Giorno: 7 Settembre 2010

"Non solo Teheran, l’omicidio di gruppo che non sporca le mani", di Lorenzo Biondi

Quando un crimine colpisce tutta la società, perché minaccia l’ordine naturale delle cose, deve essere la comunità intera ad eseguire la sentenza. È l’antica brutale logica della lapidazione: non un boia solo, ma un’esecuzione collettiva. Questa punizione vecchia come il mondo (nella Bibbia vengono indicati diciotto reati da punire con la morte a sassate) non è limitata al solo Iran. Degli altri paesi si sente parlar poco: sono nazioni che non fanno notizia, perché troppo lontane o – in qualche caso – perché alleate dell’occidente. Amnesty International elenca almeno nove paesi nei quali la lapidazione è legale. Ad esempio i “civilissimi” Emirati Arabi, che nei grattacieli di Dubai ospitano uno dei centri della finanza globale. Statistiche certe però non ne esistono. La questione riaffiora sporadicamente davanti agli occhi dell’opinione pubblica occidentale, in modo più o meno casuale. Nell’estate del 2009 i quotidiani inglesi avevano raccontato della moglie di un principe saudita che era riuscita a fuggire a Londra dopo essere rimasta incinta del proprio amante. La donna aveva fatto richiesta di asilo politico, per evitare …

"Quei "pezzi" che perde il Cavaliere", di Michele Brambilla

È azzardato cercare qualche punto in comune fra il botto che ha provocato Gianfranco Fini e quello che ha ottenuto il nuovo tg di Enrico Mentana? Forse no. E vediamo di capire perché. Fino a qualche tempo fa i due appartenevano in qualche modo all’universo berlusconiano. Il primo, dopo una vita passata in quell’angolo in cui era relegato il neofascismo italiano, fu sdoganato nel 1993 con una battuta che è il vero esordio politico di Berlusconi («Se fossi un cittadino romano voterei Fini sindaco»). Dopo di che, per sedici anni Fini è stato per il Cavaliere un alleato fedele: per certi versi ancora più fedele di Bossi, visto che mai si è presentato alle politiche da solo (a differenza della Lega); e visto che meno di tre anni fa ha accettato di sciogliere il suo partito, An, per fondersi con Forza Italia. Il secondo, Mentana, dei giornalisti delle aziende di famiglia non è mai stato uno dei più zelanti adulatori del capo: ma neppure si può dire che sia stato frondista, o men che meno …

"Giù le mani dalla scuola tre/sei", di Franco Frabboni

In queste settimane i quotidiani nazionali hanno alzato al cielo un grido d’allarme: la nostra gloriosa scuola dell’infanzia veste a lutto. Piange il suo smantellamento sotto i colpi di piccone della Gelmini: meno-risorse agli enti locali, meno-edilizia, meno-posti/bimbo, meno-insegnanti, meno-dade. Risultato: meno qualità educativa. Su queste macerie, il Ministro trasforma la scuola tre/sei in un parcheggio fai-da-te: sfigurandola sia con la nidizzazione in-entrata (porte aperte ai pupi di due-anni-e-mezzo), sia con la liberalizzazione della sua terminalità (a cinque-anni-e-mezzo si può debuttare nell’obbligo). Popolata di “mezzi-anni”, la prima/scuola dovrà giocoforza rinunciare al ruolo di architrave del sistema formativo di base. Critichiamo aspramente la Gelmini per il suo strabismo nei confronti della scuola dell’infanzia. Le attribuisce un bassissimo quoziente educativo, tanto da relegarla a servizio non/prioritario per la famiglia. Questa, la conferma. Al settimanale Chi il Ministro si è lasciata andare a una confidenza di grave incultura pedagogica. Queste, le parole dell’intervista: quando porterò mia figlia Emma alla scuola primaria immagino che indosserà un bel grembiulino bianco, che avrà nello zainetto una lavagna interattiva multimediale, un e-book …

