Mese: Agosto 2010

Licei, il classico non piace più crollano le iscrizioni alle prime

Ecco i dati del Ministero. Boom per i linguistici. Molto gettonata l´opzione Scienze applicate, corso dello Scientifico senza il Latino. Crollano i licei classici e decollano i linguistici dell´era Gelmini. Bene scientifici e artistici, in crescita rispetto all´anno scorso. Continuano invece a perdere iscritti gli istituti tecnici e i professionali. In vista della prossima apertura dell´anno scolastico, il ministero dell´Istruzione ha completato la raccolta dei dati riguardanti gli alunni iscritti nelle classi della scuola secondaria di secondo grado, che quest´anno avvia la riforma partendo dalle prime. Tra rinvii e polemiche, lo scorso mese di marzo, famiglie e studenti italiani hanno scelto tra i nuovi licei previsti dalla riforma (classico, scientifico, delle scienze umane, linguistico, artistico, musicale/coreutico), i nuovi indirizzi dell´istituto tecnico e quelli dell´istituto professionale riformato. Soltanto adesso è possibile avere una fotografia degli indirizzi promossi e di quelli bocciati da ragazzi e genitori. Il confronto con gli iscritti in prima dello scorso anno è significativo: i licei classici perdono una fetta considerevole di alunni ed è boom per i licei linguistici di nuova formazione. …

""Lavorare in sicurezza è un lusso". Bufera sulle parole di Tremonti", di Felicia Masocco

«Un lusso che l’Italia non può permettersi ». Questo sarebbe per il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, la 626, la legge che detta le regole della sicurezza sul lavoro. Tremonti aveva espresso il suo pensiero mercoledì sera, alla Berghem Fest, festa della Lega ad Alzano Lombardo. In realtà qualcosa lo aveva detto qualche ora prima, al meeting di Rimini, ma lì era stato più generico, parlando di «diritti perfetti» che l’Italia non può più permettersi altrimenti le fabbriche vanno altrove. Il pensiero è andato alla Fiat e alla vicenda di questi giorni. Da Alzano è arrivata invece la precisazione-boomerang: il «lusso» era la sicurezza sul lavoro. Uno schiaffo, in un Paese in cui il lavoro uccide in media tre persone al giorno e ne ferisce -spesso invalidandoli gravemente- centinaia di migliaia in un anno. Contro le parole del ministro si è aperto un fuoco di fila, critiche che hanno costretto Tremonti ad intervenire nuovamente: «Una polemica eccessiva per cinque parole, cinque». COSTRETTO A CORREGGERSI Non sono parole per l’Anmil, l’associazione dei mutilati e degli invalidi per …

"Sprechigi", di Tommaso Cerno e Primo Di Nicola

Dalle radio della Guerra Fredda alla “Memoria del Futuro”, dal Concordato alla biosicurezza: ecco i 90 comitati della presidenza del Consiglio. Uffici spesso inutili ma con migliaia di poltrone e consulenze. C’è un ufficio a Roma che teme ancora la Jugoslavia comunista. Un comitato, inventato nel 1956, con il compito di regolare le trasmissioni della neonata Rai nel territorio di Trieste. Divisa in zone dopo la seconda guerra mondiale. Bene, quell’ufficio esiste ancora. Poco importa se il muro di Berlino è crollato, i confini non ci sono più, la Slovenia fa parte dell’Unione europea e la Rai si vede bene pure da Lubiana. Ad aprile il governo Berlusconi l’ha rinnovato per l’ennesima volta con precisione svizzera. Un presidente e un drappello di consulenti scelti fra esperti ministeriali, direttori in pensione ed ex politicanti a caccia di un posto al sole. A Trieste nemmeno si ricordavano di doverli indicare: «Non lo dica a noi, stiamo aspettando i nomi dal Comune e dalla Provincia. In più c’è un membro del ministero delle Poste e un esperto nominato …

"Guerra tra Berlusconi e Bersani Il premier: propone un´ammucchiata", di Mauro Favale

