Onorevole Piero Fassino, come valuta le parole del Capo dello Stato tanto criticate dal centrodestra?
«Mi sembrano critiche del tutto infondate e anche ingenerose. Io credo invece che l´intervento del presidente sia di grande rigore istituzionale e saggezza. Ha richiamato il perdurare di una situazione economica difficile e la necessità di garantire che le istituzioni assolvano pienamente alla loro funzione di guidare il Paese. Mi pare un appello che tutti dovrebbero condividere e comprendere: prima di tutto occorre essere responsabili verso l´Italia e gli italiani. Poi che nel centrodestra ci sia un´evidente crisi politica non lo ha inventato Napolitano, è sotto gli occhi di tutti da mesi. La rottura tra Berlusconi e Fini si è approfondita sempre di più e per quanto Berlusconi faccia finta di non vederla la crisi c´è. Volerla negare è l´ennesima prova di scarsa responsabilità istituzionale della destra».
Sta dicendo che Berlusconi dovrebbe salire al Colle?
«Le cose sono semplici: se Berlusconi è convinto di avere una maggioranza solida e stabile lo dimostri e governi. Se invece come dicono i fatti la maggioranza non è più coesa ne prenda atto e non pretenda di stare al governo. Oltretutto un governo che non governa determina sì un vuoto di potere, lasciando marcire i problemi e impedendo a questo vuoto di essere colmato».
Come giudica la minaccia del capogruppo del Pdl Cicchitto di ricorrere alla piazza se Napolitano non scioglierà le Camere?
«Minacciare la piazza contro le istituzioni è sempre stato una prerogativa dei movimenti populisti e reazionari. Non solo, Cicchitto dovrebbe chiedersi se la maggioranza degli italiani non la pensi proprio come Napolitano. Le sue parole sono indice di grande nervosismo, così come lo è alzare i toni della polemica quando occorrerebbe invece riflettere sulle parole del presidente e mettersi in sintonia con le sue preoccupazioni e il suo appello».
Invece non si parla altro di elezioni…
«Le urne non sono l´unico sbocco di una crisi. Di fronte a questa eventualità naturalmente spetterà a Napolitano valutare lo scenario e le possibili soluzioni. La proposta che il Pd avanza di un governo di transizione di breve durata per affrontare la crisi economica, rasserenare il clima politico e dare al Paese una nuova legge elettorale è una proposta che ha la stessa dignità di chi indica le elezioni anticipate subito. Anzi, in un clima così infuocato le elezioni rischierebbero di determinare un pericoloso vuoto di potere».
Pdl e Lega dicono che la maggioranza per un nuovo governo non c´è…
«Penso che una maggioranza parlamentare capace di assumersi la responsabilità di sostenere un governo di transizione ci possa essere. Noi la proposta l´abbiamo avanzata all´insieme delle forze politiche, naturalmente a partire da quelle di opposizione, perché la transizione è aperta a tutti coloro che ne condividono i tre obiettivi che ho indicato. Noi insistiamo su una nuova legge elettorale non solo perché con quella attuale gli italiani non possono eleggere direttamente i propri rappresentanti, ma anche perché lo scenario politico si sta modificando e passiamo da due a tre o quattro raggruppamenti elettorali. Il che consentirebbe di vincere le elezioni con il 35% dei voti ottenendo poi il 55% dei seggi con il premio di maggioranza. In nessun paese del mondo esiste un simile scarto».
