“Disagi per tutti e nulla sui precari. 40 minuti di propaganda per magnificare la ‘riforma epocale’ e per sottrarre alle responsabilità la sua parte politica che ha governato per 8 anni nell’ultimo decennio.
Il ministro Gelmini ha negato le difficoltà oggettive dovute, alla drastica riduzione delle risorse finanziarie e umane che accompagneranno il prossimo anno scolastico a causa delle sue scelte. Evidentemente fuori da Palazzo Chigi docenti, precari, dirigenti, studenti e famiglie sono tutti in preda ad allucinazioni collettive circa il sovraffollamento delle classi, la riduzione degli insegnamenti e delle attività di laboratorio nelle scuole superiori, il tempo peinoe il tempo prolungato non concessi sebbene richieste dalle famiglie, precari che saranno estromessi dall’insegnamento a differenza degli anni passati. Questa e la realtà che il ministro cocciutamente non vuole vedere e neppure ascoltare visto il rifiuto di incontrare i precari che da giorni sono in sciopero della fame. Non si tratta di agitatori politici come vuol far credere il ministro ma di persone che difendono il loro lavoro. “
Lo ha dichiarato Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd della commissione Cultura della Camera.
“Sui precari – prosegue Ghizzoni – ha insistito sugli accordi regionali mentre la sola strada possibile è l’immissione in ruolocosì come prevedeva il piano del governo Prodi: 150 mila docenti reclutati in 3 anni per garantire il diritto degli studenti alla continuità didattica e il lavoro ai professionisti precari. In quanto anche in questo modo si contribuisce alla qualità della scuola, mentre il governo Berlusconi ha preferito interrompere questo programma e ora se ne deve assumere la responsabilità. Inmerito ai precari che non avranno la conferma di nominaè proprio il caso di dirlo che uno zero fa la differenza. Nonsaranno infatti 2000 come ha sostenuto il ministro bensì 20.000 per tre motivi taciuti dal ministro: la diminuzione di quasi 20 mila unità dell’organico di diritto, la presenza di 12 mila docenti in sovrannumero e la riduzione a circa 30 mila dei posti da riservare ai precari per il sostegno.”
“Un concetto – aggiunge Ghizzoni- non è mai apparso nella conferenza stampa: investire nella scuola. Su questo punto la ministra è stata molto chiara: per l’edilizia scolastica, per le nuove tecnologie, per l’aggiornamento insegnantile risorse si vanno a prendere risparmiando sul personale. Il ricatto del Ministro è: tolgo i soldi per il personale così posso investire. Per questo motivo nel 2008 ha deciso di tagliare 87mila posti in 3anni.
Preoccupa il fatto che il ministro non sia sfiorato dall’idea di investire di più nel sistema dell’istruzione visto che secondo i dati Eurostat su questo punto siamo al 18° posto nella classifica dei paesi dell’Unione. Allarmaquindi – conclude Ghizzoni – che al ministro sia estraneo un pensiero: la produzione e il consumo della conoscenza sono essenziali alla crescita del paese cosi come alla democrazia.”
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Un anno scolastico all’insegna della rabbia e della protesta
Lo sciopero della fame degli insegnanti di Palermo davanti a Montecitorio ha dato il via: da Livorno a Campobasso, a Napoli, a Milano, in Friuli, la protesta dei precari della scuola si estende a tutto il Paese e dilaga inarrestabile.
Comincia così quest’anno scolastico: all’insegna di proteste estreme e di un diffuso e
profondo malessere. Il ministro Gelmini però non se ne preoccupa, non vi presta la
minima attenzione, non dà nessuna risposta. Va avanti senza incertezze, pur se un iter
legislativo incompleto, che riguarda tutta la scuola superiore, e i tanti ricorsi vinti da
associazioni e sindacati, indurrebbero alla prudenza.
Intanto la scuola, l’educazione, il futuro e i diritti delle persone si dissolvono come
neve al sole e la precarietà del lavoro diventa una dimensione irreversibile
dell’esistenza.
Nel momento in cui si riparte, all’inizio di questo nuovo anno scolastico, il Cidi si
associa all’indignazione che sta crescendo nelle scuole.
