Mese: Luglio 2010

"Voltaire e la Sipra di Urbani", di Massimo Giannini

Chi affiderebbe il ministero dell’Ambiente al «ceo» della British Petroleum, cui dobbiamo la marea nera della Luisiana? Realisticamente nessuno. Chi affiderebbe la cassaforte di pubblicità del servizio pubblico radiotelevisivo a un «famiglio» del principale concorrente? Probabilmente la Rai. Accadono cose sensazionali, intorno al carrozzone di Viale Mazzini. Dopodomani il consiglio di amministrazione dovrebbe dare via libera alla squadra che guiderà la Sipra, un colosso che amministra circa 1 miliardo di euro. Nel dream team, candidato alla poltrona di presidente, ci sarebbe Giuliano Urbani. Cioè uno dei più fini e fedeli «cervelli» di Berlusconi. Fondatore di Forza Italia, ideologo del «nuovo centro- destra» fiorito nel 1994 alla corte di Arcore, ex ministro del Cavaliere. Dunque, un uomo così dovrebbe gestire il portafoglio pubblicitario della Rai. E con criteri rigorosamente competitivi rispetto all’avversario, che guarda caso è Publitalia. Cioè Midiaset. Cioè l’impero del presidente del Consiglio, suo amico e antico ‘padrone’ contro cui l’indomito Urbani dovrebbe combattere all’arma bianca, tentando di erodergli ricavi, fatturati, quote di mercato. È credibile, una nomina del genere? Non è, ancora una …

Quello strano emendamento sul 30% dei risparmi

C’era attesa per conoscere le mosse concrete del Governo dopo gli annunci del ministro dell’economia Tremonti circa il recupero del 30% dei risparmi previsti nella manovra triennale 2008. Ebbene un emendamento del relatore alla manovra, Antonio Azzollini, in discussione in commissione Bilancio al Senato prevede che tali fondi verranno ‘accantonati’ nonostante il congelamento triennale 2011-2013 previsto nella manovra in discussione al Senato e potranno, in un secondo tempo, essere anche destinati a scatti di anzianità e progressioni del corpo docente. A decidere, sarà, però, un “decreto di natura non regolamentare del ministero dell’Istruzione di concerto con quello dell’Economia e sentite le organizzazioni sindacali”. Non è definito un termine entro il quale ciò debba avvenire. Sembra di capire insomma che il Governo stia prendendo tempo per decidere come impiegare quella quota di risparmi derivanti dalle misure stabilite nel 2008 (i 7,8 miliardi di tagli): se investirli nella valorizzazione del merito, come previsto allora (ed enfatizzato come un asse portante della politica scolastica di questa legislatura), o per recuperare il blocco agli scatti di anzianità, misura introdotta …

"Invalidi, senza pensione chi ha doppia patologia e l´accompagno andrà solo a chi è allettato", di Valentina Conte

Il dossier ROMA – Annunciata come lotta ai falsi invalidi, si è trasformata in penalizzazione di quelli veri. L´articolo 10 della manovra di Tremonti, poi emendato ma in peggio, che alza la percentuale di invalidità per ottenere la pensione da 275 euro al mese (8,16 al giorno) e irrigidisce i criteri per l´indennità di accompagnamento da 480 euro mensili, corre due rischi: colpire i disabili e le loro famiglie senza ottenere significativi risparmi di spesa e senza estirpare sul serio la piaga dei finti malati. Quando mercoledì le associazioni degli invalidi (civili, ciechi, mutilati, sordi, disabili), rappresentate dalle sigle Fand e Fish, manifesteranno in piazza Monte Citorio, con il sostegno della Cgil, il discusso emendamento potrebbe già aver ottenuto l´ok dalla commissione Bilancio del Senato dove il relatore Antonio Azzollini l´ha presentato sei giorni fa. Un emendamento, negli annunci, scaccia guai. Arrivato dopo le rumorose proteste al testo del decreto 78 (la manovra) che fissava il passaggio in una notte (tra il 31 maggio e il 1° giugno) al nuovo requisito per accedere alla pensione: …

«Cambiare la manovra è una necessità». Errani: «il gap che divide il sud dal nord non si affronta con accuse ingenerose»

