Mese: Luglio 2010

"I piccoli Cipputi educati a fare i precari", di Bruno Ugolini

Li educano a fare i precari fin dalla tenera età. Così non si possono fare illusioni sul proprio avvenire. Sono i fanciulli, i bambini. Più di mezzo milione tra i 6 e i 13 anni in Italia. Il dato è ricordato da una bella inchiesta pubblicata da un settimanale romano di nicchia “La voce democratica” diretto da Domenico Commisso, già redattore, anni fa, dell’Unità milanese. Un panorama di questa piaga è dato dalla testimonianza di un personaggio singolare, Vittorio Barbanotti, 58 anni, di professione idraulico di grandi impianti, presidente di un Comitato per i diritti umani. È lui che racconta come solo nel Lazio ci siano almeno trentamila ragazzini-lavoratori. Il numero dei piccoli Cipputi continua a crescere anche in rapporto al fenomeno dell’immigrazione straniera. Secondo dati della Caritas italiana, in Italia ci sarebbero circa ottantamila stranieri con meno di 14 anni di età. Non si sa quanti lavorino,ma in almeno tre comunità di immigrati sembra particolarmente frequente il ricorso al lavoro minorile: la comunità cinese, quella magrebina e quella Rom. L’orario di lavoro è assai …

Musei, metà dei visitatori non paga "Con un euro a testa 2.400 assunzioni", di Valentina Conte

Entrare gratis nei musei statali italiani. Un´eccezione? Non proprio. Al contrario, nell´ultimo anno, più della metà dei visitatori non ha pagato il biglietto per Uffizi, Galleria Borghese, scavi di Pompei, Colosseo, Palazzo Reale a Napoli, Reggia di Caserta. Al punto che se ciascuno dei quasi 18 milioni di “esenti” su 32 milioni totali versasse un simbolico euro, si potrebbero autofinanziare nuove assunzioni di personale, a tempo, per la vigilanza e l´accoglienza. Non solo per colmare l´attuale cronica carenza e l´età media pericolosamente alta, ma per rilanciare e potenziare l´intera offerta culturale nazionale. Più musei aperti, ma anche monumenti, aree archeologiche, pinacoteche, biblioteche, pure di notte e nei fine settimana, d´estate e durante i “ponti” o le festività. Quando il tempo libero, cioè, spinge la domanda. E più giovani che lavorano. A conti fatti, un euro a testa da chi non deve altro (minori, over 65, militari, giornalisti e altre categorie) fanno 17,7 milioni di euro. Un budget sufficiente, ad esempio, per quasi 2.500 contratti a tre mesi. O, in alternativa, 1.850 a quattro mesi, 1.230 …

"Cesarismo democratico", di Nadia Urbinati

Da quando nacque Forza Italia, nel 1994, e per diversi anni, Norberto Bobbio tornò ripetutamente sul tema della natura di questo partito. Partito personale, non tanto perché creato da una persona, ma perché posseduto, «tenuto» da una persona, che nel partito aveva investito come s´investe in un´impresa. Un partito anomalo dunque. Anomalo rispetto alla forma partito politico nelle democrazie liberali, il quale partito politico è un´associazione di persone e non l´associazione di una persona. Anomalo rispetto ai partiti liberali. Infatti, nonostante si fosse da subito presentato come la «Casa delle libertà», nella sua natura, Forza Italia e poi Pdl si dimostrò essere tutto fuorché un partito liberale classico. Il partito liberale classico ha personalità diverse, non è una massa amorfa unita nella figura di un leader che si presenta come carismatico, è un partito di diversi leader non sempre in sintonia su tutto, molto spesso litigiosi o in disaccordo tra loro. Anomalo infine rispetto ai partiti che hanno praticato il centralismo democratico, che insistevano cioè sulla funzione coagulante del consenso, che respingevano formalmente le correnti. …

"Purchè non sia un tavolino", di Mario Deaglio

I cosiddetti «tavoli» ai quali i sindacati, gli imprenditori e i rappresentanti del governo si incontrano e si confrontano sono una buona cosa in quanto l’alternativa è spesso uno sciopero «al buio», ossia senza che una parte abbia una chiara percezione delle posizioni e dei problemi delle altre. Il «tavolo» che si terrà mercoledì a Torino sul futuro degli stabilimenti italiani della Fiat rischia però di trasformarsi in un «tavolino», ossia di dare ai problemi sul tappeto un’interpretazione riduttiva e specifica, tesa soltanto a stabilire minuziosamente impegni reciproci sulla produzione di singoli impianti e singoli modelli in un arco di tempo necessariamente breve e in condizioni molto incerte, data la congiuntura europea e mondiale. Se così fosse, l’accordo raggiunto terrebbe fino alla prossima situazione di difficoltà, dopo di che si ricomincerebbe da capo con un altro «tavolino». Tra un «tavolino» e l’altro, la posizione competitiva dell’Italia continuerebbe a peggiorare. E’ stato così nel corso degli ultimi vent’anni. Il «tavolo» di mercoledì sarà un successo se, pur non rinunciando ad affrontare i problemi contingenti, porrà le …

"Da professore dico: Giovani via dall'Italia", di Paolo Guiotto*

Finalmente la singolare protesta in atto in molte Università italiane è uscita dalle «mura» degli Atenei e ha cominciato a prendere posto nel dibattito pubblico. Come molti colleghi, anch’io ho dolorosamente scelto di non insegnare il prossimo anno accademico e vorrei condividere le mie motivazioni che, credo, siano quelle di molti. Da oltre 12 anni insegno analisi matematica nelle Facoltà scientifiche dell’Università di Padova. Ho insegnato a Matematica, Fisica, Ingegneria e Informatica, inizialmente svolgendo esercitazioni nei corsi e successivamente assumendomi la responsabilità di corsi interi. Ho insegnato e sono tutore per gli studenti della Scuola Galileiana, la “Normale” di Padova, la scuola di eccellenza che ogni anno vede qualche centinaio di giovani concorrere per 24 posti tra discipline umanistiche e discipline scientifiche. L’insegnamento all’Università è parte integrante dell’attività di ricerca. Anzitutto nei corsi più avanzati, dove si insegnano tematiche di ricerca e si avviano i giovani più promettenti a questa difficile attività professionale. Ma anche nei corsi di base, perché sono il primo impatto con uno studio che richiede un rigore ed un approfondimento straordinari. …

"Giovani a scuola di politica fra caso Vendola e realtà", di Concita De Gregorio

Dice Nichi Vendola, in procinto di partire per Bertinoro dove stasera – alla scuola «Democratica» – parlerà di religione, che «nella grande area del Pd» sente «una forte onda emotiva». Vendola parla così, è anche per questo che piace molto a chi ha meno di trent’anni e poco o pochissimo a chi ne ha parecchi di più. Non è solo un fatto anagrafico, naturalmente. Scarta sempre di lato, o avanti: va su un altro piano. Gli domandi cosa pensi della reazione dei leader del centro sinistra alla sua candidatura alla guida della coalizione – la gamma va da dispetto a ostilità passando per prudenza – e risponde che sente una forte onda emotiva. Non si riferisce ai vertici, evidentemente. Parla delle persone che incontra. Dice che c’è «molta passione» fra i ragazzi. Gli domandi se non sia stata prematura, la sua candidatura, visto che le primarie non sono proprio alle porte e considerato che il risultato ottenuto è stato per ora di farsi attaccare da destra e da sinistra e risponde che «la forza del …