Scontro tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il segretario del Pd Pierluigi Bersani, che ieri su Repubblica aveva proposto la creazione di un “nuovo Ulivo” per battere il Cavaliere alle prossime elezioni. Il premier bolla l´iniziativa come «un´ammucchiata, che ricorda il vecchio teatrino della politica di cui gli italiani sono stufi». La risposta del leader democratico: «È lui che guida un´ammucchiata sempre più rissosa. Basta con questo governo del manganello». Il suono della «campana del Pd», come l´ha definita Pierluigi Bersani, non piace a Silvio Berlusconi. Su Repubblica il segretario dei democratici offre in una lettera la sua ricetta «per sconfiggere il premier» e il Cavaliere contrattacca attraverso un messaggio diffuso sul sito dei Promotori della Libertà, la struttura coordinata da Michela Vittoria Brambilla che quest´estate ha funzionato da megafono già una decina di volte. «Anche oggi – afferma Berlusconi in mattinata, dopo la lettura dei giornali – si può cogliere la fotografia di due situazioni contrapposte: da un lato il governo del fare; dall´altro, i politici di professione e i loro giornalisti …

"Il digiuno dei precari italiani", di Laura Anello

Si allarga la lotta contro i tagli. In Sicilia un docente in sciopero della fame finisce all’ospedale. «Da qui me ne andrò con un lavoro oppure morto». Pietro Di Grusa, collaboratore scolastico precario da un quarto di secolo, lo dice misurando parole stanche e ferme, senza provocazioni, senza lacrime. Da dieci giorni ha smesso di mangiare e di prendere i farmaci per il cuore. Protesta così contro i tagli alla scuola che lo lasceranno a casa, dopo che già l’anno scorso è rimasto senza supplenza, «la Caritas a pagarmi le bollette della luce e a darmi qualche sacchetto con la spesa». È seduto davanti ai cancelli dell’Ufficio scolastico provinciale di Palermo insieme con i suoi due compagni d’avventura: Salvo Altadonna, docente di sostegno, e Giacomo Russo, assistente tecnico. Lascia il suo posto soltanto quando le forze lo abbandonano e allora arriva l’ambulanza a portarselo via per qualche ora: era successo l’altro giorno, è successo di nuovo ieri. È lui il simbolo di una protesta che dalla Sicilia si allarga a macchia d’olio, con nuovi scioperi …

"Maroni, i clandestini e quelle bugie sui complimenti Ue", di Umberto De Giovannangeli

Il ministro dell’Interno al Meeting afferma che anche l’Unione apprezza l’accordo con la Libia sui respingimenti. Ma mente. Una rivendicazione imbarazzante. Numeri sparati a raffica. Citazioni clamorosamente sbagliate. L’accordo fra Italia e Libia sull’immigrazione ha ridotto gli sbarchi di immigrati clandestini, proclama il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, parlando al Meeting di Cl a Rimini, in vista del vertice della prossima settimana fra Berlusconi e Gheddafi. «Quell’accordo sottolinea Maroni è un ottimo accordo che ha risolto un’emergenza seria, che erano gli sbarchi dei clandestini in Italia….». A sostegno della tesi, il ministro snocciola i numeri: «Nell’ultimo anno, finito dal 1 agosto 2009 al 31 luglio 2010, sono sbarcati in italia complessivamente 3.499 irregolari, nell’anno precedente, ne erano arrivati 29.076, per una riduzione complessiva dell’88%». Rispetto agli arrivi, Maroni ne conta nell’ultimo anno 403, dalla Libia, mentre «l’anno prima sono stati 20.665 per una riduzione del 98%». Il titolare del Viminale mette quindi sul piatto «i 20.262 irregolari in meno quest’anno non sono stati respinti, non li hanno fatti partire». Quelli effettivamente ricondotti in Libia «sono stati …

"Alla sinistra ora serve un nuovo Ulivo", di Pier Luigi Bersani

Caro direttore, dopo anni di illusione berlusconiana l´Italia continua a regredire sul piano economico e sociale e si allontana, alla luce di ogni parametro, dai paesi forti dell´Europa. Nello stesso tempo l´impegno a riformare e a rafforzare le istituzioni repubblicane si sta trasformando in una deformazione grave della nostra democrazia. Ci si vuole trascinare ad un sistema dove il consenso viene prima delle regole e cioè delle forme e dei limiti della Costituzione; dove si limita l´indipendenza della Magistratura; dove il Parlamento viene composto da nominati; dove il Governo ha il diritto all´impunità e ad una informazione asservita e favorevole; dove si annebbiano i confini fra interesse pubblico e privato. I segni di tutto questo li abbiamo potuti valutare in questi anni berlusconiani: regressione dello spirito civico e della moralità pubblica, politica ridotta a tifoseria, allargamento del divario tra nord e sud, nessuna buona riforma sui problemi veri dei cittadini. Il populismo infatti è, per definizione, una democrazia che non decide, specializzata com´è nell´usare il governo per fare consenso e non il consenso per fare …