La Gelmini è riuscita lì dove in molti hanno fallito. Complice la clausola di salvaguardia affinata dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti, il ministro dell’istruzione sta riducendo per davvero l’organico della scuola: sotto la sua guida il numero dei docenti a tempo indeterminato e determinato fino al termine delle lezioni si avvia a scendere sotto quota 700 mila. Erano 720 mila nel 2000/2001, sono arrivati a 701 mila lo scorso anno. Con l’entrata in vigore della seconda annualità della riforma della scuola, da settembre i tagli in organico di diritto complessivamente saranno di altri 20 mila posti, 5 mila in organico di diritto. E così si sta diffondendo a macchia d’olio la protesta dei precari che quest’anno non avranno più il rinnovo del contratto. In questi giorni gli uffici provinciali infatti stanno definendo le nomine a tempo indeterminato, complessivamente 16 mila, e la lista delle disponibilità per le supplenze, che spesso sono dimezzate rispetto allo scorso anno se non annullate. Alle manifestazioni spontanee di protesta si stanno per affiancare, a inaugurare il nuovo anno, quelle strutturate di vari sindacati, in testa la Flc-Cgil. I dati relativi alla scuola 2009/2010 dopo la cura Gelmini-Tremonti, appena analizzati dallo stesso dicastero dell’istruzione nell’annuale rapporto, recitano: 10.452 istituzioni scolastiche, con una flessione di 297 unità in un anno, 41.902 punti di erogazione del servizio (92 in meno rispetto all’anno 2008/2009), 370.711 classi (4.235 in meno). Il tutto a fronte di un incremento della popolazione scolastica, che è passata dai 7.768.071 studenti del 2008/2009 ai 7.804.711 del 2009/2010, con una variazione positiva di 36.640 unità. A tale aumento, si legge nel rapporto, corrisponde un decremento di docenti con contratto a tempo indeterminato o determinato annuale (701.646 con una flessione di 23.527 unità) e con contratto a tempo determinato fino al termine delle attività didattiche (93.696 pari a meno 16.857 unità) e di personale amministrativo, tecnico e ausiliario con contratto a tempo indeterminato e determinato (231.118 unità complessive con meno 14.157 unità. Restano poi da scontare gli effetti del 2010-2011. Obiettivo, spiegano dal ministero, riportare il rapporto docenti/alunni alla media europea. Intanto, in alcune realtà sta emergendo che di posti disponibili per le supplenze di durata annuale non ce ne saranno. Il caso emblematico a Palermo dove il taglio sarà di circa 1200 posti, 500 di soli ausiliari, tecnici e amministrativi. Con il record della primaria che vedrà zero assunzioni a tempo indeterminato e zero supplenze. Ieri è finito in ospedale, per lo sciopero della fame che durava dal 17 agosto, uno dei precari storici che ha dato vita alla protesta: 25 anni di lavoro alle spalle, nessuna prospettiva di contratto per il prossimo anno. Complessivamente la Sicilia sconterà oltre 4 mila posti in meno. Una vera emergenza occupazionale. «Rivendichiamo la nostra competenza in materia di assunzioni», protesta il governatore siciliano, Raffaele Lombardo. «Siamo in prima linea nella difesa dei lavoratori, ma serve una soluzione nazionale al problema», rivendica Vito Cudia, responsabile Cisl scuola Palermo.
Italia Oggi 24.08.10