Sono arrivati anche i carabinieri alla chiamata dei supplenti annuali di Lettere delle medie, ieri mattina, alla scuola di via Ada Negri. All’inizio delle operazioni un rappresentante del comitato precari ha preso il microfono per comunicare la mobilitazione del pomeriggio (il programma in progress ha incluso, alla fine, marcia dall’istituto Berti al Provveditorato, presidio, incontro con il provveditore, spedizione alla Festa del Pd per incontrare Bersani), ma la funzionaria Caterina Petrasanta ha reagito annunciando una telefonata alla forza pubblica. Ne è seguito un lungo momento di tensione con i docenti – oltre 200 i presenti – ad urlare «vergogna!».
Poco dopo nell’aula magna sono entrati i militari che hanno preso atto dell’accaduto e se ne sono andati. Le operazioni sono quindi iniziate: chiamata di un docente, scelta del posto, annuncio dell’abbinamento. Così fino al pomeriggio: 350 cattedre assegnate, graduatoria praticamente esaurita. Una giornata, quella di ieri, in via Ada Negri, come al Berti (cattedre di diritto, discipline tecniche, educazione fisica), come alle nomine del personale non docente, filata tra speranze, soddisfazione per il posto ottenuto, delusioni e molta solidarietà per i tanti che sembrano non avere speranza di ottenere un lavoro.
Come per Rosa Salsedo, arrivata due anni fa dalla Sicilia per insegnare alle superiori. «Lo scorso anno nella mia classe di concorso, italiano e latino, la 051, sono state fatte 94 nomine, quest’anno 4… Io e il mio fidanzato saremo disoccupati». Monica F. lunedì aveva dovuto rinunciare ad una cattedra «intera» a Cuorgnè alle superiori e ieri ci riprovava alle medie. «Quella cattedra sarebbe stata una soluzione, ma come ci arrivo a Cuorgnè ogni giorno? Ho una figlia di 5 anni, dovrei assumere una baby sitter? E come la pago?».
Monica ha anche ricordato lo scandalo di un costo che sta diventando obbligatorio per gli insegnanti in graduatoria, «i corsi di specializzazione on line che valgono 3 punti. Se non li fai vieni superato da altri. È una farsa, la speculazione di alcune agenzie di formazione avallata dal ministero». Raffaella: «Io non ho figli, ma ho il mutuo da pagare e così ho accettato una cattedra a Ivrea. Scade il 30 giugno ed è fatta di tre spezzoni, due diurni e uno serale. Ora sono qui sperando di trovare qualcosa di più vicino a casa».
Cecilia Costa è indignata: «Finirà che tanti prenderanno la disoccupazione perché hanno lavorato in passato, mentre nelle scuole ci saranno classi superaffollate e ragazzi disabili da aiutare. Che senso ha spendere in questo modo?». Di sera, alla Festa del Pd, Matteo Saudino, docente precario di Filosofia, è intervenuto per spiegare a Bersani la sofferenza della categoria. «È il più grande licenziamento in massa nella storia della Repubblica: 78 mila insegnanti, tre volte Mirafiori. È un’emergenza sociale». Il segretario gli ha risposto che la scuola è al primo posto nei programmi del Pd. E che se andrà al governo cancellerà la riforma Gelmini.
La Stampa 02.09.10