Millecinquecento scuole italiane per tutto il prossimo anno scolastico saranno “governate” da un preside part-time, un dirigente preso in prestito da qualche istituto vicino. A causa dei numerosi pensionamenti e dei tempi biblici che intercorrono fra un concorso e l’altro, infatti, quest’anno è boom di posti vacanti. Fino al 2007 si ricorreva ai presidi incaricati, professori prestati al ruolo di dirigenti. Poi questa figura è stata abolita (restano al loro posto solo gli incaricati già esistenti) e ora l’unica soluzione, quando le graduatorie si svuotano, è ricorrere ai “supplenti” anche per i presidi, che in gergo tecnico si chiamano reggenti. Quest’anno, calcola l’Anp, l’Associazione nazionale di categoria, saranno circa 1.500. Con inevitabili disagi: un solo preside dovrà coprire due istituti. Di solito l’amministrazione scolastica va a caccia del reggente nelle scuole vicino a quella con la poltrona vacante. Ma non sempre si trova il candidato. Così, a volte, il dirigente part-time deve affrontare un bel viaggetto per fare la spola fra una sede e l’altra. Il che comporta meno tempo a disposizione di prof, segretari, bidelli e genitori. In una scuola che gestisce situazioni sempre più complesse e in cui le risorse sono minime e vanno spese al meglio, avere un preside part-time non è il massimo. Eppure quest’anno il 15% degli istituti scolastici finirà in mano ad un dirigente che ha già una sua sede e che dovrà dividersi fra più consigli di istituto, farsi in quattro per seguire il doppio o il triplo dei professori e ascoltare le ragioni di decine di genitori in più. Il record di queste situazioni si registrerà in Lombardia dove sono oltre 300 le reggenze che dovranno essere assegnate. L’Ufficio scolastico è già al lavoro. Nel Lazio saranno 110, in Veneto 90 così come in Piemonte, spiegano sempre all’Anp. A poco serviranno le 170 assunzioni già promesse dal ministero. Sono una «goccia nel mare», dicono dall’Associazione dei presidi che chiede «che si faccia subito il concorso per 2.800 posti annunciato per il prossimo autunno dal ministro Gelmini in un incontro con i sindacati». «Bisogna farlo subito – sottolinea Giorgio Rembado, a capo dell’Anp – perché per espletare questo tipo di procedure ci vogliono molti mesi. Se il concorso verrà bandito ad ottobre probabilmente avremo in ruolo i vincitori nel 2012 e i 2.800 nuovi posti saranno appena sufficienti, a quel punto, per coprire le nuove vacanze». Si calcola, infatti, che entro il 2012 i posti vuoti saranno oltre 3.000. A quel punto ci saranno ancora reggenze da assegnare e con i pensionamenti ulteriori si libereranno altri posti e il giro ricomincerà. «Per evitare che la situazione si ripeta con i numeri di quest’anno- prosegue Rembado- è necessario che i concorsi vengano banditi con regolarità. In alcuni casi sono passati anche dodici anni prima di farne uno. L’ultimo concorso c’è stato sei anni fa. L’intervallo ideale dovrebbe essere di due anni». Qual è l’aspetto più preoccupante delle reggenze? «Il carico di lavoro eccessivo a cui viene sottoposto ciascun dirigente. Oggi le scuole, soprattutto in città, sono molto grandi e non sempre vicinissime tra loro». L’Anp aveva insistito per lasciare al loro posto, per un altro anno, i presidi attualmente in carica e in via di pensionamento, ma non c’è stato nulla da fare. A settembre, dunque, centinaia di genitori scopriranno di avere un dirigente part-time da condividere con le famiglie di un altro istituto. Chissà quante volte si sentiranno dire «ripassi domani, che oggi il preside non c’è». Anche perché l’ultima manovra economica vieta ai dipendenti pubblici di usare il mezzo proprio per gli spostamenti, ricordano dall’Anp. I presidi reggenti o pagheranno di tasca loro o dovranno contingentare al massimo le trasferte e gli spostamenti da una scuola all’altra per non rimetterci troppo.
Il Messaggero 15.08.10