La Repubblica 14.08.10
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No al voto, il Pdl avverte Napolitano “In piazza se spuntano governi tecnici”, di GIANLUCA LUZI
ROMA – In un Pdl che già si sente in campagna elettorale sull´onda della guerra con Fini, la forte «inquietudine» e la preoccupazione per il «vuoto» politico che il presidente della Repubblica ha manifestato in un´intervista all´Unità, hanno provocato una forte irritazione. Le parole con cui il capo dello Stato ha detto no alle elezioni anticipate e alla guerra contro il presidente della Camera, hanno messo in chiaro allo stato maggiore berlusconiano che la strategia del premier: crisi, ricorso alle urne e plebiscito, non è condivisa dal Quirinale. Ecco quindi che tutto il Pdl si trincera dietro un no ai governi tecnici o di transizione – anche se il capo dello Stato non ne ha fatto cenno nell´intervista all´Unità – arrivando con il capogruppo Cicchitto a minacciare il ricorso alle manifestazioni di piazza. L´opposizione plaude invece all´altolà di Napolitano (anche se Di Pietro dice che è fuori tempo) e con Bersani ricorda a Berlusconi il dovere di rispettare la Carta «fino a quando non avrà fatto la Costituzione di Arcore». Bossi, ormai convertito alle elezioni anticipate, non vede un futuro per la legislatura: nella maggioranza si è creata una situazione che «temo sia difficile da sistemare», quindi «non riesco a capire come si possa andare avanti per qualche anno in un casino del genere». Di conseguenza «andare alle elezioni è naturale quando il governo non funziona più». Il capo leghista si dice convinto che Napolitano «di cui ho stima, non farebbe niente per mettersi contro la volontà popolare, tanto non serve a niente mettere assieme cose che non stanno assieme». Quanto ai rischi per il vuoto di governo, «dipende da che cos´è un vuoto di governo. Un vuoto di governo potrebbe anche essere che c´è una maggioranza spaccata, che non riesce a combinare niente». Bossi – che ha annunciato: «Vedrò Berlusconi il 25 agosto a casa sua sul lago» – minimizza il pericolo di una speculazione economica contro l´Italia in campagna elettorale: «La speculazione potrebbe avvenire anche se ci fosse un governo che non funziona, che non riesce a funzionare, allora sì che diventa grave. Io so che l´economia sta andando abbastanza bene, quindi non c´è un pericolo immediato di aggravamento della crisi. Mi pare che piano piano, grazie al governo, grazie a Tremonti, si sia un po´ stabilizzata. Quindi, se si volesse andare alle elezioni, questo è un momento meno pericoloso di altri momenti». Con l´intervista di Napolitano si intreccia anche quella del presidente del Senato al Corriere della Sera. Schifani esclude che la crisi della maggioranza possa portare a un governo tecnico. Parole che sembrano proprio un controcanto a quelle del capo dello Stato e infatti tutto il Pdl le prende come riferimento per contrastare lo stop di Napolitano. Proclama Cicchitto: «Non sono per niente condivisibili le ipotesi di governi tecnici e di governi di transizione. Si tratterebbe di manovre di Palazzo. Qualora decollassero operazioni di questo tipo – avverte il capogruppo del Pdl – sarebbe legittimo sviluppare le più incisive manifestazioni politiche, in Parlamento e nel Paese». Gli fa eco il coordinatore del Pdl Bondi che – riferendosi al pericolo di una campagna elettorale quando la crisi economica è ancora in corso – sostiene che «in una situazione di perduranti difficoltà economiche, è meglio il ricorso al voto piuttosto che la paralisi politica». Così come, per Bondi, «appare evidente a tutti che le uniche campagne di destabilizzazione che si conoscano da anni hanno di mira il presidente del Consiglio e il suo partito, senza che nessuno mai lo abbia denunciato con la necessaria forza». Diversamente dal Pdl, il Fli approva le parole del capo dello Stato e accusa il Pdl e «il delirio calunniatorio del giornale della famiglia Berlusconi», di «alimentare questa irresponsabile campagna». Per questo, sostiene il Fli, «è facile capire chi gioca allo sfascio e vuole trascinare il Paese in una ulteriore avventura elettorale nel più assoluto disprezzo dell´interesse nazionale».
La Repubblica 14.08.10
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Berlusconi schiuma rabbia, Napolitano lo ha isolato
I giornali del Cavaliere annunciano l’assalto finale a Gianfranco Fini Il presidente del consiglio Berlusconi, irritato, tace e delega alle sue truppe l’attacco al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Che, di ritorno da Stromboli, ha concesso un’intervista per stigmatizzare quegli esponenti politici (leggi Berlusconi) che parlano di elezioni anticipate «senza averne titolo e in modo sbrigativo e strumentale». Ma soprattutto per ricordare le prerogative che in materia gli concede la Costituzione e per chiedere uno stop alla campagna «volta a delegittimare» Gianfranco Fini. Parole meno felpate di quelle pronunciate in passato, che il Pd sposa, invitando peraltro il premier a rispettare la Costituzione. Parole che trovano sponda anche nei finiani che chiedono al partito del Cavaliere di ascoltare Napolitano e smetterla con gli attacchi al presidente della Camera.
Intanto il Giornale di Vittorio Feltri non solo conferma quanto pubblicato finora ma annuncia per oggi nuovi particolari sull’acquisto di mobili per la casa di Montecarlo da parte di Fini e signora: fatture, contratti e nome e cognome dei testimoni.
da Europa Quotidiano 14.08.10