il tentativo berlusconiano di guadagnare un assist ed evitare il referendum sullo scudo per congelare ben tre processi si arena sul freddo stupore, quasi un ribrezzo, di Anna Finocchiaro, la presidente dei senatori democratici: «Per favore, non scherziamo. È una cosa che non esiste. Non sta né in cielo né in terra che noi ci si abbassi a un baratto con la maggioranza su questioni di così grande importanza per il Paese». E allora, se le cose stanno così, tocca rimboccarsi le maniche. Lo fa il Guardasigilli Angelino Alfano. Lo fa l´avvocato del premier Niccolò Ghedini. Lavorano per escogitare la strada giusta per risolvere una volta per tutte il dramma giudiziario del loro capo. Tra dubbi, …

"Un compromesso per la legge elettorale", di Michele Ainis

Doveva risuonare la voce d’un inglese, per raccontarci come siamo fatti noi italiani. Nell’editoriale pubblicato ieri dalla Stampa, Bill Emmott ce l’ha cantata chiara: lasciate perdere il maggioritario, dalle vostre parti non funziona. Ha generato coalizioni artificiali, governi instabili, e in conclusione zero riforme. Meglio per voi il proporzionale, anzi un proporzionale perfetto, all’irlandese. Così ogni idea, ogni opinione, ogni cultura potrà specchiarsi in Parlamento. Senza nessuna camicia di gesso, che tanto va poi regolarmente in pezzi al primo starnuto. La diagnosi di Emmott riecheggia una lezione che fu di Montesquieu: sono le leggi che devono adattarsi agli uomini, non gli uomini alle leggi. Sicché nessun vestito normativo è buono in assoluto, dipende dalla taglia del popolo che dovrà indossarlo. Anzi: secondo Montesquieu dipende anche dal clima, dal territorio, e naturalmente dalla storia. La nostra storia racconta un’Italia dei Comuni mai del tutto tramontata, tant’è che ne sopravvivono 8 mila, ciascuno rivale dell’altro. Ma se è per questo, sopravvive inoltre una congerie di corporazioni, lobby, sindacati, ordini professionali. E naturalmente di partiti, dentro e fuori …