"Così si va verso la giungla. Addio patto sociale", di Bruno Ugolini
Perché la Cgil, la Fiom difendono con tanta ostinazione il contratto nazionale? La risposta è facile. Perché è un modo per non disperdere in mille rivoli (come già sempre più spesso avviene attraverso il ricorso ai lavori precari e atipici) l’ esercito del lavoro. Un esercito che non è scomparso Ma è disseminato in migliaia di unità produttive mentre buona parte delle grandi fabbriche si è svuotata. Quel contratto assicura (o dovrebbe assicurare) a donne e uomini che vivono in luoghi di lavoro di ogni entità, anche minuscola, anche dove non c’è un sindacato o c’è un sindacato debole, diritti, tutele concordati nazionalmente. Se si annullasse l’Italia del lavoro diventerebbe un’Italia a pelle di leopardo, (altro che gabbie salariali), come se non bastassero le differenziazioni che già ci sono. Quelle affermate, ad esempio, con le paghe “ad personam”, per non parlare degli stipendi d’oro assegnati “al merito” di manager gonfi di sconfitte produttive. Ora quel che si vuole mettere in atto certo non è la cancellazione pura e semplice dello “scudo” nazionale, ma il suo …