Vogliamo far sentire a coloro che con tanta forza protestano per la difesa del proprio
posto di lavoro tutta la solidarietà possibile, e invitare le scuole ad alzare la testa, a
rendere assordante e inarrestabile la rabbia e la protesta perché la precarietà dei
nostri colleghi è la precarietà di tutta la scuola pubblica.
CIDI Centro Iniziativa Democratica Insegnanti
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“Non possiamo assorbire i precari. Con 51 giorni di assenza bocciatura”
Le assenze nel corso dell’anno non potranno superare i 50 giorni, pena la bocciatura. E’ una delle novità annunciate dal ministro Mariastella Gelmini, che ha presentato stamane le linee guida dell’anno scolastico 2010-2011 con i primi effetti della riforma, che dispone in tutte le scuole più attenzione allo studio del Novecento, e maggior impegno sull’italiano e sulla lingua straniera.
Il ministro s’è detta contraria all’abolizione dei test d’ammissione all’università – compresa la facoltà di Medicina -, e ha anche affrontato il nodo dei precari, «il frutto delle politiche del passato». Ha parlato del fatto che il 97% dei fondi di cui dispone la scuola è destinato agli stipendi, indicando come «indispensabile» il «riequilibrio delle risorse». Poi ha espresso «solidarietà» ai precari, ma «nessun Governo è in grado di assorbirne 200 mila: prioritario è non crearne altri». Però «molti hanno rifiutato dei posti di lavoro, preferendo l’indennità di disoccupazione», e «la politica deve smettere di strumentalizzare e il loro disagio».
Ed ecco i contenuti della riforma, secondo il ministro «epocale». Per i licei si supera la legge Gentile del 1923 e per i tecnici «si assumono iniziative attese da 80 anni». Vengono «ripensati i quadri orari», come sostenuto dall’Ocse, «vengono incrementati gli orari della matematica, della fisica e delle scienze» e «potenziato lo studio delle lingue, con la presenza obbligatoria dell’insegnamento di una lingua straniera nei 5 anni dei licei ed eventualmente di una seconda lingua straniera», usando la quota di autonomia degli istituti. Non solo, «una materia del quinto anno sarà insegnata in inglese».
Nascono due nuovi licei, il liceo musicale e coreutico e quello delle scienze umane, mentre «il governo punta molto sugli istituti tecnici e professionali» non più concepiti, ha detto il ministro Gelmini, «come tipologia di scuola di secondo ordine». Sono, infatti, «più di 50mila i profili tecnici richiesti dall’impresa che la scuola non riesce a formare». Un rilancio della cultura tecnica e professionale come risposta alla crisi.
Nasce anche una nuova filiera non universitaria che «dura 2 anni e vede università, scuole e aziende protagoniste della formazione». Si tratta degli istituti tecnici superiori post-secondaria creati «per formare figure professionali richieste dal mondo del lavoro». E che, ha sottolineato il ministro Gelmini, andranno a sostituire i corsi di laurea triennali «che si sono rivelati poco utili per favorire l’occupazione»
E’ in arrivo anche la progressione in carriera degli insegnanti basata sul merito: «Abbiamo aperto un tavolo con i sindacati. In Europa solo Italia e Grecia non hanno un avanzamento per merito nella carriera degli insegnanti». Bisogna, per la Gelmini, «superare l’egualitarismo e investire sulla qualità». Ha poi spiegato che quest’anno «sono stati recuperati 10 mila posti di lavoro», rispetto alla precedente Finanziaria che tagliava 40 mila posti. E, secondo la Gelmini, non è vero che gli insegnanti di sostegno sono diminuiti nella scuola italiana. «Abbiamo incrementato gli insegnati di sostegno di 2.700 unità – ha detto il ministro – perchè non devono mancare laddove ce n’è effettivo bisogno».
