"Un medico non si fa a colpi di crocette", di Ignazio Marino*
Caro direttore, sono 90 mila le ragazze e i ragazzi che oggi affronteranno i test d’ammissione alle facoltà di Medicina. Novantamila persone, ognuna con la sua storia, con la sua cultura, con la sua sensibilità, con la sua attitudine all’ascolto e alla solidarietà. Qualcuno saprà fin dove Alessandro Magno spinse i confini del suo impero, altri riconosceranno i versi di Pavese, in molti sapranno dire chi era Ippocrate. Ma nessuno sarà in grado di rispondere alla domanda: fare il medico è un mestiere o una missione? Nessuno potrà farlo, semplicemente perché questa domanda non figurerà tra quelle 80 alle quali il medico del 2016 dovrà rispondere in queste ore. A nessuno di loro verrà chiesto, neanche in un colloquio psico-attitudinale, perché vuole fare il medico, com’è nata la sua vocazione. Se c’è. Credo che una cultura generale sia necessaria per affrontare il mondo, ma per essere medico oltre che per farlo occorre avere dentro anche empatia, senso di responsabilità, capacità di prendersi cura dell’altro, attitudini che nessuna crocetta su un test a risposta multipla potrà …