"Un eroe del Sud", di Ermete Realacci

Meno di un mese fa, durante le vacanze, ho trascorso un’intera giornata insieme ad Angelo Vassallo. Non la finiva più di raccontarmi tutto quello che aveva fatto e stava facendo per la sua terra. Con orgoglio e passione mi mostrava i risultati di quella battaglia vinta, oppure il centro culturale multiservizi per gli anziani appena inaugurato, o ancora un angolo nascosto del suo meraviglioso territorio. Mentre assaporavamo fichi del Cilento. Angelo era un amico, un uomo coraggioso che amava la sua terra e le sue origini di pescatore e che aveva fatto dell’ambiente e della lotta all’illegalità le sue bandiere. Sapeva che per il futuro dell’amato Sud, lottare contro la devastazione dell’ambiente e contro la criminalità organizzata era come combattere con due facce della stessa medaglia e che per guardare al futuro bisognava scommettere sui talenti del territorio. Su questi temi aveva costruito l’impegno della sua amministrazione comunale che governava dal 1995 con una sola breve interruzione di sei mesi. Era un ottimo sindaco, di quelli che fanno buona politica e dai quali si dovrebbe …

Festa del Pd, nel mirino la riforma. «Scuola verso la distruzione», di Chiara Cecutta

L’attuale sistema scolastico, «al centro di un processo di distruzione», come lo stigmatizza Manuela Ghizzoni, deputata del Pd, è stato il tema dell’incontro conclusivo della Festa cittadina del Partito Democratico. Ad animare una serata che ha richiamato un pubblico partecipe – tra le fila anche una rappresentanza dei docenti e del personale Ata aderenti alla Flc Cgil, Cisl Scuola e Fgu Gilda – è stato un dibattito serrato nel quale la deputata Ghizzoni, l’assessore regionale dell’Emilia Romagna Patrizio Bianchi e Giancarlo Sacchi, responsabile scuola e formazione dell’esecutivo provinciale del Pd di Piacenza, in veste di moderatore, hanno messo in luce le problematiche che attanaglieranno il nuovo anno scolastico ormai alle porte. L’anno scolastico si apre per Ghizzoni in una «situazione di profonda incertezza e precarietà, non solo dal punto di vista dei lavoratori, ma anche dal punto di vista dell’offerta formativa e dell’impostazione del piano didattico». Sulla riforma della scuola firmata Gelmini la deputata non nutre grande fiducia. «Ravvedo – ha detto – molti segnali negativi, che fanno preludere ad un decremento dell’offerta formativa nel …

"Sulla pelle dei bambini. Nel settore pubblico, tutti uguali?", di Maria Rosa Ardizzone

Ha ragione Sergio Luzzatto su Il sole 24 ore di oggi quando afferma che i settori del pubblico impiego non sono tutti uguali. Alla riduzione di spesa nella scuola non possono essere applicati gli stessi criteri di carattere quantitativo che possono regolare altri comparti della pubblica amministrazione. I precari non sono soltanto quantità e numeri, le ore assegnate alle discipline non sono soltanto numeri e neppure il tempo scuola. E questo vale in tutti gli ordini di scuola. In molti stentano a credere alla bandiera sventolata da questo governo che la scuola della qualità e del merito debba necessariamente passare per questi tagli indiscriminati. Questa tesi non convince i molti che di scuola si occupano da anni e che ci lavorano. Una tesi portata avanti dal governo in carica e dal Ministro che non riescono ad essere smontata neppure dai più accorti e diligenti giornalisti in conferenza stampa. Ne è la prova l’ultima conferenza stampa, tenuta ieri 2 settembre, a palazzo Chigi. Gli interventi dei giornalisti non hanno centrato il vero bersaglio. Le domande sono …

"Scrittrici scollate", di Flavia Amabile

Dopo il botta e risposta con Vespa a Michela Murgia diranno di tutto a questo punto. La definiranno vetero-femminista o, come Vespa, una donna con poco umorismo. Sarà. Che umorismo volgare, però. Chissà quali salotti ha frequentato Bruno Vespa per giudicare divertenti frasi che non sarebbero ammesse se non in ambienti non particolarmente eleganti. Immagino anche che cosa diranno a Silvia Avallone. Se non desiderava commenti sul suo decolleté bastava non indossare un vestito così scollato. Di fronte a simili obiezioni viene da ridere se non ci fosse da piangere. Chi risponde in questo modo non ha idea di che cosa sia un abito da sera e un’occasione come quella della premiazione per il Campiello. Sarebbe come se alla serata finale degli Oscar un’attrice indossasse un abito scollato e il presentatore invece di parlare dei suoi meriti professionali decantasse il suo fisico. Mai visto qualcosa del genere? Mai. E, comunque, bisogna per forza ridere, anche di fronte alle battute da caserma che non fanno ridere nemmeno un po’ solo provare un po’ di compassione per …