memoria

"Non negare verità dietro segreto di Stato”

Bersani scrive al Presidente dell’Associazione delle Vittime della Strage di Bologna del 1980: “Sorvegliare la democrazia che può sempre ammalarsi”.
Caro Bolognesi, nessuno di noi potrà mai dimenticare la terribile mattina del 2 agosto del 1980 quando, alle 10.25, scoppiò una bomba nella stazione di Bologna che provocò la morte e il ferimento di tanti innocenti e gettò nel lutto l’Italia intera. Dopo tanti anni di indagini, tra reticenze e depistaggi, la magistratura arrivò a condannare, con sentenza definitiva, gli esecutori materiali della strage. Da parte nostra, nel 30° anniversario della strage, vogliamo garantire il nostro impegno affinché possa emergere tutta la verità, perché adesso ne abbiamo solo degli spezzoni. Le sentenze ci sono, ma cosa ci sia stato alle spalle di questa strage e delle altre che hanno colpito il nostro paese è ancora un punto da indagare e non risolto. A 30 anni di distanza i mandanti sono ancora sconosciuti e questo è inaccettabile. L’Italia è un paese civile e la verità non può esser negata dietro agli umilianti silenzi del segreto di Stato. Nel 2007 il Parlamento italiano ha approvato una legge proprio su segreto di stato e si attendono ancora, per la definitiva applicazione, le indicazioni della Commissione Granata . Vi è, tra le proposte anche quella di prolungarne la durata in casi definiti, il che comporterebbe una modifica negativa della legge vigente. Noi siamo contrari a modificare la legge sul segreto di Stato e, per questa ragione, i Parlamentari del Pd hanno presentato numerose interrogazioni al governo. Nella mia responsabilità di Segretario del Pd voglio assicurarti il nostro sostegno nel chiedere che il termine dei 30 anni di segretezza venga rispettato e che tutti i documenti vengano resi pubblici, a partire dal prossimo anno. Vi è, inoltre un altro aspetto importante della vicenda, ossia i riconoscimenti previdenziali per le vittime del terrorismo. Nel 2004 è stata approvata una legge, voluta da tutti, ma che non viene ancora integralmente applicata. Non è accettabile che chi condannato a portare sul proprio corpo e per tutta la vita i segni della violenza terroristica non possa avvalersi di ciò che gli è riconosciuto per legge o che lo possa fare in maniera anche solo parziale. Un’offesa per le vittime e per tutti gli Italiani. Anche qui deve essere messa in campo ogni iniziativa affinché questa inaccettabile storia abbia termine. In questi lunghi 30 anni che ci separano dal 2 agosto del 1980, la gente e le istituzioni ci sono sempre state. Questo dimostra quanto sia forte la volontà di non dimenticare, come avevamo promesso allora.

Non dimenticare e sorvegliare la nostra democrazia, che può sempre ammalarsi. Di sicuro furono passaggi drammatici per il nostro paese, che potevano forse preludere ad un cambio di regime.
Per questa ragione è così importante andare a vedere come furono mossi i fili. La democrazia italiana alla fine ha retto, ma fa male pensare che sotto ci sia il sangue di molti innocenti. Quello che è importante, però è avere la certezza che lo Stato continui a cercare la verità; le cittadine e i cittadini italiani, e prima di ogni altro i familiari delle vittime, ne hanno diritto!

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