"Anche per le città serve una politica nazionale", di Paolo Verri*
Perché le città italiane non sono in grado di fare della cultura una forte leva di sviluppo economico e sociale? Nell’ampio articolo di Irene Tinagli apparso sulla Stampa il 23 agosto, in cui si citano casi internazionali di grande successo il nostro Paese, anche sul fronte dello sviluppo urbano, pare bloccato. In Italia non si è consapevoli dell’opportunità costituita dal sistema urbano diffuso. Le città sono considerate lo sfondo dell’azione politica, economica e culturale e non il motore della nazione. Esistono casi che vanno contro tale impostazione: città di dimensioni medio piccole, come Siracusa e Matera, Rimini e Reggio Emilia, Mantova e Trento hanno dimostrato che la trasformazione urbana può essere gestita unendo al meglio creatività e spazi architettonici, dando vita a scene culturali alternative in cui convivono nuovi mercati del lavoro, forme di ricerca scientifica e innovazioni tecnologica, apertura sociale e qualità culturale. Anche grandi aree ex industriali hanno visto coinvolti migliaia di metri cubi di rinnovamento: Genova, Napoli e Torino sono le tre aree metropolitane che meglio hanno affrontato la sfida del passaggio …