"C'è peccato e peccato", di Michele Brambilla
Che ne è dell’inchiesta su Verdini? E di quella sulla P3? E Cosentino, l’ex sottosegretario sul quale pende un mandato d’arresto, e che continua a guidare il Pdl in Campania? E che fine ha fatto Brancher, nominato ministro per cercare di sfuggire, grazie al legittimo impedimento, a un processo nel quale è poi stato condannato? E il ministero lasciato libero dal dimissionario, o meglio dimissionato Scajola, e ancora vacante? E il senatore Dell’Utri, condannato in appello a sette anni per concorso in associazione mafiosa e ancora ben ancorato al suo seggio in Senato? Erano questi i temi che fino a pochi giorni fa occupavano le prime pagine dei giornali. Tutto svanito, tutto evaporato, tutto cancellato dall’inchiesta sulla casa di Montecarlo lasciata in eredità ad An e finita in affitto al fratello della compagna di Fini. Sembra che l’intera «questione morale» ora sia ridotta solo a questo, solo alla casa di Montecarlo e alle presunte responsabilità di Fini. Intendiamoci bene. Non è in discussione l’importanza della vicenda Fini-Tulliani. Anzi. «Il Giornale», sollevandola, ha dato una notizia; …