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Rimbocchiamoci le maniche. Come a Torino

Si chiude la Festa Democratica Nazionale, si apre una nuova stagione politica. E sembra proprio ricca e innovativa per il Partito Democratico. A Torino, in un pomeriggio di sole, Piazza Castello è gremita di bandiere del Pd che sventolano e la folla canta al suono di ‘alzati che si sta alzando la canzone popolare, se c’è qualcosa da cambiare allora si cambierà…’. Colonna sonora portante della nascita dell’Ulivo nel 1996, l’Ulivo che ora Pier Luigi Bersani, vuole ripiantare più forte e robusto che mai per superare questa difficile fase politica che sta attraversando il Paese.

Prende il via domani in tutta Italia la nuova campagna di comunicazione del Partito Democratico. Protagonista un Paese, il nostro, che appare dimenticato, assente dal dibattito e non, come sarebbe giusto, al centro di ogni riflessione. I suoi problemi e i suoi disagi sono sottomessi a letture miopi della realtà. Avevamo ragione a non essere ottimisti e ridanciani quando il premier ci invitava ad esserlo. In questo momento la gente è sul tetto e le speranze sono sottoterra. Ogni partito o coalizione seria è chiamata, anche istituzionalmente, a dare una risposta. Noi diciamo Rimbocchiamoci le maniche. Questo è il tema dominante, il cuore della nostra campagna di comunicazione: Per giorni migliori, Rimbocchiamoci le maniche. In questa prospettiva ci poniamo come il vero schieramento del fare, concretamente, seriamente, responsabilmente e umilmente, tutto ciò che necessario per vivere giorni migliori. Un promessa che è grande proprio perché addomestica un’utopia: lascia a ciascuno la libertà di immaginare giorni migliori e a tutti noi il dovere di rimboccarci le maniche.
In questa splendida città, che ha visto nascere l’Italia unita 150 anni fa, per due settimane si sono svolti incontri e dibattiti, e oggi dal palco in Piazza Castello si è conclusa la Festa. Si è cominciato osservando un minuto di sommesso silenzio per ricordare Salvatore Vassallo, il sindaco PD di Pollica, trucidato dalla camorra per l’onestà e il coraggio che messo nell’amministrare la sua cittadina.

Presenti sul palco gli esponenti della Segreteria Nazionale e molti parlamentari e senatori del Pd.

Il giornalista di youdem Cristiano Bucchi ha introdotto subito Lino Paganelli, Responsabile Nazionale Feste del Pd, che ha ringraziato i cittadini presenti alla terza Festa democratica nazionale. Paganelli ha poi ringraziato tutti i volontari che hanno permesso a dare forma al villaggio che ha ospitato per 16 giorni centinaia di migliaia di persone, a Torino. Ed ha ringraziato anche chi ha contribuito a realizzare e chi ha partecipato alle 2.172 feste del Pd in tutta Italia e che continuano: a Caserta ad esempio, inizierà la prossima settimana la festa sulla giustizia, a Palermo quella sulla sicurezza. Il Responsabile Nazionale Feste ha poi ribadito lo sconcerto per alcune critiche che sono giunte a seguito dei tafferugli accaduti durante due dibattiti sul palco di Torino: “Ci sono Partiti che si parlano addosso e che non possono permettersi di criticare le nostre feste su come sono organizzate o gestite”. Infine Paganelli ha ringraziato le 600 persone ospiti della festa, grazie ai quali si sono tenuti tanti dibattiti proficui e partecipati, ed ha ringraziato Torino, dove c’è un Pd che ci ha creduto e ce l’ha fatta”.
Sono state accolte sul palco di Piazza Castello anche due ragazze dell’Associazione Libera, accorse per presentare un ‘grappolo di diritti’, un’associazione con cui Libera vuole dare vita ad una a nuova cooperativa che riutilizzi i terreni confiscati alle mafie in Puglia, a Cerignola. Le ragazze hanno ricordato inoltre il lavoro e l’impegno che si realizza in tutta Italia, anche al nord ed hanno portato simbolicamente un barattolino di miele e un grappolo d’uva.

L’intervento accorato di Stefania Pezzopane, Responsabile del Pd per la ricostruzione dell’Abruzzo, è stata accolto con grande commozione e partecipazione dalla platea. “Per me è particolarmente emozionante parlare in questo luogo dove è stata sancita l’unità del Paese, dove ha parlato la prima Italia del Risorgimento. Io che mi sono iscritta al Partito Comunista quando Berlinguer è morto durante un comizio, non avrei mai pensato di dover piangere i miei morti uccisi tra le macerie della mia città, che si potesse consumere una pagina così nera della politica italiana, a L’Aquila. Questo governo è venuto da noi a sperimentare un modello di supremazia, di oscuramento delle nostre forze e delle nostre necessità. Sono passati 17 mesi e il centro storico de l’Aquila è un cumulo di macere e 17 mila persone non hanno casa. Sono aumentati i disoccupati. Le case non te le fanno vedere più perché stanno esplodendo i pavimenti. Siamo stati abbandonati dal governo. Berlusconi dalle elezioni provinciali non si vede e Il Presidente della Camera della Camera ha fatto un lungo discorso da Mirabello ma non ha parlatodi noi, esattamente come il presidente del Senato. Se l’Aquila rinasce, rinasce l’Italia”.

La Pezzopane ha poi sottolineato l’impegno del Partito democratico per l’Aquila, dimostrato dal fatto che tutti i deputati del Pd simbolicamente, si sono recati nella città, uscendo dalle aule del Parlamento prima della fiducia sulla Finanziaria, per invocare la necessità di una legislazione adeguata per ricostruire l’Aquila. “Vogliamo solo una legge per ricostruire L’Aquila – ha detto l’esponente democratico. Sulla ricostruzione ci sono stati scambi di anelli, regali, ci hanno lucrato ma noi siamo un popolo colto e orgoglioso molto tenace, e ci siamo rimboccati le maniche mentre altri ridevano sulla nostra tragedia”.

“Noi rivogliamo la nostra storia, i nostri monumenti. Abbiamo fatto una bellissima festa Pd sulla cultura e ci hanno detto Bondi verrà la prossima settimana, speriamo ci porti risorse. Basta con i giochetti –ha concluso Pezzopane – non abbandonateci, come ha fatto il governo. Non abbandoniamo persone come Angelo Vassallo che hanno pagato con la vita. L’Italia sa che ricostruire l’Aquila è ricostruire un pezzo di Italia. È la città del verde e del nero, speranza e lutto”.

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