Mese: Agosto 2010

"Dietro il boom lo spettro disoccupazione lunga", di Marco Alfieri

Jobless recovery la chiamano gli economisti. Ripresa senza occupazione. L’ultima cartolina arriva dalla Camera di Commercio di Varese, una delle grandi province manifatturiere d’Italia: nel secondo trimestre l’economia locale ha ripreso la marcia produttiva (+3,1% sul 2009) ma senza muovere il mercato del lavoro. Anzi, il saldo negativo atteso tra ingressi/espulsioni è salito a 4 mila addetti. È il picco più alto da quando Unioncamere produce le Indagini congiunturali. Nel 2009, tra fallimenti e crisi aziendali, nel Varesotto sono rimaste a spasso più di 7.500 persone e solo il 15% delle imprese mette in conto nuove assunzioni entro l’anno. Varese è solo l’ultima stazione di una lunga spoon river laburista rimasta nascosta dal fumo statistico di una ripartenza economica a lungo attesa. Nelle province gemelle per struttura industriale, da Vicenza a Treviso, da Bergamo a Brescia passando per Torino, Reggio Emilia e Bologna, il mantra è identico: ripresa su ordinativi, export e fatturato ma calma piatta sull’occupazione. Dopo il lungo inverno recessivo la svolta non si trasferisce sul mercato del lavoro. Per Franca Porto della …

"Temistocle Martines, l'uomo che passò la vita a difendere la Costituzione", di Michele Ainis

No, non c’è un uomo che potrà salvarci dalla nostra crisi etica, economica, sociale. E anzi faremmo bene a smetterla d’appendere ogni speranza all’Uomo della Provvidenza. Ne abbiamo già incontrato uno, e dovrebbe esserci bastato. Il riscatto dei popoli fiaccati da una lunga malattia dipende dalle nuove generazioni che subentrano in luogo delle vecchie, dipende dall’impegno di chi fin lì si limitava ad osservare lo spettacolo, in conclusione dipende dai popoli medesimi, non da questo o quel condottiero. Però se devo fare un nome, eccolo: Temistocle Martines. Era il mio maestro, ed era anche l’autore del manuale di diritto costituzionale sul quale si sono formati per decenni gli studenti di Giurisprudenza. Pure i nuovi arrivati continuano a studiarlo, dato che il manuale di Martines viene aggiornato a cura d’un altro suo allievo, Gaetano Silvestri. Tuttavia non è per ragioni d’appartenenza accademica che cito qui il suo nome. Né perché pensi che quel vecchio gentiluomo siciliano dalla schiena un po’ ingobbita, se fosse ancora vivo, saprebbe indicarci una via d’uscita dalla crisi. D’altronde Martines era un …

"Pronta l'offensiva mediatica di Berlusconi", di Natalia Lombardo

Sventato l’incubo estivo di ritrovarsi nei talk show un qualche «futurista» poco marinettiano e molto finiano, se non la cravatta rosa del presidente della Camera in persona, Silvio Berlusconi rafforza le armi mediatiche per annullare tutti, chiama a Palazzo le truppe per schierarle su vari fronti. Ha anticipato la campagna d’autunno in tv, nella speranza che coincida con le elezioni, di fatto eliminando la par condicio prima ancora di farlo in Parlamento, con il progetto allo studio di Paolo Romani il «non ministro» alle Comunicazioni. Dottor Jekyll e Mister Hyde. Il cavaliere in bilico sta già usando armi «tradizionali» per annientare Gianfranco Fini e i suoi. Con i giornali di sua proprietà o da lui influenzati, come dimostra il killeraggio a pioggia esercitato da Il Giornale e da Libero a colpi di dossier preparati e tirati fuori al momento giusto dai cassetti, quel «giornalismo alla Pecorelli» dice Giulietti di Articolo21, che affonda nella vita personale; il fuoco è a raggiera sulle persone più vicine a chi ha sgraffiato la corona: Menia, Granata e Flavia Perina. …

