Giorno: 14 Settembre 2010

"Forse per Gelmini la scuola pubblica è di sinistra?", di Fabio Luppino

Poteva fermarsi alla sottovalutazione bonaria dei simboli leghisti nella scuola di Adro, comunque fatto grave per un ministro. Gelmini ha voluto strafare, denotando protervia culturale e voglia di rivincite antiche quando ha detto che il pericolo vero sono i simboli di sinistra nelle scuole. Sono progressista di formazione, di sinistra ma senza illusioni, scarsamente ideologico, socialdemocratico dentro il Pci. Ma mi avrebbe molto seccato, fortemente contrariato trovare nelle scuole dei miei figli «simboli di sinistra », così come le pennellate celtiche di Adro, anche di più. Passo in rivista più e più volte quello che vedo entrando in una scuola (perché non si può essere sempre contro per principio), ma ho grandi difficoltà ad accogliere la preoccupazione del ministro. Il crocefisso? No. La foto del Presidente della Repubblica? No, non poteva parlare di quella. I presidi con la porta aperta, a volte? Certo potrebbero generare sospetti, ma di sinistra è un po’ più forte, direi. Bidelli (personale Ata, sì) senza divisa? Certo, qualche decennio fa le avevano, a volte azzurre, a volte nere, ma adesso …

"Il cambio d´abito dell´ultima ora", di Francesco Merlo

Non sono i voltagabbana e neppure i traditori, sono i topi che per tutta la vita aspettano il loro pezzo di formaggio e, come si addice ai topi vengono fuori solo quando la nave affonda, ballano tra le macerie della politica, mangiano pietanze di risulta: una fetta tagliata male, un sufflé sgonfiato, una panna smontata, roba comunque commestibile e ancora gustosa. Berlusconi fa il casting, qualche volta applica un tariffario, qualche altra si limita a spostare gli ascari da un casella all´altra, sa come solleticare le vanità, fa i conti, somma e sottrae, promette e divide, consegna la propria forza alle loro debolezze. Francesco Nucara, per esempio, che finalmente va e viene da Palazzo Chigi e da Palazzo Grazioli, era già alloggiato con Berlusconi, ma solo adesso ha smesso la vita grama che gli toccava quando il governo era solido. Il suo compito storico era infatti quello di trascinare malinconicamente ai margini del centrodestra l´identità polverosa del Partito Repubblicano. Perciò scriveva comunicati stampa che nessuno mai leggeva, inutilmente si offriva ai talk show, era come …

"La riforma epocale", di Osvaldo Roman

Meno scuola per tutti: il principio “pedagogico” della riforma Tremonti-Berlusconi-Gelmini. Oggi la Gelmini autentica “velina della riforma” la definisce epocale. In realtà di “epocale” oltre ai gravissimi danneggiamenti provocati al nostro sistema di istruzione che chiaramente favoriscono la sua privatizzazione ci sono solo: – il singolare “principio pedagogico”, (privo di precedenti almeno nell’area OCSE) che la guida, si può sintetizzare con: “meno scuola per tutti”. Infatti nessun obiettivo qualitativo è stato posto alla base della riforma. Essa si fonda soltanto su un obiettivo di risparmio della spesa. Il rapporto tra il numero degli studenti e quello degli insegnanti deve passare da quel 8,94 (7.768.506 su 868.542) dell’anno scolastico 2008-09 al 9,94 del 2011-12. Tutto il resto non interessa. Accade cosi che mentre con le misure adottate dal governo Prodi nel biennio precedente l’aumento del numero di alunni per classe, differenziato per tipi di scuole riguardava solo le situazioni dove non si verificava un eccessivo affollamento, il parametro posto da Tremonti incide sull’intero sistema. E’ evidente infatti che porsi come obiettivo un taglio “lineare” significa coinvolgere …

L’amico Gheddafi, grato, ci spara con le nostre armi

Dall’incidente nel Mediterraneo nuove polemiche sugli accordi col rais. Secondo la Capitaneria di porto di Mazara, i libici «hanno sparato per colpire». «È stato un inferno: i proiettili rimbalzavano dal ponte fino alla sala macchine. Ci siamo distesi tutti a terra pregando che nessuno di noi venisse colpito», ha raccontato il capitano Gaspare Marrone. I proiettili, fanno notare dal comando generale della Guardia costiera, «sono ben distribuiti lungo tutta la fiancata, dal pelo dell’acqua fino alle sovrastrutture, cioè le parti abitate dall’equipaggio». A essere preso di mira un motopeschereccio della flotta di Mazara del Vallo, l’Ariete. A sparare una motovedetta libica, una delle sei unità della classe Bigliani in dotazione alla Guardia di finanza, donate dal governo italiano a Gheddafi nell’ambito per il contrasto dell’immigrazione clandestina. A rendere ancora più inquietante l’episodio, la presenza a bordo di militari italiani. L’incidente è avvenuto 31 miglia al largo di Al Zwara, località libica quasi al confine con la Tunisia, nota perché è da qui che partivano le carrette del mare dirette verso Lampedusa. Il Pd ha chiesto …

Che bel avvio di anno scolastico! Cronache dai territori

“Al mercato delle maestre”, di Flavia Amabile Al mercato delle maestre si va con una pila di fogli, una cartina di Roma e provincia, e una quantità infinita di pazienza in tasca. Perché sarà stato anche il primo giorno di scuola quello di ieri ma mentre la campanella suona per far entrare gran parte degli alunni italiani nelle aule nei corridoi e negli atri di alcuni istituti si affollano centinaia di precari in attesa di recuperare una supplenza. A Roma l’appuntamento di ieri mattina per i disoccupati della scuola dell’infanzia è a pochi passi dalla stazione Termini, all’istituto Manin. Subito oltre la soglia una folla di persone scorre con ansia alcuni fogli fissati con puntine da disegno ad un pannello. Liste interminabili di nomi e codici, interrotte da alcuni segni in rosso, altri in verde, e numeri scritti, riscritti, semicancellati. L’albo delle promesse per maestre e maestri romani ancora senza lavoro. Sono persone di ogni età, mamme con bambini piccoli, coppie che si tengono per mano, anziane maestre che non sono mai riuscite a diventare …

"Così Don Vito faceva politica", di Francesco La Licata

Con il materiale ora in possesso delle Procure di Palermo e Caltanissetta, prende forma il «quadro politico» che don Vito Ciancimino ha tenuto in piedi per anni – dai Settanta fino alla morte (2002) – attraversando praticamente la storia della Dc, prima, e tentando, poi, di entrare anche nella «Seconda Repubblica». Per tutta la giornata di ieri, mattina a Palermo e pomeriggio a Caltanissetta, Massimo Ciancimino è stato sentito sui documenti recentemente acquisiti agli atti di indagini aperte da qualche tempo. Che cosa contengono quelle carte, in parte trovate nel corso della perquisizione ordinata dai magistrati di Caltanissetta, in parte consegnate dallo stesso Ciancimino? C’è di tutto, là dentro: scritti autografi di don Vito, riflessioni politiche sul partito (la Dc) che si apprestava a «mollarlo» consegnandolo all’opinione pubblica come «unico capro espiatorio» del sistema politico-mafioso. Ci sono anche «pizzini» indirizzati a Bernardo Provenzano: corrispondenza interessante sul giro di soldi che fluttuava tra partiti e cosche. E c’è lo sfogo politico di don Vito che, secondo un costume mai tramontato, denuncia di essere vittima di una …