Mese: Agosto 2010

"Ecco gli italiani dai piedi leggeri" di Franco La Cecla

C’è una nuova classe, apparentemente invisibile, che si sta formando da circa vent’anni, una classe che non fa parte della borghesia italiana, che non rientra nell’esercito di precari, né in quello dei raccomandati per famiglia, politica, censo e appartenenza. È una strana compagine di quarantenni, trentenni, ventenni che ha abbandonato l’Italia appena finiti gli studi, o addirittura durante gli studi, fulminata sulla via dell’Erasmus dalla scoperta che la vita all’estero, in Europa, poteva essere tre volte più interessante, facile, appassionante che in Italia. Non si tratta di emigrati nel vero senso della parola e nemmeno di una fuga di cervelli, ma di italiani, ragazzi e ragazze, uomini e donne che stanno all’estero in Europa «come se fossero in Italia». Hanno scoperto che le complicazioni burocratiche, il clima fatiscente e ricattatorio dell’università italiana, lo strangolamento delle potenzialità giovanili è una malattia solo italiana e semplicemente, rapidamente si sono messi in salvo con un’ora di aereo, chi a Barcellona, chi a Berlino, chi a Parigi, chi ad Amsterdam e altri in Polonia, Portogallo, a Londra, e perfino …

"Il mercato dei deputati", di Aldo Schiavone

Tutti quelli – e sono in tanti – che hanno giudicato in questi anni con piena buona fede Silvio Berlusconi come il protagonista di un grande rinnovamento della politica italiana dovrebbero riflettere su quello che sta accadendo oggi dentro e intorno al Pdl, dopo la rottura con Fini.Nel tentativo, per adesso senza apprezzabili successi, di soffocare sul nascere la secessione che sta disgregando il suo partito, il presidente del Consiglio non esita a ricorrere (egli stesso o i suoi fedeli) a quanto di più vecchio, opaco, consunto e dolorosamente squallido abbia mai saputo esprimere, da sempre, lo scontro parlamentare e la lotta tra gli schieramenti. Voglio dire, a organizzare una specie di attacco su due fronti: da un lato la campagna acquisti nel campo dell´avversario, per indurre a defezioni dell´ultima ora. Dall´altro la denigrazione dell´avversario e dei suoi familiari, l´intimidazione personale affidata ai quotidiani di famiglia e agli uomini più fedeli: come quello Stracquadanio che ha preannunciato a Fini la stessa sorte di Boffo, infangato dal “Giornale” di Feltri. Così facendo, si sta raschiando senza …

"Nuove regole per salvare l'Opera", di Sandro Cappelletto

Il Carlo Felice di Genova viaggia, nel 2010, verso un deficit di 17 milioni di euro. Non è per ora previsto l’arrivo di nuove risorse e il pagamento degli stipendi diventa a rischio. Riccardo Garrone, petroliere e consigliere di amministrazione del teatro della sua città, constata che, in queste condizioni, la messa in cassa integrazione per tutti i dipendenti è uno scenario possibile, se non probabile. L’industriale non parla a vanvera. Un accordo sottoscritto dalla Conferenza delle Regioni nel pieno della crisi che stiamo attraversando prevede che questo ammortizzatore sociale venga esteso anche a realtà occupazionali prima escluse. Le fondazioni lirico-sinfoniche vi sono comprese. Tuttavia, fino ad oggi, non vi hanno fatto ricorso. Spesso la cassa integrazione precede la mobilità, il prepensionamento, la perdita del posto di lavoro. Un esito fino a pochi anni fa impensabile per un settore fortemente targato «made in Italy» come il teatro d’opera: non perché i deficit non esistessero, ma perché il ripiano, da parte del Comune, della Regione, dello Stato, era sempre assicurato. Non è più così: le riflessioni …

"Addio alla pensione di anzianità per chi inizia a lavorare a 30 anni. Gli interventi sulla previdenza", di Gianni Trovati

Un appunto prima di tuffarsi nei calcoli sulle nuove pensioni, rese ufficiali dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della manovra correttiva (è la legge 122/2010, pubblicata venerdì): chi ha iniziato a lavorare dopo aver compiuto i 30 anni getti in un angolo «quote» e calcolatrici e si metta il cuore in pace. Per lui c’è solo l’uscita di vecchiaia, che per ora fa scattare i requisiti a 65 anni (e il riposo un anno dopo). L’unica eccezione, dopo l’emendamento «europeo» che ha equiparato uomini e donne negli uffici pubblici, sono le lavoratrici del settore privato (sono il 24,6% degli occupati), che raggiungono il diritto a 60 anni e la finestra d’uscita a 61: per poter contare sulla pensione di anzianità, loro devono aver iniziato a versare i contributi prima dei 24 anni. Il pensionometro Per tutti gli altri è aperta la giostra dei calcoli sulle pensioni, che alla coda delle vecchie norme sulle «quote», cioè la somma di età e anzianità necessaria a centrare l’uscita anticipata, mescolano le novità su pubblico impiego, finestre e speranza di …

Agosto 1980 "Io non dimentico" di Stefano Benni

Mi sembra di avere scritto su questo ricordo, ma non so quando. Dieci, venti anni fa. Ma quando ricordo è adesso. Sento la notizia da Brunella, che compra il giornale la mattina presto a Santa Maria di Leuca. Non occorre parlare o mettersi d’accordo. Partiamo, con una vecchia Citroen, e guidiamo alternandoci per ore e ore. Quando arriviamo, siamo ancora nel pieno dei soccorsi, ancora scavano. Trent’anni fa Bologna era diversa. Era stata colpita perché era diversa, perché era una speranza. Ora è una città come tante del Nord Italia, né brutta né bella. Ma tante persone ricordano quella data. E non certo per nostalgia del dolore. Per la speranza che combatté quel dolore. Perché qualcosa di quella speranza è rimasta. Ci sono state altre stragi, altro sangue, altro dolore inutile. L’ultima strage, quella della legalità, si consuma non con la violenza delle bombe, ma non l’astuzia della propaganda e della potenza economica. Possiamo disquisire se le persone sono le stesse, o altre, o nuove, o migliori o peggiori. Quello che è successo a Duisburg …

"Signora Gelmini che pasticcio sta facendo", di Andrea Satta

Nella tazzina di Anna c’è il dolce e c’è l’amaro. “Prendi il caffè?” Il cielo è terso a Stintino, il giorno dopo l’Isola de Cassintegrati, dove siamo stati a suonare e con Staino a disegnare (un fiore d’estate, fatto anche di scaricare + caricare + imbarcare + gip + asini, cinghiali e lepri + solitudine e disperazione). Maremaremare, non vogliono annegare gli operai, ma vivere felici. E’ vero, lo si sognava da bambini. E’ vero, era scritto negli occhi di Silvia Sanna e nel suo diario dei “Cento giorni”. Il cielo è azzurro oggi, imprevedibilmente dopo l’Odissea di ieri. Entra da Anna, Giovanni Azzena. Lui, detto Bibbo, è professore nella Facoltà di Architettura ad Alghero e Maddalena, sua moglie, è paleografa a Roma, a Tor Vergata. Bibbo vive spesso qui, la sua facoltà è stata giudicata, quest’anno, la migliore d’Italia. Sono angosciati dalle idee della Gelmini, che più che “Riforma” sarebbe da appellare “Controriforma Gelmini”. Mi consegnano i loro pensieri in una lettera. Ve li riassumo, li custodirò. “La biblioteca di Firenze non può rinnovare …