Gli incarichi a tempo indeterminato nei confronti dei 220 mila docenti inclusi nelle graduatorie provinciali ad esaurimento dovrebbero completarsi entro i prossimi sette anni, secondo quanto ha dichiarato recentemente il ministro dell’istruzione Gelmini. Una dichiarazione che fa a pugni con quanto affermato dallo stesso ministro solo una settimana prima: «Nessun governo mai potrà assumere 220 mila precari».
I «nuovi» dati del ministro sono stati confutati anche dalla Cisl scuola in un dossier sul precariato sia con riferimento al numero dei docenti inclusi attualmente nelle graduatorie ad esaurimento, 230 mila anziché 220 mila, sia con riferimento ai tempi necessari per il loro riassorbimento mediante appunto i contratti a tempo indeterminato.
L’organizzazione ha stimato che un tempo ragionevole dovrebbe essere di 12 anni.
ItaliaOggi è andata a esaminare le proiezioni sui pensionamenti, variabile fondamentale per capire i tempi di attesa perché i precari possano entrare. Manca ovviamente un altro dato essenziale: il contingente che si vorrà di anno in anno assumere e soprattutto come lo si vorrà suddividere tra i vari canali di reclutamento, ovvero tra concorso e graduatorie a esaurimento. Se la ripartizione dovesse essere al 50%, chi sta in graduatorie piene dovrà aspettare il doppio degli anni di chi, è il caso delle materie scientifiche, è in graduatorie poco nutrite. Dal discorso esulano anche eventuali future riduzioni di organico, ulteriori rispetto al taglio agli organici che pure è previsto per il prossimo anno dal decreto 112/2008.
Tra il 2011 e il 2017 le proiezioni indicano in non oltre 206 mila il numero dei docenti che avrebbero i requisiti anagrafici e contributivi per accedere al trattamento pensionistico alla luce delle disposizioni contenute, in prima applicazione, nell’art. 12 del decreto legge 31 maggio 2010, n.78 convertito con modificazioni nella legge n. 122 del 30 luglio 2010.
L’uscita più consistente, 65.500 pensionamenti, si avrà nella scuola di secondo grado, dove l’età media dei docenti è la più alta. Al secondo posto la scuola primaria, con 57.500 uscite stimate. Nel determinare le proiezione non si è, peraltro, tenuto conto che a decorrere dal 1.1.2015 entrerà in vigore l’adeguamento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico agli incrementi della speranza di vita, e che a decorrere dal 1.1.2016 scadrà la facoltà concessa al personale femminili di accedere al trattamento pensionistico solo potendo fare valere 57 anni di anzianità e 35 di contribuzione utile a pensione, previa opzione per il sistema di calcolo contributivo. Anche se tutti i docenti in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa vigente dovessero nell’arco dei sette anni decidere di cessare dal servizio, il loro numero non sarebbe sufficiente a conferire un incarico a tempo indeterminato a quelli sono inclusi nelle graduatorie ad esaurimento, sempre che queste ultime non subiscano ulteriori incrementi per effetto di nuove inclusioni. L’operazione di riassorbimento delle graduatorie ad esaurimento non potrà, peraltro, fare venire meno il pericolo della costituzione di un ulteriore precariato rappresentato oggi dalla facoltà concessa oggi ai neo laureati di essere inseriti nelle graduatorie di terza fascia degli istituti.
ItaliaOggi 14.09.10