Gli organici della scuola bolognese sono «ancora in alto mare» e non c’è «nessuna notizia rassicurante sulla dotazione di personale che dovrebbe consentire, tra neppure un mese, l’apertura dell’anno scolastico». A lanciare l’allarme è Sandra Soster, segretaria provinciale della Flc-Cgil, spiegando che «mancano ancora all’appello gli insegnanti di inglese nella scuola primaria, quelli necessari per sdoppiare una trentina di classi di scuola media dai numeri inverosimili che possono funzionare solo sulla carta e per far partire una scuola superiore nel caos». E non è finita perché «oltre ad un massiccio ricorso alle ore eccedenti per gli insegnanti di ruolo», in più rispetto all’orario contrattuale, quelle «che tolgono lavoro ai precari, non garantiscono alcuna continuità didattica e costano di più al contribuente ma fanno tornare i conti ufficiali del taglio», ora si scopre che che «occorre tagliare ulteriori 56 posti rispetto all’organico di diritto. Altro che risorse aggiuntive», sbotta Soster. E non c’è nessuna risposta ai 628 bambini che dovrebbero entrare nella scuola dell’infanzia e che invece ancora non hanno la garanzia di un posto, nè alle 1.500 famiglie che hanno chiesto il tempo pieno e ancora non lo hanno ottenuto. A fronte di questo, è «minimalista la richiesta avanzata dall’Ufficio scolastico provinciale: otto sezioni sulle 19 necessarie di scuola d’infanzia e nessuna richiesta avanzata sul tempo pieno. Si ritiene forse afferma Soster che Bologna ne abbia già abbastanza e che si possa comunque distruggere del tutto il modello didattico tutelato dalla legge (i due insegnanti per classe) per utilizzare meglio il personale esistente spostandolo in altre scuole (se lo faranno impugneremo immediatamente l’atto)». Inoltre, secondo il sindacato, i problemi della scuola bolognese si aggravano perché «la città è priva del potere politico».
Il Resto del Carlino 11.08.10