Mese: Agosto 2010

Il berlusconismo è fatto di «slogan, editti bulgari e killeraggio mediatico»

«Adesso è cambiato tutto e niente sarà più come prima. Perché nessuno ci potrà più convincere che il berlusconismo non coincida integralmente con le sue espressioni più appariscenti e drammaticamente caricaturali». Lo scrive su Ffwebmagazine, periodico online della Fondazione Farefuturo (che fa capo al presidente della Camera, Gianfranco Fini, ancor oggi al centro di polemiche con il direttore del Giornale, Feltri), il direttore Filippo Rossi. «Nessuno – si legge – ci potrà più convincere che il berlusconismo non coincida con il dossieraggio e con i ricatti, con la menzogna che diventa strumento per attaccare scientificamente l’avversario e magari distruggerlo. Nessuno ci potrà più convincere che il berlusconismo non si nutra di propaganda stupida e intontita, di slogan, di signorsì e di canzoncine ebeti da spot pubblicitario. Ma tanto non ci proveranno nemmeno, a convincerci». «Eravamo convinti – spiega Rossi – che fosse un semplice dibattito politico, il confronto tra due idee di centrodestra. Eravamo convinti che si trattasse di un normale dialogo tra idee diverse, opzioni diverse, leadership complementari. Eravamo sinceramente convinti che tutto potesse …

Art.21, appello pro-Napolitano. Hacher devastano il sito

«Da quando il sito di Articolo21 ha lanciato l’appello a sostegno del presidente Napolitano e per promuovere una grande mobilitazione per la legalità, si è scatenata contro il sito la peggiore illegalità: quella dell’oscuramento, della manipolazione, della cancellazione delle riflessioni, delle idee, delle critiche». lo comunica in una nota il direttore di articolo 21 Stefano Corradino. «Nella giornata di oggi – chiarisce – un pesante attacco hacker ha letteralmente devastato il sito eliminando definitivamente articoli, interviste, editoriali, commenti. tra l’altro, anche oggi, come è successo per altri attacchi hacker l’operazione chirurgica contro il nostro giornale on line si è scatenata in coincidenza con la pubblicazione di un nuovo intervento di Roberto Morrione, direttore di Libera informazione». «Sporgeremo denuncia alla polizia postale e in tutte le sedi preposte perchè non intendiamo cedere. In una fase politica così delicata e difficile nella quale si vogliono far saltare le regole democratiche e i principi costituzionali noi non abbassiamo la guardia». da www.unita.it

"Tremonti lo nega, ma l’Italia va a rate", di Gianni Del Vecchio

Gli italiani sempre più simili agli americani: rateizzazione di tutto, anche delle tasse. Giulio Tremonti tutte le volte che s’è visto costretto a garantire la sostenibilità dei conti italiani a livello internazionale, ha tirato in ballo il basso livello del debito privato. La ricchezza delle famiglie, la forte attitudine al risparmio e i pochi debiti personali – è il ragionamento fatto dal ministro dell’economia – permettono al nostro paese di compensare la cifra monstre raggiunta dal debito pubblico, più di un miliardo e 800 milioni di euro, per un rapporto debito-pil che veleggia foscamente verso il 120 per cento. Del resto uno studio di Credit Suisse, che fa una valutazione più approfondita dell’affidabilità economica dei paesi europei – ama ricordare Tremonti – mette l’Italia al secondo posto, dietro alla Germania e davanti a Francia e Spagna. E non a caso, nel giugno scorso, il ministro ha proposto all’Ecofin di utilizzare un indicatore che tenga conto di diversi fattori per valutare la stabilità complessiva di uno stato, fra cui appunto quelli più favorevoli al nostro paese. …

"Precari, parte la lotta per accaparrarsi il posto", di Alessandro Giuliani

“I tagli indiscriminati stanno conducendo ad una vera e propria competizione e lotta tra poveri per accaparrarsi un posto”: così commenta, amaramente, il Comitato insegnanti precari di Taranto l’avvio delle operazioni di nomina dei docenti disposte dall’Ufficio scolastico provinciale in vista del nuovo anno scolastico. Lo storico comitato che difende i diritti dei precari ha constatato, in particolare dagli elenchi dei posti rimasti disponibili sul sostegno, che troppe disponibilità erano svanite nel nulla. E cercando di comprenderne i motivi ha scoperto che per il prossimo anno scolastico una bella fetta sono stati assegnati ai docenti di ruolo rimasti senza cattedra. In molti casi nemmeno specializzati.Ledendo, in questo modo, “i diritti e le aspettative degli alunni e dei docenti precari”, in particolare quelli specializzati, inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e d’istituto. A scatenare le proteste c’è poi un particolare non di poco conto: l’Usp non avrebbe decretato autonomamente le nomine, ma assecondato le richieste di assegnazione provvisoria e di utilizzazione formulate dagli stessi insegnanti di ruolo collocati in Dop.Così per gli specializzati, in lista d’attesa, rimarrebbero …