Questa mattina i 729mila insegnanti e le 237mila unità di personale non docente si sono ritrovati dopo la pausa estiva per svolgere le riunioni collegiali preparatorie alla ripresa delle lezioni. L’anno scolastico parte comunque tra le polemiche sui 250mila insegnanti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, la maggior parte di quali accede solo a supplenze brevi. Quattro precari della scuola milanese sono entrati in sciopero della fame, seguendo l’esempio dei colleghi di Taranto, Roma, Benevento e Pordenone.
www.lastampa.it
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Gelmini all’attacco dai precari “Strumentalizzati dalla politica”, di Salvo Intravaia
Il ministro a Palazzo Chigi presenta le novità dell’anno scolatico 2010-2011 e affronta la questione dei lavoratori della scuola. Chiede alle forze politiche di non strumentalizzarla e si dice disponibile al confronto “ma solo se si tratta di ragionare in un clima costruttivo e su dati veri”. Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, non incontrerà i precari in sciopero della fame da giorni in mezza Italia. L’attesa per la conferenza stampa sull’avvio dell’anno scolastico di questa mattina a Palazzo Chigi era tutta per loro: i precari che manifestano contro i tagli. La Gelmini ha parlato delle novità che accompagneranno l’inizio delle lezioni. In primis: la riforma “epocale” della scuola secondaria di secondo grado, che parte fra qualche giorno dalle prime classi. Ha poi parlato del tempo pieno alla scuola elementare, che secondo i conteggi del ministero aumenta rispetto all’anno scorso, del sostegno, del nuovo concorso per dirigente scolastico e della riforma “epocale” del reclutamento degli insegnanti, che dovrebbe porre un freno al precariato.
Ma l’attenzione era focalizzata su precari. Di fronte alle proteste di piazza, la Gelmini esprime “solidarietà ai precari che manifestano il loro disagio” per la perdita del lavoro causata dei tagli, ma al momento non li incontrerà. “Ho incontrato i precari tante volte”, ha detto il ministro. E chi si attendeva una apertura dall’inquilino di viale Trastevere è rimasto deluso. Il ministro non incontrerà i precari perché sono stati strumentalizzati da forze politiche. “Non occorre strumentalizzare il disagio come stanno facendo in questo momento alcune forze politiche. Si scopre – risponde – che alcuni di quelli che protestano in piazza non sono precari ma esponenti di Italia del valori”.
E per spiegare l’ineluttabilità dei tagli che dovrebbero rimettere in piedi la scuola ha detto: “Il governo non è onnipotente e non può tutto. Siamo in un momento di crisi e occorre razionalizzare le risorse al meglio”. “Non è possibile – prosegue – che il 97 per cento delle risorse complessive, 43 miliardi di euro circa, vengano utilizzate per stipendi come adesso. Se vogliamo una scuola di qualità non si può spendere solo il 3 per cento delle risorse”. Secondo la Gelmini 760 mila docenti in Italia “sono più che sufficienti” e il taglio “vero” sui precari effettuato dal governo sarebbe di appena 12 mila cattedre: 10 mila l’anno scorso e 2 mila quest’anno. In pratica, i pensionamenti hanno attenuato la sforbiciata di 67 mila cattedre in due anni.
“I precari in sciopero della fame chiedono da giorni di incontrarla, lo farà?”, chiede una cronista. “No, al momento”, risponde il ministro, che prosegue: “Chi protesa non sa ancora di essere stato escluso dalle supplenze, questo si vedrà fra qualche settimana e non voglio aggiunge altre tensioni proprio in avvio dell’anno scolastico. Sono disponibile a un incontro con i precari quando vedrò che la nostra azione a sostegno anche dei precari sarà giustamente considerata e poi anche quando verificherò che gli accordi con le Regioni verranno adeguatamente presi in considerazione”, spiega il ministro, chiarendo che “se si preferisce l’indennità di disoccupazione alle possibilità che si aprono con gli accordi regionali” allora c’è qualcosa che va verificato.
Il governo, oltre a tagliare 87 mila cattedre e 42 posti di personale non docente in tre anni, starebbe facendo tanto per i precari: un decreto salva-precari che dà la priorità nell’attribuzione delle supplenze a color che hanno perso la cattedra e una serie di accordi regionali che, sfruttando fondi Ue, impegnano a scuola una fetta dei precari “tagliati”. Sulla questione del precariato, la ministra è netta. “Duecento mila precari sono il frutto di decenni di politica in cui si sono distribuiti posti che la scuola non era in grado di assorbire. Se si vuole far passare l’idea che 200 mila precari sono frutto della Finanziaria e dell’azione del governo Berlusconi, allora non sono disponibile. Non sono disponibile a prestare il fianco agli attacchi al governo che può essere anche legittimo, ma noi andiamo avanti a lavorare”.
