Giorno: 3 Agosto 2010

"Bologna e i conti ancora aperti", di Michele Brambilla

Perché non c’era nessuno del governo ieri a Bologna, nel trentesimo anniversario della strage? La prima risposta è molto semplice: erano stufi di farsi fischiare, cosa che si ripeteva immancabilmente ogni anno. Ma a questo punto scatta una seconda domanda: perché i bolognesi li hanno sempre fischiati? E qui la risposta è un po’ più complessa. Alcuni esponenti del Pdl hanno detto che quella del 2 agosto è ogni anno l’occasione, o meglio il pretesto, per contestare il governo, soprattutto se di centrodestra. Il ricordo della strage sarebbe quindi strumentalizzato. In parte è vero. Che cosa c’entrano le bandiere di Rifondazione Comunista con le vittime di quell’attentato? E perché l’anno scorso, tanto per fare un altro esempio, è stato silenziato dai fischi il ministro Bondi, del quale ovviamente tutto si può dire, ma certo non che sia un complice dei bombaroli? Insomma le argomentazioni degli assenti non sono campate per aria. Ma non bastano, a nostro parere, per rispondere a quella seconda domanda: perché a Bologna chiunque si presenti come rappresentante del governo viene contestato? …

"La politica dell´antistato", di Nadia Urbinati

È arduo farsi un´idea precisa della portata della trasformazione politica prodotta dai governi Berlusconi. Ma è urgente cominciare a fare un rendiconto per poter agire con prudente speditezza e capire che cosa fare. Partiamo dalle accuse mosse dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, al premier nel momento del suo congedo burrascoso dal Pdl. La prima accusa è di trattare gli affari di stato come affari di partito e gli affari di partito come affari suoi; la seconda accusa è di far passare l´impunitá per garantismo. La logica patrimonialista viene denunciata da anni; ora è confermata dal suo piú autorevole testimone. Queste le componenti inanellate: lo Stato è il partito e il partito è l´azienda del premier; di qui nasce la politica dell´illegalitá, che non è dunque una semplice questione morale. Tutto si lega nella logica privatistica che è, questo è il punto, una logica dell´anti-Stato. Questo governo non lascerá solo macerie, dunque. Lascerá qualcosa di nuovo, forse il lascito piú tremendo e anche quello che occorrerá subito demolire, senza second thought. Il monito di qualche …

"Sotto l'ombrellone 13 mila posti", di Alessandra Ricciardi

Chi è in attesa di una chiamata a tempo inderminato come maestro nella provincia di Napoli, può scordarsela. Con 200 esuberi, di assunzioni non ve ne sarà neanche l’ombra. Quella della scuola primaria napoletana è la punta di un iceberg che riguarda il Sud, in particolare Campania, Sicilia e Puglia. Nella tornata di assunzioni che andrà in scena nei prossimi giorni, le tre regioni in questione resteranno pressoché a stecchetto: troppe le immissioni in ruolo fatte negli anni passati, ora hanno il problema opposto, quello degli esuberi. Qualche spiraglio si apre solo per il sostegno e per classi, tipo matematica, alle medie e superiori. È quanto trapela dal ministero dell’istruzione, che conta di portare al prossimo consiglio dei ministri il decreto di autorizzazione a 13 mila assunzioni a tempo inderminato per il prossimo anno. Il dicastero guidato da Mariastella Gelmini ne aveva chieste 26 mila: 20 mila insegnanti e 6 mila Ata, ovvero ausiliari, tecnici e amministrativi. Pare che dal Tesoro la disponibilità sia arrivata ma dimezzata: salvo sorprese dell’ultima ora, le immissioni dovrebbero riguardare …

"Beni culturali appiedati. Arte e archeologia a rischio", di Stefano Miliani

Necropoli, chiese in campagna, l’arte che corre pericoli non ha più chi può correre a salvarla se ce n’è bisogno. Appiedati archeologi, storici dell’arte, architetti, restauratori del ministero dei beni culturali. Non possono usare nemmeno la propria auto (con rimborso benzina e al massimo per un pasto, l”indennità di missione da tempo è sparita) per controllare lo stato di salute o evitare danni a siti archeologici, dipinti, chiese, al paesaggio. E in Italia gran parte dei tesori artistici non è nelle città e non si raggiunge con i mezzi pubblici. Una norma nella manovra di Tremonti infatti vieta l’uso dell’auto privata ai dipendenti. Il segretario generale dei beni culturali Roberto Cecchi aveva trovato una via per autorizzare, per motivi urgenti, i tecnici del dicastero, a usare la propria auto. Invece nel passaggio a legge della manovra il divieto è stato confermato. Al che Assotecnici, l’associazione che raccoglie tecnici del ministero guidato da Sandro Bondi, fa appello direttamente al presidente della Repubblica Napolitano. Perché a rischio c’è l’articolo 9 della Costituzione, quello che tutela il nostro …