Tempo di ferie e di svaghi per molti. C’è come sempre chi, anche se è in vacanza, riflette con qualche tremore sulla propria condizione. Sono i precari. Come Andrea di 37 anni, consulente ambientale, che confessa: “Per le ferie esiste il pericolo di non percepire compenso. Si è sempre a rischio di licenziamento”. Troviamo la sua storia in una serie di “carte d’identità” raccolte dall’associazione “20 maggio flessibilità sicura”, una costola del Pd, curata da Davide Imola. Quel che colpisce di questa “galleria”, con tanto di foto segnaletiche, è l’età. Non sono più dei ragazzini. Hanno quasi tutti oltrepassato i 30. Sono quasi degli “Splendidi quarantenni” come direbbe Nanni Moretti. Con mappe delle loro “carriere” che sembrano un labirinto senza fine. Andrea, ad esempio, è stato operatore telefonico, poi per diverse occasioni collaboratore occasionale, poi tecnico riabilitatore di fauna selvatica, poi collaboratore a progetto come direttore di un centro di recupero fauna selvatica, poi consulente ambientale di un Ente Nazionale. E’ stato obbligato a diventare una partita Iva. Un buon lavoro Ma il compenso non corrisponde alle responsabilità e all’impegno. La sua aspirazione? Conoscere con almeno un mese di anticipo se la collaborazione verrà rinnovata…”.
Sono tanti come lui. C’è un archeologa, sempre a partita Iva, che racconta: “Se piove gli operai del cantiere aspettano le 9 e poi per loro scatta la cassa integrazione, non prevista per gli archeologi. Non ho diritto al casco e alle scarpe antl- infortunio. Anche l’assicurazione anti infortuni è a carico mio. Se devo fermare i lavori perché emergono dei reperti archeologici divento il nemico e mi si accusa di fermare i lavori per prolungare il mio contratto…”. Mentre Desiree di 30 anni ha un contratto da impiegata delle industrie alimentari e invece vola in aereo, come assistente di bordo. Non le è mai stata riconosciuta la mansione di assistente di volo e non può godere dei vantaggi del personale navigante: non ho un fondo volo, non ha copertura assicurativa. Se l’aereo dovesse avere un incidente lei risulta a bordo come passeggera. L’hanno mandata in Africa senza profilassi malarica e senza nessuna vaccinazione.
C’è poi Giovanna di 35 anni. Questa è, come dire, una precaria di alto livello. E’ laureata in medicina chirurgica e specializzata in chirurgia generale. Dotata di competenze, professionalità, meriti. E’ a partita Iva presso un pronto soccorso. “Non posso programmare la maternità, l’alternativa è trovare un compagno ricco. Vorrei un sistema sanitario pubblico non gestito in modo clientelare. Solo così le persone come me, che hanno i titoli, potrebbero essere assunte e lavorare in modo tutelato e volto alla migliore cura per il cittadino”. Sono i sogni di questi magnifici quasi quarantenni. Immaginano un’Italia diversa.
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