Giovedì un percorso di alta montagna, «una ferrata», su a Peralba, 900 metri di dislivello, ieri per riposarsi un giro in bicicletta, casco nuovo fiammante lungo la Cavalzo-Cortina, poi a casa per seguire la conferenza stampa del premier e le reazioni dei finiani. Rosy Bindi, presidente del Pd, legge la dichiarazione di Italo Bocchino, «si va avanti per altri tre anni» e sorride. «È evidente che la maggioranza non esiste più e se resteranno insieme questa ricucitura non sarà altro che un rattoppo, passeranno il tempo a patteggiare e trattare su ogni punto ai danni del Paese».
Ha sentito Berlusconi? Se c’è la fiducia avanti per altri tre anni. Altrimenti si vota.
«Bisognerà leggere attentamente il documento, ma non mi sembra che lasci molti margini di trattativa. Vedremo se il premier sarà in grado di rimettere insieme la maggioranza, io non ci credo, sarà un continuo patteggiamento, tutte le loro forze saranno impegnate per stare insieme e non certo per risolvere i problemi del paese. Gli stessi punti del programma dimostrano non c’è nessuna attenzione dei problemi reali del paese, non c’è cenno al lavoro o alle disuguaglianze».
Il premier è stato chiaro: nessuno pensi di non rispettare la volontà del popolo formando un governo di non eletti. Messaggio al Colle?
«Più che un messaggio mi è sembrato un avvertimento non rispettoso delle prerogative del Capo dello Stato e soprattutto ci leggo una volontà di modificare la Costituzione materiale attraverso la legge elettorale, una legge incostituzionale che va cambiata. Berlusconi ha praticamente affermato questo: una legge elettorale ha modificato la Costituzione. Dimentica che siamo ancora una Repubblica parlamentare e che c’è un Capo dello Stato».
Ha anche sostenuto che dal 1994 la magistratura vuole abbattere il governo legittimo.
«Da una parte vuole trasformare la nostra democrazia parlamentare in una democrazia plebiscitaria senza neanche modificare la Costituzione e dall’altra continua a non rispettare la divisione dei poteri. Lancia intimidazioni al Colle e continua nel suo obiettivo di legare le mani della magistratura. Del resto questo è il suo programma: processo breve, legittimo impedimento, esasperazione delle leggi ad personam…».
Su questo non ci saranno margini di trattativa. Secondo lei i finiani voteranno la fiducia al documento e tutto finisce qui?
«Se non sbaglio ha riproposto il processo breve anche se lo ha definito “processo ragionevole”, ha detto chiaramente che la legge sulle intercettazioni così come è stata emendata non va bene. È evidente che con la Lega è già d’accordo, dunque è tutto in mano ai finiani, vedremo quanto resisteranno o se siamo di fronte al ruggito del coniglio…».
Il premier si dice sicuro, in caso di elezioni, di una vittoria di larga misura.
«Questa sua previsione ritengo che sia un modo di mostrare i muscoli sapendo di mentire. Le elezioni per Berlusconi sarebbero un fallimento. Non abbiamo alcun problema ad andare al voto subito, non ci spaventa, Penso che il Pd e l’attuale opposizione avrebbero mille motivi per vincere, ma ritengo che la soluzione migliore per il Paese sarebbe quella di un governo di transizione per cambiare la legge elettorale».
Ma Berlusconi non la pensa così e a sentire Bossi neanche la Lega.
«Berlusconi in questo momento porterebbe il Paese ad elezioni contro il volere di tutti: soltanto Bossi le vuole, non il mondo cattolico e la Chiesa, non le parti sociali, non la gente. Il Paese non reggerebbe un’altra consultazione: sarebbe la terza in sei anni. Il suo obiettivo è chiaro: chiedere un mandato per costituzionalizzare la repubblica presidenziale. Per questo motivo il Pd deve puntare ad un’alleanza molto larga, in difesa della nostra Costituzione».
Bersani ha lanciato la campagna d’autunno. Il Pd si prepara?
«Quella campagna sarà la nostra grande forza, spiegheremo agli italiani cosa sta davvero accadendo al Paese».
A proposito di spiegazioni, crede che il popolo Pd approverebbe un governo di transizione?
«Ne sono certa perché da quando abbiamo iniziato a spiegare di cosa si tratta la risposta è positiva. La posta in gioco è alta: rischiamo di andare ad elezioni senza che il Paese trovi una stabilità politica perché con questa legge elettorale è così. Noi vinceremo le elezioni, ma se ci fosse un risultato incerto non permetteremo domani di mettere in atto quello che si vuole impedire oggi. Perché Berlusconi non è disponibile a fare un governo di responsabilità? A cosa punta? A nuove elezioni dall’esito che potrebbe essere incerto per tirare a campare ed arrivare alla presidenza della Repubblica?».
Facciamo una previsione: quanto durerà la tregua, se tregua è, con i finiani?
«Se Fini è coerente la maggioranza non c’è più e allora Berlusconi venga in Parlamento, ne prenda atto e la parola passi al Presidente della Repubblica».
da www.unita.it