Giorno: 26 Agosto 2010

"La metamorfosi di Marchionne dall´elogio dell´etica all´Ok Corral", di Paolo Griseri

Da canadese a texano, da manager-filosofo che cita Popper a uomo del saloon che sfida i sindacati all´Ok Corral. Non è chiaro se Sergio Marchionne, 52 anni e tre nazionalità, abbia davvero cambiato idea. E´ evidente che nel giro di pochi mesi la sua immagine si è clamorosamente rovesciata, una metamorfosi non solo mediatica che gli consente oggi di planare come un marziano nel tempio post-democristiano di Cl. Com´è stato possibile che il maglioncino blu più amato dalla sinistra italiana si sia trasformato in quello che un nutrito gruppo di sindacalisti chiama ormai «il nuovo Valletta»? Sembrano lontani i tempi del Marchionne 1. «La Fiat è spesso caricata di un´identità simbolica, come una specie di matrice di idee e di valori. Sentiamo la necessità che tutte le nostre decisioni siano prese con cura, diligenza e rigore e con piena coscienza delle conseguenze che ne possono derivare. Per questo lo sviluppo della Fiat sta seguendo principi etici e sociali ben definiti». Era il 27 maggio 2008 quando l´uomo in maglione riassumeva così la sua filosofia manageriale …

"Repubblica fondata sul turpiloquio", di Gian Enrico Rusconi

Ci avviamo verso una repubblica del volgo. Lo si sente dal linguaggio ormai corrente dei suoi esponenti politici più in vista, un linguaggio volgare, nel senso letterale del volgo, appunto. Quando chiedete la ragione dell’indecenza delle battute di molti politici, sentite rispondere: «Ma così parla la gente!». I politici parlano (finalmente) come la gente al bar o sotto l’ombrellone. In realtà è un inganno: più la politica non sa argomentare e affrontare i grandi problemi, più aggredisce con la finta intimità dello scurrile. Quando anni fa l’innocua parola «gente» è entrata nel linguaggio politico non più a segnalare una moltitudine anonima di persone, ma a indicare un soggetto politico cui rivolgersi, si disse che era la versione dell’americano «people». Adesso però siamo arrivati al vulgus alla latina (prossimo alla plebs, non quella della repubblica romana, ma quella del cesarismo). Ma perché mai Bossi, che è il campione dell’involgarimento del linguaggio pubblico, non dovrebbe usare nei confronti di Casini il doppio senso che è associato quotidianamente al suo nome? Perché non chiamare gli avversari politici con …