Con l’avvicinarsi dell’inizio della scuola si moltiplicano le iniziative di protesta contro i tagli agli organici. Ieri alcune decine di precari si sono presentata a Montecitorio dove si è tenuto un sit in per chiedere il ritiro della Riforma Gelmini. «La scuola pubblica non si tocca, la difenderemo con la lotta», lo slogan scandito mostrando uno striscione con su scritto «Tagli alla scuola: una truffa per tutti». In serata la protesta si è poi spostata in viale Trastevere, davanti al ministero dell’Istruzione, dove un piccolo gruppo ha passato la notte. Tra i manifestanti due precari siciliani, Giacomo Russo, ata di Palermo in sciopero della fame da dieci giorni, e Caterina Altamore, maestra precaria alle elementari da 14 anni, che da ieri ha iniziato la propria astensione dal cibo. L’intenzione è quella di proseguire a oltranza: «fino a che il ministro Gelmini non accetterà un incontro pubblico». Si tratta, assicura, nondi unabattaglia di una categoria, quella dei precari,ma per il futuro della scuola pubblica «e se abbiamo la forza di metterci insieme il governo dovrà cedere, perché noi siamo il Paese reale, loro sono virtuali e provvisori ». Ad appoggiare la protesta la Flc-Cgil e i sindacati di base. «La Cgil scuola – assicura il segretario, Mimmo Pantaleo, presente al sit in –non intende adottare un atteggiamento supino. Non ci interessa quello che fanno gli altri sindacati subalterni che accettano tutto quello che ha proposto il governo ».
IL PAESE REALE Sono 117.265 i docenti e 69.320 gli ata precari (numeri relativi all’anno scolastico passato), mentre quelli che attendono le nomine per le supplenza sono in tutto 20.000, secondo i dati della Flc-Cgil. «Il salva precari – ricorda Pantaleo – di fatto, salva solo il16%dei docenti che l’anno scorso hanno avuto una supplenza e il 5% del personale Ata. Mentre sono 25.600 i tagli previsti dalla riforma oltre il 50% dei quali concentrati nel sud d’Italia». Il sindacato ha indetto una serie di iniziative di protesta, tra le quali assemblee aperte in tutti gli istituti per l’inizio dell’anno scolastico e un’ora di sciopero ogni quindici giorni a partire da ottobre. Il Pd, presente ieri in piazza con un delegazione, ha chiesto che alla riapertura delle Camere il governo ridiscuta la riforma Gelmini e prenda in considerazione il piano triennale varato dal governo Prodi che garantiva 150 mila stabilizzazioni in tre anni. «Sono donne e uomini di quel paese reale che questo governo ignora facendo promesse immancabilmente disattese, lasciandoli sulla strada insieme al futuro del paese», commentava ieri Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd. «Gelmini e Tremonti – ha concluso – cancellino i tagli e diano le risorse che servono per rispondere alle richieste della scuola dell’infanzia e del tempo pieno e per il sostegno agli studenti con disabilità ». Il Pdl, invece, liquida con poche lapidarie parole il dissenso della piazza. Giorgio Stracquadanio, parla di «falsi precari, militanti politici» e punta il dito contro l’opposizione che «tenta di agitare la piazza contro il governo».
L’Unità 28.08.10