"Servizi di call center. Rifiuto delle imprese a gare pubbliche sempre più al ribasso", di Luigina Venturelli

Assocontact (Confindustria) ha diffidato gli associati a partecipare. Nel settore 15mila posti di lavoro a rischio. Andranno a Bucarest? Di fronte agli squilibri di un mercato del lavoro precario e dequalificato, un governo ha tre possibilità: intervenire per correggere le iniquità che minacciano un settore, restare a guardare mentre le leggi del mercato compiono la propria opera, oppure – ed è questa la strada scelta dal governo italiano – spingere ulteriormente nella direzione della precarietà e della dequalificazione. Il caso dei call center che operano in outsourcing – denunciano congiuntamente imprese e sindacati – è esemplare. Questa, ad esempio, è la gara da 1,6 milioni di euro indetta da Acquirente Unico (società pubblica controllata dal ministero dello Sviluppo) per la gestione dello Sportello per il consumatore di energia elettrica: garantire un traffico medio di mille chiamate al giorno con rigorosi livelli di servizio, ma anche, in alcuni periodi dell’anno non meglio precisati, picchi superiori alle 10mila chiamate al giorno. «Rispetto ad un’attività media supportata da 8 operatori telefonici, per il minor prezzo possibile ci dovremmo …

"Dal Vietnam ai tassisti", di Guido Crainz

La storia.  Le manifestazioni offrono squarci illuminanti per capire l´Italia repubblicana. Da quelle degli anni Cinquanta, ma soprattutto dal ´68, con nuovi simboli e nuovi miti, fino alle iniziative corporative degli ultimi tempi  Così è cambiata nel tempo una forma di protesta. Offrono squarci illuminanti, i cortei dell´Italia repubblicana. Nel loro svolgersi e nel loro modificarsi annunciano l´avvio e il declino delle stagioni della speranza: così è sin dall´aprile del 1945, con le sfilate partigiane nelle città liberate. E, sempre alla vigilia della repubblica, con le colonne di contadini meridionali che vanno a occupare le terre incolte. È una stagione breve, sostituita troppo presto dalle asprezze degli anni Cinquanta e della Guerra fredda, con cortei dispersi non di rado dalla Celere di Scelba. E con divisioni sindacali profonde, che inizieranno a sbiadire solo al mutar di decennio: ad esempio nel 1960 milanese, con manifestazioni che iniziano ad unirsi. E con il “Natale operaio in piazza Duomo” di quello stesso anno, le cui ragioni sono accolte sin dall´omelia del cardinale Montini. Un´aria diversa inizia allora ad …

I trasporti scolastici in crisi per la durata delle lezioni da 50 a 60 minuti?

Per qualcuno, tra le novità del nuovo anno scolastico, dovrebbe esserci quella della durata delle ore di lezione negli istituti superiori che dovrebbe passare dai 50 minuti attuali ai 60. Se il cambiamento dovesse essere davvero reale, gli effetti ricadrebbero anche sull’organizzazione dei servizi di trasporto per consentire agli studenti la frequenza delle lezioni in alcuni pomeriggi. È quello che pensa l’Amministrazione provinciale di Reggio Emilia (ma potrebbe non essere la sola) che in questi giorni sta studiando il modo di trovare soluzione al problema, convinta che il passaggio della durata delle lezioni da cinquanta a sessanta minuti costringe le aziende di servizi di trasporto a fare salti mortali per evitare disagi agli studenti. Col rischio di non starci dentro con le spese, come ha precisato con una nota l’assessore della provincia emiliana. Tutto per miseri dieci minuti! “La “riformata” ora scolastica di sessanta minuti va a cambiare i momenti di ingresso e di uscita da scuola a scuola. Ciascun istituto decide infatti per conto proprio. “Sono stati esaminati i singoli orari ed il flusso …