Le Regioni:«Per noi e gli enti locali è insostenibile e finirebbe per penalizzare i cittadini» MILANO – Le regioni passano nuovamente all’attacco. Obiettivo, come sempre, modificare la manovra. «La cortina fumogena alzata in queste ore serve a coprire una manovra che per le Regioni e gli enti locali è insostenibile e che finirebbe per penalizzare i cittadini» afferma Vasco Errani. Il presidente della Conferenza delle Regioni se la prende in particolare con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: «Deve cambiare modo di rivolgersi alle Regioni: le istituzioni si devono rispettare; polemiche e offese non fanno bene al Paese» afferma Errani nel corso di un’intervista al Tg3. «Per svolgere le funzioni a noi attribuite servono 4,9 miliardi – spiega. – Se nel 2011 ci tagliano 4 miliardi, non siamo più in grado di esercitarle. Il Governo deve assumersi la responsabilità di dire: queste funzioni non si esercitano più. Penso che con il dialogo si possa uscire da questa situazione molto rischiosa per il Paese». INCONTRO – La temperatura dei rapporti tra Governo e Regioni continua insomma a …

Il Belpaese della disuguaglianza metà ricchezza al 10% degli italiani, di Roberto Mania

La crisi ha aumentato le distanze sociali. Classe media frantumata. Peggio di noi fra le nazioni sviluppate solo Messico, Turchia, Portogallo, Usa e Polonia ROMA – Don Paolo Gessaga la spiega così, quasi con uno slogan pubblicitario: “La povertà non è più “senza fissa dimora””. La povertà è accanto a noi. Diffusa e afona, al pari della diseguaglianza. “È meno apparente, ma è più profonda”, aggiunge il sacerdote che ha fondato la catena degli empori della Caritas. Dalla sua parrocchia di San Benedetto in via del Gazometro a Roma, nel quartiere popolare Ostiense, questo cinquantenne arrivato dal varesotto, vede, e tocca, da vicino le nuove povertà e le nuove diseguaglianze, coda velenosa della Terza Depressione mondiale come l’ha chiamata il premio Nobel per l’economia Paul Krugman. La crisi ha accentuato le diseguaglianze e frantumato anche la middle class italiana. Siamo diventati tutti americani. E l’Italia, in termini di reddito, è un paese sempre più diseguale: ricchi e poveri, giovani e anziani, uomini e donne, nord e sud. L’eguaglianza non c’è più, né si ricerca, e …

Manovra, l'allarme delle aziende. Alta tensione alla vigilia del voto

Confindustria: le nuove norme creano conseguenze irreparabili per le piccole e medie imprese ROMA Acque agitate alla vigilia del voto finale sulla manovra che avverrà tra domani e martedì in commissione Bilancio al Senato. La situazione politica generale non aiuta certo a rasserenare gli animi e circolano voci su possibili scontri tra il premier, Silvio Berlusconi e il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti. Voci però immediatamente smentite dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. L’opposizione ne approfitta per lanciare stoccate all’indirizzo della “tenuta” dell’esecutivo e il dibattito più che sulla manovra si concentra sul possibile ricorso alle urne e sullo scompaginarsi della maggioranza. Ma a riportare il dibattito su temi più tecnici ci pensano le imprese e le regioni. «Il titolo di apertura del “Corriere della Sera” relativo allo scontro tra il presidente del Consiglio ed il ministro dell’Economia è assolutamente infondato – dice Bonaiuti – la collaborazione tra il presidente Berlusconi ed il ministro Tremonti si basa su una solida amicizia e sulla condivisione totale dell’azione di Governo». Nessuno scontro dunque. Ma l’opposizione …

Il giovedì che rischia di spaccare la maggioranza

È previsto per giovedì mattina alla Camera il voto sulla mozione di sfiducia per il neo ministro Brancher presentata da Pd e Idv. Pdl in difficoltà. La Lega non ha mai digerito la nomina. Il ministro Rotondi avverte: «Quelli che gli voteranno la sfiducia, anche gli interni al Pdl, si mettono all’opposizione del governo…». Non è una distinzione priva di conseguenze quella prospettata dal ministro per l’Attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi, nel prendere in esame ciò che potrebbe accadere giovedì prossimo alla Camera, dove è in programma la discussione della mozione di sfiducia individuale contro Brancher, presentata da Pd e Idv. «Il voto di giovedì mattina alla Camera sul minstro Brancher darà sorprese. Tra assenze e casi coscienza noi ci aspettiamo che quel voto lo costringa alle dimissioni. Brancher ha usato la nomina a ministro per sfuggire ai processi». È quanto prevede Enrico Letta, vice segretario Pd, parlando della mozione di sfiducia presentata insieme all’ Idv in cui si chiedono le dimissioni del titolare del ministero per l’Attuazione del federalismo. «Il presidente del …