Traffici in corso al Gran Bazar Montecitorio. «Non è che si fa compravendita di parlamentari. È che ci sono molti delusi…». Il coordinatore Pdl Denis Verdini la mette così, quando a sera può pavoneggiarsi soddisfatto dell´operazione che considera quasi in porto. Poche ore prima, anche il premier Berlusconi aveva rassicurato i ministri incontrati a Palazzo Grazioli prima di partire per la missione russa: «Abbiamo i numeri, possiamo andare avanti».
E i numeri (e i nomi) della «pesca» sono quelli che gli hanno sussurrato in giornata il capogruppo Pdl Cicchitto e il repubblicano Nucara.
Il gruppone di «responsabilità nazionale», o dei «cani sciolti», o degli «ascari» al quale i due hanno lavorato più di altri è quasi al traguardo. Quasi tutta gente eletta nel centrodestra (ma non pidiellini), che si appresta a formare la nuova squadra, giurare fedeltà al governo e garantire il prosieguo della legislatura.
Lunedì, Francesco Nucara, accompagnato da Francesco Pionati, andrà a relazionare ad Arcore sulla «raccolta». Fino a ieri sera, il pallottoliere di Palazzo Grazioli viaggiava ottimisticamente tra le 12 e le 15 adesioni. Ma i lavori sono ancora in corso. Più che un cuscinetto, una sorta di «calamita», che nelle intenzioni del Cavaliere dovrebbe trasformarsi in polo di attrazione per finiani e centristi delusi dai loro leader. I deputati mancanti per raggiungere i venti necessari a formare il gruppo li presterebbe il Pdl. Entro il 20 la formalizzazione, giusto qualche giorno prima del discorso in aula del premier.
Se tutto andasse secondo gli auspici di Berlusconi, a votare la fiducia sarebbero ben più dei 316 voti minimi necessari alla maggioranza. Perché ai 296 di Pdl e Lega (senza i finiani), si aggiungerebbe questo drappello di 12-15, i 5 dell´Mpa di Lombardo che hanno già dato la loro disponibilità a votare i cinque punti pur non aderendo al gruppo di «responsabilità». E infine i 34 di Futuro e libertà, i quali la fiducia comunque l´approvano. Ecco perché in serata, da Gubbio, i big pidiellini gongolano, da Verdini a Brunetta: «Magari il 28 settembre arriverà una bellissima sorpresa, più voti che la fiducia il giorno dell´insediamento di Berlusconi». Quel che è certo, per ora, è che le trattative di questo “calciomercato” fuori stagione alla Camera sono serrate e ancora in corso.
Qualcuna chiusa, per la verità. I cinque deputati di NoiSud di Adriana Poli Bortone hanno già detto sì al nuovo gruppo. Arturo Iannacone, Elio Belcastro, Antonio Gaglione, Antonio Milo, Luciano Sardelli. «Apprezziamo la scelta di Berlusconi di non tornare al voto e la sosterremo in aula, siamo anche per le dimissioni di Fini» dice chiaro Iannacone. Più cauti, ma in trattativa, i tre Libdem Italo Tanoni, Daniela Melchiorre e Maurizio Grassano. «A giorni riuniremo la direzione e valuteremo, intanto se votare o meno la fiducia, del gruppo non ne abbiamo ancora parlato» frena Tanoni. Anche perché a Palazzo Chigi ora si è aperta un´altra partita, per cercare di soddisfare chi, tra le new entry, non si accontenta della ricandidatura «certa» e punta a uno strapuntino al governo. E sembra che la Melchiorre i suoi desiderata li abbia già avanzati. Al repubblicano Nucara, che dell´operazione è un po´ il regista, è stata prospettata la casacca da capogruppo o quella da viceministro, per esempio. Costi preventivati. «Speriamo che il gruppo emerga, occorre rendere più forte il governo» è la realpolitik di Fabrizio Cicchitto. «Passaggio necessario per favorire chi vuol fare una scelta di campo, votare i cinque punti» spiega il vicecapogruppo Pdl Osvaldo Napoli.
E allora ecco Francesco Pionati, iscritto al gruppo Repubblicani-Popolari. «Non ho dubbi, sostengo l´iniziativa, il gruppo e il governo. Dubito invece sull´esito: se Berlusconi deve tirare a campare, meglio andare al voto». Ma il colpo grosso gli uomini del Cavaliere lo tentano cercando di sfilare un paio di deputati a Casini. Il quale ieri sera infatti era furente, al Tg1: «Responsabilità nazionale? Non vorrei fosse area del trasformismo, cancro della democrazia». Il fatto è che le trattative sono state aperte con il siciliano Giuseppe Drago, con il campano Michele Pisacane (la cui moglie eletta con l´Udc al consiglio regionale ha da poco lasciato il gruppo), col calabrese Mario Tassone e col pugliese Lorenzo Ria. Con gli ultimi due facendo leva sul rischio rielezione dopo gli ultimi ingressi nel partito. Ma anche su Salvatore Cuffaro (ma al Senato) e Calogero Mannino. Le incursioni in casa rutelliana sono al momento top secret, ma ci sono. Due le indiziate nel neonato Fli finiano. Catia Polidori e Souad Sbai, appena rientrate dal pellegrinaggio in Russia. «Nuovo gruppo? Un altro? Sono appena sbarcata, non so» dice la Sbai in serata. Poi c´è una discreta lista di chi ha risposto no grazie. «Mi hanno chiamato, ma io resto all´opposizione, noi del Movimento autonomo degli italiani all´estero non ci vendiamo» racconta orgoglioso Ricardo Merlo, eletto in Argentina. Ci hanno provato pure col dipietrista eletto in svizzera Antonio Razzi: «Sono coerente con le mie idee, gli ho detto, resto responsabile dell´Idv all´estero». Per ora solo tentato dal votare alcuni punti Siegfried Brugger dell´Svp.
La Repubblica 10.09.10