«Arbitrato, condoni e previdenza. Tutti i trucchi della strategia dei refusi», di Roberto Mania
Se due indizi fanno una prova, due refusi finiscono per dare corpo a una strategia. Al ministro Saconi i diritti d’autore sul “refuso” entrato nel gergo della politica ROMA – Un refuso tira l’altro. Prima quello sulle pensioni, poi quello sulle tredicesime di poliziotti, professori e magistrati. Così se due indizi fanno una prova, due refusi finiscono per dare corpo a una strategia: la strategia dei refusi, appunto. Coltivata dal governo, assecondata, nel segreto dell’emendamento, da alcuni parlamentari della maggioranza. A nobilitarla è stato – pare senza una vera strategia di marketing – il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Perché sono tutti suoi i diritti d’autore sul “refuso” entrato prepotentemente nel gergo della politica all’insegna del “pop”. È stato lui il primo a parlarne. Ma se nuovo è il termine, vecchio, e largamente sperimentato, è lo schema di gioco: il governo – vale per la giustizia come per quasi tutti i provvedimenti di politica economica – non scopre per intero le sue carte e affida ai parlamentari prescelti le proposte più hard (tutti i condoni …