"Sulla giustizia la prova della verità", di Liana Milella

Chi lavora con lui al programma già ammette riservatamente che il capitolo sulla giustizia sarà quello più esplosivo. Scritto apposta per misurare l´effettiva volontà dei finiani di andare avanti o mandare tutto all´aria. Ed essere costretti, qualora ci fossero dei loro ripetuti no, magari ad andare pure alle elezioni. Ma gettando sugli uomini del presidente della Camera tutta la responsabilità e cercando di evitare la fuga di chi, tra i berluscones, odia il voto anticipato e sarebbe tentato di abbandonare in quel caso la barca. Venti, trenta parlamentari si vocifera. Processo breve in versione hard, lodo Alfano costituzionale, ddl intercettazioni rivisitato rispetto al testo sdoganato dagli stessi finiani. E poi la responsabilità civile dei magistrati e l´attribuzione di poteri assoluti alla polizia giudiziaria, tutto a svantaggio dei pubblici ministeri. E ancora la tanto promessa separazione delle carriere e del Csm, uniti al cambio di guardia sull´obbligatorietà dell´azione penale. Chiosa un berlusconiano: «È tutto quello che il Guardasigilli Alfano avrebbe dovuto fare in questi due anni e che non ha fatto…». Già, il famoso programma del …

"Il l'aureato", di Massimo Gramellini

Mi unisco alla ministra Gelmini nel caldeggiare la laurea honoris causa a Umberto Bossi in scienza della comunicazione. Il rettore dell’Università dell’Insubria, cui si deve la brillante iniziativa, non ha certo bisogno di aiuto per redigere le motivazioni del meritato riconoscimento, ma vorrei comunque ricordare il contributo del dottor Bossi alla comunicazione politica in un Paese come il nostro, stremato dal linguaggio ipnotico dei democristiani e da quello inaccessibile di Spadolini, che riusciva a pronunciare anche sette congiuntivi di seguito senza sbagliarne uno. Dopo una fase pionieristica, nella quale il dottor Bossi ha saputo sapientemente alternare il registro scurrile (è l’età del celodurismo e del tricolore carta igienica) con la metafora guerriera a sfondo erotico (i kalashnikov e lo spadone di Alberto da Giussano piantabile in luoghi ogni volta piacevolmente diversi), negli ultimi tempi l’accademico ha imboccato una strada davvero innovativa: l’abolizione delle parole, retaggio ingannevole del passato, sostituite da ombrelli, diti medi e mani aperte a casseruola. Questa è, al momento, la punta più avanzata della ricerca. Ma confidiamo negli studi del dottor Fabrizio …

"Chi vuole cancellare il Parlamento", di Andrea Manzella

Ci sono in giro grossi (e interessati) equivoci. Che ogni crisi parlamentare debba avere fatalmente una soluzione elettorale. Che ogni dissenso nella maggioranza parlamentare «uscita – come si dice – dalle urne» debba necessariamente portare allo scioglimento delle Camere. Che ogni “diverso” esercizio delle funzioni di rappresentanza parlamentare (quella che la Costituzione vuole «senza vincolo di mandato») rientri nella negativa retorica del “ribaltone”(o del tradimento). Sono equivoci che hanno radice in un diffuso quanto perverso “credo” illiberale: la scomparsa del Parlamento. La cancellazione delle assemblee parlamentari come luogo di rappresentanza effettiva e concreta della società nazionale. Con la connessa illusione che questa società sia pietrificata e immutabile con il flash del momento elettorale. E che il governo allora eletto ne sia l´unico legittimo rappresentante. La società cambia, invece, ogni giorno. Non a caso il mito di Proteo domina, da qualche millennio, la politica. Quali ne siano i difetti e gli eccessi (e ce ne sono tanti) il Parlamento, per la sua stessa struttura, non recide mai il cordone ombelicale che lo lega alla mobile società …

Finocchiaro: «Un patto per la Repubblica», di Concita De Gregorio

Lo stallo. La palude. Anna Finocchiaro vede il rischio di un pantano politico da cui più passa il tempo più sarà difficile uscire, più passa il tempo più grande sarà il senso di scoramento dei cittadini esausti. Da qui parte la rotta che prova a tracciare, e che tocca tutti i nodi sul tappeto. Il voto e il governo tecnico, le alleanze, Fini e Nichi Vendola, il Terzo polo, la sinistra, le primarie. La disillusione degli elettori, prima di tutto. «Cominciamo da questo. Sento forte il pericolo che anche nel nostro popolo si diffonda lo smarrimento. Vorrei dire con molta chiarezza: non siamo nelle condizioni di nutrire scoramento né smarrimento. Siamo a una svolta che porta buone notizie. Si chiude oggi, più rapidamente del previsto, una fase della vita politica segnata da un attacco senza precedenti alle forme del vivere democratico. Illegalità, furberie, pratiche illecite come sistema: è questo che entra in crisi. Immondizia da spazzare via». Con il voto? Il Pd è pronto al voto o lo teme? «Un partito è pronto alle elezioni …