Il ministro dell’Interno al Meeting afferma che anche l’Unione apprezza l’accordo con la Libia sui respingimenti. Ma mente. Una rivendicazione imbarazzante. Numeri sparati a raffica. Citazioni clamorosamente sbagliate. L’accordo fra Italia e Libia sull’immigrazione ha ridotto gli sbarchi di immigrati clandestini, proclama il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, parlando al Meeting di Cl a Rimini, in vista del vertice della prossima settimana fra Berlusconi e Gheddafi. «Quell’accordo sottolinea Maroni è un ottimo accordo che ha risolto un’emergenza seria, che erano gli sbarchi dei clandestini in Italia….».
A sostegno della tesi, il ministro snocciola i numeri: «Nell’ultimo anno, finito dal 1 agosto 2009 al 31 luglio 2010, sono sbarcati in italia complessivamente 3.499 irregolari, nell’anno precedente, ne erano arrivati 29.076, per una riduzione complessiva dell’88%». Rispetto agli arrivi, Maroni ne conta nell’ultimo anno 403, dalla Libia, mentre «l’anno prima sono stati 20.665 per una riduzione del 98%». Il titolare del Viminale mette quindi sul piatto «i 20.262 irregolari in meno quest’anno non sono stati respinti, non li hanno fatti partire». Quelli effettivamente ricondotti in Libia «sono stati 850». Il calo rilevante degli sbarchi «non è frutto del caso, nè del maltempo ma è il frutto dell’accordo con la Libia». Un accordo modello, esulta Maroni. E guai a contraddirlo. L’Unità lo fa. Poco importa al ministro-contabile che dietro quei numeri dei «20.262 irregolari» che il regime libico «non ha fatto partire», vi sono uomini, donne, bambini che fuggivano da guerre, violenze, pulizie etniche…. E nulla importa al ministro leghista che, come denunciato ripetutamente dalle più autorevoli organizzazioni umanitarie, migliaia di quei respinti o «non partenti» avessero i requisiti per ottenere il riconoscimento dello status di rifugiati. L’Unità ha fatto i suoi calcoli, sulla base di approssimazioni in difetto: le vittime acclarate dei disperati viaggi verso l’Italia dal 1990 al 2009 sono 4.772. Di queste, 2500 avevano diritto all’asilo. Più della metà. Verifiche incrociate, portano a una conclusione agghiacciante: almeno il 30% dei 20.262 esseri umani che, per vanto di Maroni, non «sono stati fatti partire» dalla Libia. avevano i requisiti per ottenere asilo: 6mila persone. Che fine hanno fatto? In quali lager sono state segregati? Quanti tra loro hanno perso la vita? Quanti hanno fatto la fortuna dei trafficanti di uomini? Domande a cui il ministro Maroni, impegnato ad esaltare l’Accordo con Gheddafi, non ha dato, né intende dare, risposta.
Ma nel suo show a Rimini, il ministro Maroni si è cimentato anche in una citazione clamorosamente errata. La seguente: «L’accordo con la Libia è stato lodato dalla Commissaria europea Cecilia Malmstrom, Affari interni, come moderno, che dovrebbe utilizzare anche l’Europa…».
Le cose non stanno così. Anzi, stanno opposto. Al ministro-smemorato conviene rileggere quanto affermato, in data 29 aprile 2010, dalla Commissaria agli affari interni della Ue. «Siamo ben lungi da un accordo con la Libia» in materia di immigrazione, ma un’eventuale intesa dell’Ue con Tripoli «non sarebbe sul modello di quella tra Italia e Libia». E ancora: «In caso di accordo è chiaro che per la Libia la conditio sine qua non sia l’adesione alla Convenzione di Ginevra o a quella equivalente tra gli Stati africani» sui diritti dei rifugiati politici. Così Malmstrom in conferenza stampa a Roma (fonte: agenzia Ansa). «L’Ue mira a raggiungere un accordo con la Libia sull’immigrazione, ma ad oggi si è ben lungi anche solo dall’aver avviato un dialogo. E comunque,qualora le trattative dovessero andare a buon fine, l’accordo tra Ue e Libia non ricalcherebbe certo il modello italiano… A spiegarlo scrive l’agenzia Agi è la Commissaria europea agli Affari interni,Cecilia Malmstrom, in una conferenza stampa al termine dei vari incontri che ha avuto con il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, il sottosegretario Alfredo Mantovano, alcuni rappresentanti della società civile e di Ong…». «Si deve comunque evidenzia ancora in quell’occasione Malmstromrispettare il diritto di richiedere asilo quando si è in mare…». Domanda finale al ministro Maroni: ma di quale lode sta parlando? Ha forse sbagliato persona o cos’altro?».
L’Unità 26.08.10