"Il digiuno dei precari italiani", di Laura Anello
Si allarga la lotta contro i tagli. In Sicilia un docente in sciopero della fame finisce all’ospedale. «Da qui me ne andrò con un lavoro oppure morto». Pietro Di Grusa, collaboratore scolastico precario da un quarto di secolo, lo dice misurando parole stanche e ferme, senza provocazioni, senza lacrime. Da dieci giorni ha smesso di mangiare e di prendere i farmaci per il cuore. Protesta così contro i tagli alla scuola che lo lasceranno a casa, dopo che già l’anno scorso è rimasto senza supplenza, «la Caritas a pagarmi le bollette della luce e a darmi qualche sacchetto con la spesa». È seduto davanti ai cancelli dell’Ufficio scolastico provinciale di Palermo insieme con i suoi due compagni d’avventura: Salvo Altadonna, docente di sostegno, e Giacomo Russo, assistente tecnico. Lascia il suo posto soltanto quando le forze lo abbandonano e allora arriva l’ambulanza a portarselo via per qualche ora: era successo l’altro giorno, è successo di nuovo ieri. È lui il simbolo di una protesta che dalla Sicilia si allarga a macchia d’olio, con nuovi scioperi …