Il resto della conferenza stampa ha toccato il tema delle novità. Il ministro snocciola dati, parla di sostegno e tempo pieno. Fra pochi giorni, parte la riforma della scuola secondaria di secondo grado: “docenti e dirigenti sono stati messi nelle condizioni di operare al meglio”. Le famiglie hanno premiato le novità: come i licei linguistici e i musicali. Inoltre, in un biennio il tempo pieno alla scuola elementare è cresciuto del 3 per cento. Per il ministro, il governo ha anche tutelato gli alunni disabili. “I posti per il sostegno cresceranno a 93 mila e 700 unità. Nessun disabile rimarrà senza sostegno, ma non ci devono essere sprechi”.
“Il libro dei sogni del ministro Gelmini – dichiara Francesca Puglisi, responsabile Scuola per la segreteria del Pd – contrasta con la drammatica realtà della scuola e dei problemi che si riverseranno sulle famiglie italiane: l’anno scolastico parte con 50 mila classi senza insegnanti, mille e 600 senza presidi, 8 miliardi di euro in meno in tre anni e 170 mila docenti e dipendenti della scuola pubblica lasciati per strada dopo anni di lavoro. Il resto, purtroppo, sono solo chiacchiere e numeri che non hanno alcun riscontro nella realtà. D’altra parte – conclude – non ci vorrà molto per appurarlo, visto che tra poco i nostri ragazzi toccheranno con mano i problemi della scuola e constateranno di persona se, ad esempio, come dice il ministro Gelmini, il tempo pieno è aumentato o no”.
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Gelmini non incontra i precari. La finta solidarietà di un minsitro, di Maristella Iervasi
Si vanta di «aver fatto molto per loro». Eppure i precari della scuola sono alla fame da Ferragosto. Lei, il ministro dell’Istruzione, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, continua a ignorare la protesta che da Palermo si è estesa in tutt’Italia. Rivendica senza vergogna l’ attivita del governo per risolvere la questione del precariato, a partire dal cosiddetto dl salva precari agli accordi con le regioni e ha detto chiaro: «i precari che noi abbiamo ereditato sono un numero spaventoso». Se si considerano precari anche coloro che «hanno fatto una supplenza sola. Sono 229 mila a fronte dei 700 mila insegnanti già impiegati nella scuola. E 700 mila è un numero sufficiente per far fronte al bisogno di insegnanti del paese». Per il ministro è necessario che la politica del passato faccia autocritica perchè sono stati «distribuiti posti di cui la scuola non aveva bisogno. Nessun governo può assorbire 200 mila precari».
«Adesso non li incontro»
Altro che solidarietà verso i prof in protesta. «Protestano – ha spiegato la Gelmini – senza ancora essere stati esclusi. Una protesta legittima ma non motivata. Non si tratta di persone che sono state licenziate, presumono di non avere un posto di lavoro, ma il ministero non ha ancora completato le operazioni. Vedremo – ha aggiunto – quanti precari risponderanno positivamente agli accordi regionali, se poi preferiscono l’indennità di disoccupazione….». Il ministro ha comunque assicurato che una volta completate le operazioni continuerà a incontrare i precari, a sentire le loro ragioni, «ma non voglio essere coinvolta in una contrapposizione politica che – ha osservato – avrebbe un impatto negativo sull’avvio dell’anno scolastico».
Poi Marystar Gelmini annuncia nuovi provvedimenti per l’anno scolastico che sta per cominciare: «Non si potranno superare i cinquanta giorni di assenza, pena la bocciatura». Questa misura – ha sottolineato il ministro – «servirà anche a bloccare la prassi di certi diplomifici dove si arriva al diploma pur avendo frequentato poco o nulla».
www.unita.it